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Opel. Fiat: "No a queste condizioni"

Il Lingotto finalmente fa la voce grossa e riafferma tutto il suo disappunto per la situazione venutasi a creare a seguito della nuova richiesta di GM di atri 300 milioni di euro di liquidità, nonchè per il comportamento avuto dal governo di Berlino nel negoziato.

Questa volta sembra proprio che l’azzardo, del quale è stata accusata GM dai sindacati tedeschi, non sia riuscito.

In un comunicato, diffuso stamane, la Fiat afferma:

L’ACCUSA A GM

<<Le questioni emerse nell’ultima fase del negoziato tra martedì e mercoledì ci hanno sorpreso negativamente dal momento che non eravamo stati informati di certi dati ed informazioni finanziarie chiave che consideriamo essenziali per la formulazione di un’offerta di fusione seria>>.

Si riferisce evidentemente alla richiesta di GM, per la quale lo stesso Fritz Henderson, amministratore delegato, ha parlato di un malinteso: nelle intenzioni GM ha chiesto 450 milioni di euro di anticipo, sulla somma di 1,5 miliardi che il governo tedesco dovrebbe stanziare per Opel, e non un ulteriore liquidità di 300 milioni che avrebbe portato lo stanziamento fino a 1,8 miliardi.

Questa precisazione sembra, a nostro avviso, una marcia indietro dello stesso Henderson: a furia di tirarla la corda si spezza.

Ed anche la pazienza delle parti in causa potrebbe venir meno, tanto che pare proprio che questa manovra da "giocatore d’azzardo" Gm non sia in grado di concluderla: quando si tratta di piani industriali non è possibile bluffare. 


L’ACCUSA A BERLINO

<<Fiat non ha avuto pieno accesso alle informazioni contabili di Opel per determinare con esattezza la sua situazione finanziaria.....Le richieste dell’ultim’ora costringerebbero, fra l’altro, Fiat a sostenere finanziariamente Opel nell’immediato, mentre il Governo Tedesco determina i tempi e le altre condizioni del finanziamento ponte, esponendo così Fiat a rischi non necessari e irragionevoli. Non è infatti ragionevole che Fiat possa finanziare un gruppo le cui condizioni finanziarie rimangono ignote>>.

Fiat lascia comunque intendere di essere disposta a riprendere le trattative con le parti interessate, ma ha anche chiaramente mandato un avvertimento al governo Merkel secondo il quale il Lingotto potrebbe anche decidere di non essere più coinvolta in eventuali piani per salvare Opel dall’ipotesi di insolvenza.

Il Lingotto sembra aver capito che ai tedeschi in questa fase non interessano i piani industriali (se fosse stato così non ci sarebbe stata partita col piano presentato da Magna, tanto è vero che per tutti gli analisti coinvolti, il solo piano industriale presentato è proprio quello della casa di Torino), ma al governo tedesco "serve un finanziatore" che nell’immediato sia in grado, da un lato, di assicurare liquidità per la gestione ordinaria della casa di Russelsheim e, dall’altro, assicurare fino alle "politiche di settembre "i posti di lavoro per i 25.300 addetti tedeschi.

CONCLUSIONE

<< Fiat ha deciso di non partecipare alla riunione che il governo sta tentando di organizzare a Berlino e che ha come unico argomento all’ordine del giorno il supporto finanziario di urgenza ad Opel>>.


MARCHIONNE

Intanto l’ad Fiat lascia i tedeschi alle loro magagne e vola negli Stati Uniti per la conclusione del "dossier Chrysler": ricordiamo che ormai la Corte Fallimentare Usa sta per decretare formalmente Fiat vincitrice dell’asta per la più piccola delle "sorelle" di Detroit.

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