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Opel. Berlino decide di "non decidere"

Il governo tedesco, presieduto dal cancelliere Angela Merkel insieme ai suoi più importanti ministri economici, ha incontrato ieri i massimi vertici delle società interessate all’acquisizione della casa di Russelsheim, Fiat in testa.
La prospettiva sembra quella di "prendere tempo". 

Il ministro dell’economia Guttenberg chiede ai contendenti ulteriori miglioramenti da apportare ai piani presentati.

Intanto Fiat incassa il plauso del "Financial Time", secondo cui quello del Lingotto è il solo piano industriale presentato.

Ma a questo punto i plausi e gli incoraggiamenti valgono poco, ciò che conta sono i fatti: e nella giornata di ieri qualcosa si è mosso tra Berlino e Detroit, il quartier generale di Gm.

Su pressione del governo tedesco, il consiglio di sorveglianza di Opel ha accettato la separazione legale dalla capogruppo americana Gm: saranno quindi trasferiti a Opel GmbH gli impianti europei della compagnia, la rete di vendita ed altri asset, ma non il debito.

Il fine, a quanto si apprende, sarebbe quello di facilitare l’acquisizione della casa costruttrice tedesca da parte di un’altra società scelta dallo stesso governo Merkel: ma di nomi ancora non se ne fanno, anche se si prospetta una trattativa a due.

La manovra però è molto più complessa e potrebbe essere diretta a prendere tempo: adesso la Merkel e la sua equipe potrebbero decidere di concedere un prestito ponte ad Opel per una cifra pari a 1,5 miliardi di euro, che equivale ad avere tre o quattro mesi di tempo per definire l’accordo con la società con la quale concludere l’operazione.



Con la separazione di fatto da Gm, Opel è svincolata dall’enorme massa di debiti accumulati dalla compagnia americana e gli stanziamenti della cancelleria tedesca non finirebbero nell’enorme voragine della casa di Detroit.

Con un finanziamento di 1,5 miliardi di euro, Opel potrebbe "tirare" fino a settembre: e non è di poca importanza visto che proprio per tale mese sono previste le elezioni tedesche.

La Merkel potrebbe decidere di affidare la conclusione dell’intero affare al nuovo governo che si andrà a costituire.

Insomma, ancora una volta Sergio Marchionne ha visto lontano quando nei giorni passati si è lasciato sfuggire che "la questione oramai è politica".

Questo però inguaia i suoi stessi progetti, visto cha aveva l’intenzione di arrivare ad una conclusione prima del 1 giugno, quando il Dipartimento del Tesoro guidato da Timothy Geithner dovrebbe predisporre anche per Gm la procedura fallimentare prevista dal Chapter 11.

Usando le stesse parole del presidente Fiat, Montezemolo: "Marchionne ha fatto tutto ciò che si poteva e quando c’è una lotteria la cosa migliore è aspettare".

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