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Oggi Berlusconi visita a Minsk il Presidente bielorusso Alexander Lukashenko

La visita, preceduta di un mese dalla missione del Ministro degli Esteri Frattini, è la prima di un Capo di Stato occidentale al Dittatore Lukashenko.

Continua imperterrita la politica estera filo-slava dell’Italia, incrementata in maniera esponenziale dopo l’elezione a premier di Silvio Berlusconi che, come è a tutti noto, ama definirsi un grande amico dell’ex Presidente ed attuale premier della Russia Vladimir Putin.
 
Oggi il Presidente italiano del Consiglio si rreca in visita di Stato in un altro paese nato dalle ceneri dell’ex- Urss, in Bielorussia per la precisione, nazione che l’ex Segretario di Stato statunitense Condoleeza Rice, Amministrazione Bush, non esitò a definire l’ultima “tirannide sovietica d’Europa”.
 
L’incontro di oggi tra Silvio Berlusconi ed Alexander Lukashenko è stato accuratamente preparato poco più di un mese fa dal Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e dal suo omologo bielorusso Serghei Martynov. Il governo di Minsk sta cercando attraverso l’Italia di accreditarsi presso l’Unione europea come un governo affidabile dopo che Bruxelles, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, ha ripetutamente criticato la nazione slava per le sistematiche violazioni dei diritti umani e la mancanza di libertà.
 
Da ultimo, dopo gli evidenti brogli elettorali che hanno riconfermato Lukashenko alla Presidenza della Repubblica bielorussa, l’Unione europea ha stretto attorno al paese ex- sovietico un vero e proprio cordone sanitario ed addirittura ha imposto ai propri stati membri il divieto di visto nei confronti di Lukashenko. Ciò non ha però impedito al satrapo di Minsk di compiere una contestatissima visita di Stato in Italia lo scorso aprile.
 
Solamente lo scorso 17 novembre tali misure sono state allentate e così oggi Berlusconi può benissimo fregiarsi del fatto di essere il primo capo di Stato occidentale a visitare la Bielorussia ed a stringere accordi con la sua “nomenklatura”.
 
Intanto Minsk, che fa parte del “Partnerariato orientale” voluto proprio da Bruxelles per avvicinare all’Unione europea molti Paesi dell’ex Urss come Ucraina o Georgia, nei giorni scorsi si è rivolta a Mosca chiedendone la presenza nel Partnerariato medesimo. Contemporaneamente poi, insieme alla Russia ed al Kazakistan, ha siglato un trattato che prevede l’Unione doganale tra i tre Paesi più ricchi dell’area, una sorta di mercato comune slavo.
 
Berlusconi a Minsk non sarà accompagnato da alcun ministro e stipulerà un importante accordo economico di cooperazione che vedrà come beneficiaria principale l’italiana Finmeccanica. Dopo aver affossato il progetto europeo di gasdotto chiamato “Nabucco” grazie alla disponibilità dell’Eni ed aver così favorito il progetto italo- russo di approvvigionamento energetico dell’Occidente, dunque l’Italia stringe nuovi patti economici con un altro Paese slavo dove i diritti umani non vengono presi in grande considerazione e tale circostanza fa insorgere in Europa le associazioni di difesa dei Diritti dell’Uomo.
 
Come però affermava Macchiavelli è “il fine a giustificare i mezzi” e dunque il Governo italiano ritiene che il nostro Paese debba essere pronto, per favorire la propria espansione economica, anche a voltarsi dall’altra parte e a non prendere in considerazione la mancanza di libertà in certe nazioni ora a noi amiche. 
 

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