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Non solo i Taliban in Pakistan. Un secondo conflitto

Tre leader politici sono stati sequestrati da un piccolo ufficio legale in Aprile a Turbat, in Pakistan. Incappucciati e bendati, sono stati portati in un camioncino che attendeva di fronte allo studio. I loro corpi, crivellati di proiettili e malamente decomposti nel caldo torrido, sono stati trovati cinque giorni più tardi.

I residenti del posto sono convinti che sia stato un lavoro dei servizi segreti Pakistani, e le morti hanno provocato una nuova scintilla per una rivolta lungo il Baluchistan, un’area molto vasta e irrequieta nel sud-ovest del Paese, dove il governo ha già dovuto affrontare un’altra ribellione nel 2006.

Il Baluchistan confina con il mare Arabico e l’Iran, ed è una regione ricca di gas. E’ la provincia più grande del Pakistan -occupa un terzo del territorio - e al suo interno vi sono cinque milioni di appartenenti alla minoranza etnica Baluch. I governi che si sono succeduti hanno raccolto dalla regione le risorse naturali, mentre hanno negato alla popolazione una fetta dell’aiuto internazionale e fondi per lo sviluppo. Questo ha portato infine a un movimento separatista dei nazionalisti Baluch.

Nel 2006 gruppi tribali hanno attaccato impianti di gas, linee elettriche e ferroviarie, oltre ad uccidere diversi ingegneri - cinesi - e vari soldati. Quando l’ex presidente Musharraf era andato a visitare la zona, otto razzi erano stati lanciati contro una cittadina della zona. Per reazione, era stato mandato l’esercito a presidere l’area.
Molti Baluch sono signori della guerra che danno ordini ai residenti e hanno ristretto il movimento e l’educazione delle donne. Inoltre, hanno cercato spesso di ostacolare le collaborazioni con il governo per la costruzione di scuole e ospedali, di cui c’è una carenza cronica.

Il presidente Bush aveva convinto Musharraf a dare più autonomia al Baluchistan. L’ex presidente si è reso colpevole di centinaia, forse migliaia di detenzioni segrete, sparizioni e torture di membri Baluch. Ma attivisti dei diritti umani dicono che questi abusi stanno continuando anche sotto il nuovo presidente Asif Ali Zardari, al contrario delle promesse di alleggerire le tensioni.


Per quanto l’insurrezione oggigiorno non sia al livello tale di quella talebana nel nord-ovest, il conflitto si sta inasprendo rapidamente. La preoccupazione, secondo politici e analisti, è che si apra un secondo fronte che potrebbe risucchiare risorse militari preziose, come gli elicotteri forniti dagli Stati Uniti.
Il governatore del Baluchistan attacca direttamente il presidente, dicendo che "quando provi a forzare la pace, otterrai una reazione".

Dallo scorso Aprile, gli studenti della regione si rifiutano di cantare l’inno nazionale, mentre la sostituiscono con una canzone patriottica Baluch, e hanno sostituito nelle scuole e nei college la bandiera Pakistana con quella blu, rossa e verde dei nazionalisti Baluch. Per la prima volta sono scese in strada anche le donne, tradizionalmente segregate nella società Baluch.

I gruppi armati sono stati largamente repressi nella resistenza attorno a Turbat dal 2007, ma sono ancora presenti nel resto della regione e nelle colline intorno alla città, dicono dei residenti.

Anche il governatore, diretto rappresentante di Zardari nella provincia, ha espresso esasperazione per la passività con cui il presidente sta andando incontro ai bisogni della popolazione. Molti Baluch diventano di giorno in giorno più cinici sull’abilità del governo nel cambiare le cose.

Ora l’unica mossa che possono fare i politici è chiedere maggiore autonomia. Se falliranno, le opzioni rimanenti saranno di pensare alla liberazione o alla separazione.

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