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Nardelli: "Fiat non riceverà un solo centesimo"

Così Bob Nardelli, amministratore delegato di Chrysler, si è espresso la scorsa settimana in merito ai finanziamenti che la casa di Detroit aspetta dal Dipartimento del Tesoro Usa.

Assomiglia sempre di più ad una telenovela l’accordo tra la casa automobilistica di Torino e quella di Detroit.

La scorsa settimana erano circolate delle voci incontrollate, ma riportate dalle maggiori agenzie di stampa mondiali, che si riferivano ad una assunzione da parte di Fiat del 35 per cento del debito di Chrysler una volta che questa avesse ricevuto i cinque miliardi di dollari promessi dal Dipartimento del Tesoro americano, sancendo la definitività dell’accordo firmato lo scorso 21 gennaio.

Voci subito smentite ma che hanno fatto tremare i polsi a parecchi manager coinvolti nella trattativa, visto che il Lingotto dovrebbe acquisire una quota di partecipazione proprio del 35% di Chrysler.

Bob Nardelli ribadisce che i finanziamenti promessi dal governo di Washington saranno totalmente gestiti da Detroit.

Una precisazione questa che è sembrata piuttosto bizzarra agli analisti più attenti data la precisione dell’accordo firmato, che vede la casa di Torino impegnata solo in termini di trasferimento di know how.

Intanto dopo la convocazione del 5 marzo dell’ad Marchionne da parte dello staff di Timothy Geithner, tutto tace.

Inoltre sembra essere tramontata l’ipotesi di una fusione europea tra Fiat e Peugeot, con l’accantonamento del cosiddetto "Piano Eiffel".

Allora il Lingotto tenta la carta cinese, a Canton, aprendo una trattativa col la casa automobilistica Gaig: Fiat avrebbe intenzione di produrre proprio a Canton le sue vetture più popolari, LineaBravo e Grande Punto.



Le difficoltà sono in tal caso dovute al fatto che Gaig non possiede un suo vero e proprio marchio di automobili made in China, e questo contrasta con la politica di Pechino indirizzata verso un dominio cinese anche in un settore così difficile.

Anche in questo caso, come per Chrysler, Fiat punta sulle sue conoscenze tecniche specifiche e molto probabilmente l’auta con marchio Gaig che sarà presentata ai prossimi giochi asiatici di Canton, tra due anni, avrà parecchia tecnologia di Torino.

Sul fronte interno invece la situazione sembra essere molto critica a Pomigliano: Fiat potrebbe decidere di abbandonare il sito al suo oscuro destino, e ciò è per molti un’incomprensibile scelta strategica visto che di know how il sito napoletano ne ha da vendere.

Il 23 marzo si è tenuta una manifestazione di un migliaio di tute blu a piazza Plebiscito che è sfociata in un incontro con il prefetto di Napoli, Pansa, il quale ha promesso ai lavoratori di organizzare un incontro con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il quale sarà in questi giorni nel capoluogo partenopeo per partecipare alla messa in funzione del termovalorizzatore (leggasi inceneritore) di Acerra.

Gli operai di Pomigliano tra l’altro chiedono l’aumento della cassa integrazione ordinaria a 104 settimane all’anno, dalle 52 attuali.

Nel corso di questi mesi il governo non ha assunto alcuna posizione in merito alla crisi di Pomigliano, nè è mai stata neppure iniziata una trattativa con azienda e parti sociali, è stata completamente ignorata.

Ora il nostro premier avrà la possibilità di profferire qualche altro slogan, e farsi un pò di pubblicità.

Dopo aver "risolto" il problema rifiuti a Napoli, risolverà anche quello occupazione.

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