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Montevideo: l’ex Tupamaro Josè Mujica è il nuovo Presidente dell’Uruguay

L’ex guerrigliero ha già rassicurato i governi occidentali che si ispirerà al brasiliano Lula piuttosto che al venezuelano Chavez

Da oggi l’Uruguay, la piccola nazione sudamericana stretta tra Argentina e Brasile chiamata, non a torto, la “Svizzera del Sudamerica”, ha un nuovo Presidente della Repubblica: l’ex guerrigliero Tupamaro Josè Mujica.

Mujica, apprezzato Ministro dell’Agricoltura nel precedente governo capeggiato dal socialdemocratico Tabarè Vasquez è il primo guerrigliero ad assurgere alla massima carica uruguaiana. La vittoria è giunta ieri al termine del turno di ballottaggio per le elezioni presidenziali che lo vedeva contrapposto al conservatore, ed ex presidente della Repubblica negli anni novanta, Luis Lacalle.

A scrutinio ultimato risulta essere stata abbastanza netta la vittoria del candidato di sinistra che ha riportato a proprio favore il 53% dei voti, distanziando di dieci punti l’antagonista. Il fatto però di essere stato costretto al secondo turno, nonostante fosse espressione di un governo socialista molto popolare a Montevideo, deve indurre Mujica a lasciar perdere i toni più marcatamente populisti propri dei leader della sinistra radicale sudamericana guidati dal Presidente del Venezuela Hugo Chavez.

La composizione sociale del popolo uruguaiano, nella sua quasi totalità di origini europee, infatti è molto diversa da quella del popolo venezuelano o di quello boliviano ed un eccessivo marcamento verso l’estrema sinistra di natura marxista non sarebbe per niente gradito e porterebbe in breve la destra conservatrice di nuovo al potere dopo quattro anni d’opposizione.

Mujica, che comunque in gioventù fu un convinto sostenitore della guerriglia tupamara e fu ristretto per quattordici anni in carcere durante la dittatura militare, queste cose le sa ed a vittoria acquisita ha tenuto un discorso nel quale, oltre a tendere la mano all’oppositore Lacalle chiamandolo ad un antagonismo responsabile, ha affermato di volersi ispirare al socialismo del Presidente brasiliano Lula piuttosto che al radicalismo filo - comunista del venezuelano Chavez, inviso agli Stati Uniti d’America.

Paese moderno rispetto alla media delle nazioni latino- americane, l’Uruguay basa buona parte della propria ricchezza sull’industria manifatturiera possedendo un buon Know - How circa i processi di trasformazione industriale.

Da sempre però la piccola nazione che il Rio de la Plata divide dall’Argentina soffre di un inguaribile complesso d’inferiorità nei confronti dei due grandi paesi confinanti, Brasile ed Argentina. Di quest’ultima poi teme di diventare la discarica dei rifiuti speciali ed industriali prodotti nella provincia di Buenos Aires.

Mujica in merito vorrebbe immediatamente instaurare con le autorità argentine una serie di colloqui in materia di tutela dell’ambiente e del grande fiume che separa Montevideo da Buenos Aires, grande ricchezza per i pescatori uruguaiani. Oggi il Fronte delle Sinistre, chiamato Fronte Amplio, dunque a Montevideo ha bissato la vittoria di quattro anni fa quando la più alta carica istituzionale di questa Repubblica presidenziale fu appannaggio del socialista Vazquez.

Solamente però se Mujica saprà inserirsi nel solco socialdemocratico tracciato da Vazquez abbandonando suggestioni marxista- populiste, il Fronte Amplio potrà continuare a governare per i prossimi quattro anni. 

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