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Moldavia: i gerarchi esportano capitali verso gli USA e il presidente tratta l’immunità

Il leader dell’opposizione, il socialista ed ex comunista Marian Lupu, potrebbe convincere otto suoi “ ex compagni” a seguirlo in cerca della maggioranza qualificata in Parlamento

 

Mentre l’opposizione unita moldava guidata dal socialista, e fino a qualche mese fa comunista, Marian Lupu sta contando i numeri in Parlamento, che ci sono, per formare un nuovo governo di transizione democratica e per, ma questa volta i numeri non ci sono, dare alla nazione un nuovo presidente ed evitare l’ennesimo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni legislative anticipate per l’inizio dell’anno prossimo, i gerarchi più fidati dell’attuale Presidente comunista Vladimir Voronin, in un clima di fine regime, stanno tentando di salvare il salvabile. Stanno, in poche parole, trasferendo in istituti di credito statunitensi le ingenti ricchezze accumulate in anni ed anni di rapine compiute in nome del popolo ai danni del popolo stesso. Il capo della banda, Vladimir Voronin, invece, si sta godendo un periodo di ferie in Turchia. Lupu, dal canto suo, non nascondendo le proprie ambizioni presidenziali sta trattando con alcuni deputati comunisti, suoi ex compagni di partito, il personale appoggio quando il Parlamento di Chisinau, formato da centouno deputati, dovrà eleggere il Presidente della Repubblica. Nei grigi e tristi palazzi istituzionali di Chisinau inizia a serpeggiare un moderato ottimismo circa le possibilità di riuscita del tentativo di Lupu mentre ufficialmente le autorità moldave continuano a battere la grancassa della cospirazione antipopolare ordita dalla vicina, ed europea, Romania, stato-canaglia completamente succube agli interessi imperialistici di Washington. Intanto però quegli stessi dirigenti comunisti che in patria bollano come stato imperialista gli Stati Uniti, sotto falso nome cercano di aprire conti milionari nei tanto vituperati istituti di credito capitalistici.



E’ un “deja vu”, l’ennesima tragica fine di uno tra gli ultimi regimi del socialismo reale. Lupu, qualora riuscisse ad attrarre attorno alla sua persona i favori degli otto deputati comunisti pronti magari a riciclarsi sotto altre spoglie nella Moldavia democratica del futuro, promette al suo popolo libertà di parola e di espressione nonché la riapertura delle frontiere con Bucarest, permettendo ai cittadini romeni, da aprile ciò è vietato, di recarsi dalle parti di Chisinau magari a trovare i parenti separati, considerato che sino al 1945 la Moldavia era parte integrante della Romania. Lupu ha inoltre promesso ai suoi concittadini una svolta liberal-democratica soprattutto in economia e tutto ciò lascia presagire come, in caso di elezione del nuovo presidente, a ricoprire la carica di premier andrà il liberal-democratico Alexandru Tanase. Voronin intanto pare cerchi con sempre maggior ossessione, ricattando il forum democratico, l’immunità penale minacciando in caso contrario di sciogliere il Parlamento ed indire, con l’aiuto di Mosca nuove elezioni già segnate, scatenando poi la repressione. Tanti a Chisinau come a Bucarest si dicono pronti a scommettere però sul fatto che queste siano solo false minacce di un uomo mediocre sconfitto dalla storia.

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