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Misteri italiani, sesta parte. Tarantini: dalle escort alla Finmeccanica (Globalservice)

Gianpaolo Tarantini si è tirato addosso tutte le critiche nazionali, si è presentato sotto forma di un mostro immorale e tanto sporco da macchiarlo a vita, ma perchè? Solo per compiacere Berlusconi? Cè una contropartita capace di ripagare Tarantini dello sputtanamento mediatico? Che prezzo ha la dignità di una persona, per stabilirlo basta prenderlo per la gola e vedere a che punto cederà. Tarantini ha ceduto presto. Per la dignità non ha valore alcuno.

Un contatto con la Protezione Civile di Guido Bertolaso (braccio destro di Berlusconi. La Protezione Civile resa industria lucrosa capace di far – passare – al suo interno decreti ab personam e fiumi di denari e strane concessioni estranee allo Statuto della P.C.) per accedere alla Finmeccanica in un giro degli appalti colossali per Enrico Intini e il suo gruppo, cui lo legava un contratto di consulenza di 150 mila euro.

Bertolaso smetisce seccamente. Questo Bertolaso che si trova sempre immischiato in strane e losche faccende come l’affare rifiuti in Campania e l’autorizzazione data all’Igc, azienda edile conosciuta nelle procure per la sua amministrazione gestita da un clan mafioso, per partecipare alla ricostruzione dell’Aquila; certo la Igc entra con un subappalto ma sempre passando per la Protezione Civile ed è agli atti una interrogazione da parte dell’onorevole Lumia durante un’assemblea pubblica al Senato il 28 luglio 2009 che chiedeva proprio spiegazioni per questa strana autorizzazione. Non si procede, l’Igc partecipa ai cantieri aquilani e ora Bertolaso si tira in ballo anche con l’inchiesta Tarantini.

Persecuzione o responsabilità dirette? Conosciamo meglio Enrico Intini.


Fino agli anni ottanta l’azienda di Intini si occupa di calce, poi con una trasformazione degna di Houdini, diventa una galassia con 44 micro società multiservizi prontate alla gestione della cosa pubblica. Puglia, Basilicata, Campania e Lazio dove si è appena aggiudicata la gestione dei rifiuti a Nettuno e a Anzio. Molto amico di Massimo D’Alema, ed è quando D’Alema era a Palazzo Chigi che avviene la trasformazione societaria, socialista dalla nascita Enrico Intini è tanto sconosciuto tra i suoi concittadini quanto è conosciuto negli ambienti politici che contano. 180 milioni di fatturato con piu di 3 mila dipendenti e mani in pasta ovunque. Ora sta lavorando per la realizzazione di termovalorizzatori in tutto il sud Roma compresa.

Fatto sta che la Finmeccanica apre le sue dorate porte a Tarantini e a Enrico Intini.
Lo conferma una fonte qualificata di Finmeccanica. Aggiungendo qualche dettaglio significativo. I due baresi vennero ricevuti «una sola volta e senza alcun esito» dall’ingegnere Domenico Lunanuova. Un tecnico in forza alla "Seicos", una delle società del comparto "Difesa e sicurezza" che normalmente lavorano con la Protezione Civile (Bertolaso però nega di conoscere l’imprenditore). Da ultimo, per il G8 dell’Aquila, dove la "Seicos" è stata impegnata nella realizzazione di «una rete per le comunicazioni a banda larga» e la fornitura di «impianti di videosorveglianza». La sequenza dei colloqui di Tarantini - prima in Protezione Civile, poi in Finmeccanica - non è dunque casuale. E anche se in Finmeccanica dicono di «non essere in grado di ricostruire» chi segnalò i due imprenditori baresi («ogni giorno le nostre società colloquiano con decine e decine di imprenditori»), i ripetuti tentativi di accreditarsi nel mercato delle commesse pubbliche in un settore dove si procede per trattativa privata (calamità naturali e grandi eventi) seguono oggettivamente una logica che interpella Bertolaso. In uno dei computer di Tarantini, la Guardia di Finanza, durante le perquisizioni, trova traccia di una società londinese, la "Flexotec" che, per quanto annota nel file lo stesso Tarantini, ha come oggetto sociale la «comunicazione per il gruppo Finmeccanica». «Mai sentita. Mai avuto a che fare», dicono in Finmeccanica.

Ma perché allora quella annotazione di Tarantini? Una millanteria forse?
E’ un fatto, che nella primavera scorsa, i rapporti di Tarantini con il Presidente del Consiglio sono ancora assai saldi. Come dimostra il passi che, in marzo, gli dà accesso al retropalco del congresso di fondazione della Pdl e che la Guardia di Finanza trova nel corso della perquisizione dei suoi uffici. Come dimostrano i ricordi di Enrico Intini che, se oggi «nulla ha da aggiungere» sui suoi incontri "sollecitati" in Finmeccanica, molto ha già detto sul rapporto tra Tarantini e il Presidente («Il capo del governo era il suo «negozio»») e sui due incontri (a Roma al "Caffè Strega" e a Milano nella redazione del "Giornale") che lo stesso Intini e Tarantini ebbero con Paolo Berlusconi lo scorso aprile per «un aiuto» nello sfruttamento di «un brevetto sulla tracciabilità delle trasfusioni».

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