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 Home page > Attualità > Economia > Limiti ai bonus per le banche: se ne discuterà al G20 di Pittsburgh

Limiti ai bonus per le banche: se ne discuterà al G20 di Pittsburgh

 

Anche la Svezia come altre nazioni Europee, capeggiate da Francia e Germania, chiederà che si ponga un limite ai bonus sfrenati che vengono elargiti, anche in piena crisi, ai dirigenti di alto livello dei gruppi bancari.

L’occasione per discutere sulla questione sarà il prossimo G20 di Pittsburgh che si terrà dal 22 al 25 settembre.

La questione delle retribuzioni da favola per chi ricopre le posizioni più alte all’interno delle banche è stranota; diverse migliaia di dirigenti del settore percepiscono bonus al di sopra del milione di euro nella sola UE.

Ora la questione, anche qualora le banche usino i “propri soldi” senza far ricorso agli aiuti di Stato, è se sia legittimo o meno porre dei limiti ragionevoli alle retribuzioni. Ovvero in nome della valorizzazione delle potenzialità individuali è legittimo pagare un dirigente esecutivo fino a mille  volte di più di un impiegato appena assunto nella medesima azienda?

La risposta non è così scontata e meriterebbe una trattazione complessa, che lo spazio di un articolo non può offrire, però se riteniamo che l’etica sia un valore essenziale della professione dell’operatore di banca allora tali retribuzioni non sono eticamente accettabili come non lo è la ferocia con cui vengono spillati i clienti per fare utili enormi. Non è etico che anche in nome di una spesso inesistente meritocrazia ci sia chi guadagni un milione di euro al mese poiché tale cifra corrisponde a mille volte lo stipendio medio dei lavoratori in Italia. 

Non appare ragionevole che ci sia una disparità retributiva superiore al rapporto di 15 a 1 tra i lavoratori più retribuiti ed i meno pagati all’interno di una medesima azienda, poiché tale differenza retributiva è tale dal garantire ai più pagati il massimo dell’agio.

Tale principio è di natura essenzialmente etica, tema non proprio familiare agli istituti di credito, e pur preservando le dovute differenze retributive tra chi svolge ruoli di differente complessità evita che si sfoci  nel ridicolo, come il caso di banche che stanno riducendo il personale e che elargiscono tuttora bonus milionari ai top manager. Ciò avviene anche in Italia dove la banche non sono più virtuose di quelle straniere sono solo più arretrate.

Non si capisce poi perché nei momenti di difficoltà a rimetterci siano i dipendenti di fascia bassa, privi di potere decisionale, mentre i dirigenti esecutivi rimangono tutti al proprio posto con i soliti lauti stipendi, quando in verità il cattivo andamento aziendale deve necessariamente essere imputato a chi detiene il potere decisionale.

Un freno ai bonus potrebbe essere il primo passo per riportare le banche ad una posizione più vicina alle esigenze ed al bene del cliente più che al profitto a tutti i costi.

 

Commenti all'articolo

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.247) 5 settembre 2009 20:39
    Francesco Rossolini

     Sì a clausola di restituzione e retribuzioni proporzionate 
    Londra, 5 set. (Apcom) - Il Financial Stability Board è stato incaricato di presentare al G20 che si terrà il 24 e 25 settembre prossimo a Pittsburgh delle proposte per regolare le retribuzioni e i bonus dei banchieri, tentando di conciliare la posizione statunitense e quella, più rigida, europea. E’ quanto ha spiegato il governatore della Banca d’Italia e presidente del Fsb, Mario Draghi, al termine della riunione ministeriale del G20 che si è svolta ieri e oggi a Londra. "All’Fsb è stato chiesto di preparare per Pittsburgh e poi per novembre delle proposte per una più piena attuazione di solide pratiche per le retribuzioni, mettendo a punto un modello per le politiche di retribuzioni", ha spiegato Draghi, aggiungendo che dovrà esserci un legame tra la compensazioni e i risultati ottenuti, che le retribuzioni dovranno essere "proporzionate e distribuite nel tempo", con una "clausola di restituzione" dei bonus qualora i risultati fossero negativi. Inoltre i bonus potranno essere sotto forme diverse dal denaro, come ad esempio le stock options, e le politiche retributive dovranno essere completamente trasparenti. "Questo vale non solo per i top manager, ma anche per gli altri", ha spiegato Draghi, aggiungendo: "Questo ambito entrerà nel quadro della regolazione". Per il presidente dell’Fsb, "nel caso delle banche aiutate dai governi, il livello della compensazioni dovrà essere ridotto". Le proposte dello Fsb dovranno cercare di conciliare le differenze emerse a Londra tra chi, come la Francia, voleva un tetto ai superbonus e chi, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, non ritiene che si tratti di una priorità. L’obiettivo è di creare delle regole che possano essere introdotte nelle legislazioni nazionali, tenendo presente che la situazione cambia a seconda della presenza o meno di banche d’affari. 

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