• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Lettera di Natale

Lettera di Natale

 
Le lucine colorate. Gli alberi di Natale. Vetrine vestite a festa. Zampognari nemmeno l’ombra. Pochi ci fanno caso. Strade bagnate di pioggia o ammantate di neve. Da Nord a Sud: ecco arrivate Natale.
 
Per molti momento di festa. Per molti, momento di angosce. Quelle angosce che derivano a volte da famiglie spezzate. Figli mossi come pacchi postali da uno all’altro genitore, divisi nella vita e dalla vita.
 
Quelle angosce che a molti fanno sentire più freddo: per la mancanza fisica, di qualcuno che non c’è più. E che manca nella carne. Manca nella tavola imbandita.
 
Fra bene e male, Natale torna ogni anno. Ognuno lo vive a modo proprio.
 
Ed ognuno spende il suo obolo ad una Festa che dovrebbe sortire da un sentimento comune ma che le regole di un sistema capitalistico hanno reso quasi esclusivamente un momento di spese “necessarie” a garantire a tutti la “sensazione” del condividere il bene.
 
Una Festa che punta l’attenzione sui buoni sentimenti. Come se esser buoni il 25 Dicembre spazzasse ogni male compiuto: una sorta di confessione globale al Signore, che renda l’animo pulito di ogni colpa. Dal giorno dopo, tutto rientra nella routine di una esistenza portata avanti per abitudine.
 
Un sorriso in cambio di un regalo. Un regalo in cambio di un sorriso. A Natale si svendono emozioni.
 
Intanto, c’è chi ha poco da emozionarsi a Natale: tali e tante le urgenze da non poter nemmeno soffermarsi sul fatto che quasi ad ogni latitudine si sta per brindare alla nascita di un Uomo – Gesù Cristo – che oggi più che mai rappresenta quella enorme fetta di esseri umani, a sua immagine e somiglianza, sommersi dalla frustata della povertà.
 
Esseri umani costretti alla crocefissone ogni giorno. Flagellati dal male dell’umanità, che li vuole ghettizzati nel loro nulla. Appendici da tirar fuori dal cappello a cilindro solo per far sentire a chi nulla patisce, un pò di importanza in più. I guai dell’umanità, sono il biglietto da visita dei loro stessi aguzzini.
 
Questo Natale lo dedico a chi soffre.
 
Ai bambini abusati di tutto il Mondo. Ed a quelli che verranno abusati. Perché nessuno ha voglia di far nulla di concreto in questo senso.
 
Ai morti di mala società.
 
Ai terremotati di ogni parte del globo. Ancor più a quelli che hanno subito maggiori danni a causa della disattenzione dell’uomo. Ai loro morti, che forse – se si fosse stati più attenti a costruir le case, oggi starebbero qui con noi, a festeggiare il Natale.
 
Alle persone vittime di violenza ed a quelle che lo saranno. Ed anche qui, un grido di colpa a chi ha le armi per far qualcosa, ma non le usa.
 
Ai malati gravi che non verranno curati. Perché le loro malattie sono rare – magari – e quindi interessano poco alle case farmaceutiche internazionali, che non si “sporcano” le mani con ricerca scientifica per qualche migliaio di casi di malattia.
 
A chi è solo per l’indifferenza di noi tutti: un pensiero di ognuno, farà scaldare il loro cuore.
 
A chi ama e non è riamato.
 
A chi non ama ed è adorato.
 
A tutti coloro che amano la vita.
 
A chi la vita la perde dietro le luci di improbabili sogni.
 
A tutti: che Natale sia Natale ogni giorno. Semplicemente
 
 
 
 
 

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares




Ultimi commenti