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 Home page > Attualità > Economia > La piccola finanziaria degli orrori

La piccola finanziaria degli orrori


L’hanno chiamata finanziaria light, leggera. Una finanziarietta insomma.
Ma il bello è che questa finanziarietta è talmente light che proprio non c’è.
Per la prima volta in 150 anni il governo e la maggioranza sono stati così bravi da padellare l’articolo 1 e 2 della legge (bazzecole insomma) e un paio di kg di emendamenti (tutti a firma pdl e lega).

Si comincia con la cancellazione dei fondi stanziati per la ricostruzione di Viareggio. E sì che i viareggini hanno premiato la maggioranza cambiando pure colore alla loro giunta comunale. Evidentemente era un "voto a perdere".

Si continua con le zone franche: bluff colossale. Promesse a mezza Italia (compresa la mia bellissima isola) e date a nessuno. Infatti l’emendamento che le doveva istruire è stato dichiarato inammissibile perché privo di effetti finanziari.

In pratica avevano previsto delle finte zone franche che avrebbero garantito al massimo uno sconto sull’ICI e nessuna esenzione da imposte sui redditi e Irap.
Ma la cosa più sconcertante è questa: la legge finanziaria non ha coperture finanziarie.

Tutti i provvedimenti inseriti nella Legge Finanziaria dipendono dagli ipotetici introiti derivanti dallo Scudo Fiscale. In pratica una dipendenza economica dai soldi sporchi.

L’altra fonte di copertura sono i TFR. Si avete capito bene. Il governo si succhia soldi non suoi. Soldi dei lavoratori che spettano ai lavoratori per finanziare una legge che non da niente a cittadini e imprese per fronteggiare la crisi.

In conclusione poi c’è la barzelletta dei fondi FAS: i fondi che dovrebbero avere le regioni per investimenti sullo sviluppo andrebbero sì alle regioni ma solo per tappare i buchi creati da spese scellerate nella sanità e nell’apparato (auto blu, consulenze ecc ecc).

E la cancellazione delle province? E il taglio delle spese della casta? Tutto rimangiato.

Questa è l’ennesima prova dell’inadeguatezza del governo Berlusconi a guidare il paese.

Mentre lui si occupa di "casi" suoi col lodo Alfano, prescrizione breve, visite ai dittatori e altre amenità, lì fuori c’è un Italia che affoga nella crisi economica e che aspetta un salvagente che non arriverà mai.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.86) 6 dicembre 2009 17:25
    Renzo Riva

    Scommetto che il centro-sinistra avrebbe aumentato le tasse e andato a caccia degli "evasori fiscali" che s’annidano nei padroncini che danno lavoro mentre i grandi gruppi legalmente pagherebbero niente anzi godrebbero di rottamazioni e finanziamenti e continuerebbero a licenziare larvatamente attraverso le cig e mobilità varie.

    Poi da favorevole all’elettronucleare vorrei che l’Alcoa chiudesse perché non voglio pagare la sua sopravvivenza con le mie bollette della luce.

    Renzo Riva
    349,3464656

    http://www.archivionucleare.com/index.php/2009/11/25/scorie-radioattive-mito-ridimensionare/

    Renzo Riva scrive: 
    4 Dicembre 2009 alle 19:30

    Ai profani dico:
    Non inserite la spina nella presa elettrica perché il 14% dell’energia che consumate è di fonte nucleare.
    Provate solo a pensare di punto in bianco di dovervi privare del 14% dell’energia elettrica che consumate attualmente! Di quali funzioni elettrodomestiche o altre fareste a meno o vi privereste?
    Siete come Al Gore e Grillo che predicate male e razzolate peggio visto i consumi energetici delle loro abitazioni.
    Vuoi una certezza?
    Prova a chiederti se fra un anno sarai ancora vivo!
    Sarà una cosa certa oppure solo probabile?
    Io vorrei che i 1000 lavoratori dell’Alcoa fossero licenziati perché non voglio pagare con le mie bollette energetiche il loro fittizio posto di lavoro che invece di produrre ricchezza invece la depaupera.
    T’ha capì Luigi!? 

    Mandi,
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

     
    pubblicata come lettera sul "Messaggero Veneto" il 30 Novembre 2009 a pagina 19

    ENERGIA

    Immobilismo dei sindacati

    Come responsabile di Energia e ambiente del Nuovo Psi della regione Friuli Venezia Giulia de nuncio l’immobilismo dei sinda cati tutti che penalizzano i lavora tori continuando a ostacolare il rilancio dell’energia elettronu cleare indispensabile all’indu stria invece di richiederla a gran voce urgentemente. L’energia elettronucleare è la sola fonte che può cambiare la rotta dell’at tuale deriva che altrimenti porte rà il Paese alla bancarotta.

    La decisione assunta dalla multinazionale Alcoa per le sue unità del Sulcis è solo la punta dell’iceberg di un male che emer gerà con virulenza con il disimpe gno di altre industrie energivore. E da almeno sei anni che lancio appelli sull’allarme delocalizza zioni e sarò facile profeta di cui tutti potranno verificare le ulte riori chiusure e licenziamenti (le Cig sono solo dei licenziamenti nascosti) quando grandi gruppi industriali nazionali se ne andranno a produrre vicino ai mer cati che per ora sono definiti al l’estero (Gruppo Pittini? Gruppo Fantoni? Altri?).

    I lavoratori sono i primi che pa gano sulla loro pelle questo stato di cose con salari differenziati ri spetto agli altri lavoratori euro pei. Prima per il fattore del costo energetico poi per i costi impropri delle "non decisioni" politi che e della macchina burocrati ca statale di oltre tre milioni di titolari di "stipendio a ruolo", proprio solo dei sistemi retti a collettivismo.

    Scopriremo, se lo vorremo, che fino a pochi anni fa eravamo di fatto un Paese dove si speri mentava il comunismo ricco, di tipo particolare, dove, grazie ai fattori geopolitici, in Italia si ri versavano dollari in funzione an ticomunista e aiuti (dollari non rubli) al Partito comunista italia no confratello in funzione antiamericana.

    Oggi, mutate le condizioni geo politiche, si sperimenterà il co munismo povero perché, nonostante le cosiddette privatizzazioni, di fatto monopoli privati con accordi di cartello, constateremo che il lavoratore gestisce solo una piccola parte del proprio la voro.
    L’azione liberale dell’asso ciazione Futuragra con Giorgio Fidenato, che non assolve più co me sostituto d’imposta la funzio ne di gabelliere per conto del fi sco, porrà gli stessi lavoratori di fronte alla realtà di constatare do ve vanno i frutti del loro lavoro; per altri invece solo i frutti del loro stipendio e della relativa partita di giro.
    Renzo Riva
    Buja

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