L’Italia è attanagliata da crisi e disoccupazione e la nostra democrazia è sempre in pericolo... Ma non è l’unica nazione dell’Europa occidentale ad essere in queste condizioni. La Grecia vive una situazione simile sotto molti aspetti. Anche se recentemente lì il partito socialista ha vinto le elezioni, ancora non si è spenta la tensione sociale seguita alla morte di un giovane studente di 15 anni, ucciso dalla polizia il 6 dicembre 2008. Nuovi scontri tra i giovani greci e le forze dell’ordine sono avvenuti il 17 novembre.
Questa volta ci sono stati circa 300 arresti, molti di più dei 2 studenti arrestati in Italia, a Milano. Ma Grecia e Italia sono molto simili dal punto di vista sociale e politico.
Occupate per secoli da potenze straniere, hanno raggiunto l’indipendenza nel corso del 1800 con movimenti popolari che hanno catturato l’attenzione dell’intera Europa, ma lo slancio ideale di quei tempi non è riuscito a cambiare la struttura di base della società, che è rimasta reazionaria e feudale.
La corruzione politica ed economica e l’uso generalizzato delle raccomandazioni mantengono in vita un sistema che umilia e vanifica l’innovazione e la creatività e forma una società immobile, vecchia, conservatrice, con una disoccupazione perenne, precariato diffuso, sfruttamento dei giovani. Sono questi gli elementi comuni alle due nazioni che provocano le proteste in entrambe, perché semplicemente una gran parte dei greci, come accade a molti italiani, non ce la fa più a vivere nel medioevo.
La scena politica greca, come quella italiana, è dominata sempre dalle stesse persone e la Grecia non ha avuto nemmeno un periodo di lotta alla corruzione come Mani Pulite in Italia, anche se non è che nel nostro paese quel periodo sia servito a produrre reali cambiamenti.
La Grecia inoltre dal 1967 al 1974 è rimasta sotto il giogo di una sanguinaria dittatura militare, un pericolo sfiorato anche in Italia in quegli anni. Oggi la Grecia è stata colpita duramente dalla crisi proprio perché, come l’Italia, non ha un sistema economico vivace e flessibile.
Come in Italia, l’atteggiamento punitivo e razzista del governo e delle forze dell’ordine verso gli immigrati si è manifestato in costanti violazioni dei diritti umani, pestaggi, omicidi, e le fondate preoccupazioni delle organizzazioni umanitarie. Spesso i profughi afghani o curdi che cercano di arrivare in Italia vengono respinti in Grecia dalle autorità italiane, in violazione di tutte le possibili norme internazionali. Giovani sopravvissuti alla guerra e alla persecuzione nel loro paese di origine, che affrontano un viaggio lunghissimo per trovare la morte in Italia, o in Grecia.
Certo la Grecia ha appena eletto un nuovo governo e la speranza è che riesca a sanare le tensioni sociali, che inauguri un atteggiamento più umano verso l’immigrazione e che voglia fare qualcosa di concreto per democratizzare le forze dell’ordine e superare la crisi economica con riforme serie per combattere l’arretratezza strutturale del paese. Le stesse speranze coltivate dagli italiani nel 1996 e nel 2006, solo che per noi non è andata tanto bene.
Le due nazioni del mediterraneo occidentale che sono state culle della civiltà nel mondo antico e avanguardie della libertà europea nel XIX secolo, oggi sembrano troppo spesso due nazioni senza speranza e senza reale democrazia.