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Iran tra momento storico ed esempio del nuovo millennio

La situazione in Iran è molto interesante da un punto di vista storico.
In quel paese una parte consistente della popolazione ha deciso di scendere in piazza a manifestare il proprio dissenso contro una situazione politica che li vede scontenti.

Evidentemente lo strumento di democrazia che consiste nell’espressione di un voto, in una croce sopra un simbolo, non è piu sufficiente a placare la necessità di libertà insita nello spirito di buona parte degli esseri umani.

I fatti che stanno avvenendo sono molto interessanti perchè si inseriscono in quell’ambito storico che vede una lotta per la libertà che tante popolazioni fino ad oggi hanno sollevato nei confronti di un oppressione, militare, culturale, politica che sia.


Il pensiero non può non andare alla rivolta di degli studenti di piazza Tienanmen del 1989, alla primavera di Praga del ’69, alla rivolta degli studenti greci contro il regime dei colonnelli del ’73, alla più recente diatriba ucraina sui posibili brogli alle elezioni. In tutti questi casi abbiamo assistito a scontri violenti tra forze che vogliono il cambiamento contro regimi che al contrario non ne vedono la necessità.

Inoltre in tutti questi casi abbiamo assistito all’inerzia degli stati stranieri, fermi su posizioni attendiste, dimostrando come ogni popolo debba conquistarsi la propria libertà autonomamente, altrimenti non si merita un governo migliore.

Questa è una scelta che non va screditata, se si vuole arrivare a un cambiamento effettivo e duraturo, anche se purtroppo spesso il non schieramento di uno stato in questi momenti è dovuto a interessi economici più che per il bene della popolazione stessa (come l’Italia che non si pronuncia sui fatti nonostante sia il paese europeo con piu interessi economici nella regione).

Detto questo sarà molto interessante seguire gli sviluppi, per vedere se nel nuovo secolo manifestazioni del genere pacifista o perlomeno non violente possano effettivamente portare a qualcosa.

Anche perchè un domani potremo ritrovarci nelle stesse situazioni dei cittadini iraniani, inascoltati dalla classe politica lontana dagli interessi dei propri cittadini, repressi nelle loro manifestazioni legittime di dissenso (qualcosa che già abbiamo provato col G8 2001 qua da noi), frustrati da un apparato di controllo che censura ai livelli piu alti di tecnologia.

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