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 Home page > Attualità > Istruzione > Il valore (oggi) della filosofia

Il valore (oggi) della filosofia

Il valore contemporaneo della filosofia è spesso messo in discussione; i giovani di oggi, giunti al momento della scelta riguardante i loro studi universitari, sono soliti ridurre la “rosa di possibilità” a quelle che comunemente vengono ritenute le discipline pratiche e utili, ovvero Giurisprudenza, Medicina, Economia, Ingegneria o Architettura.

Come biasimarli ci si chiederà, infondo oggi la società richiede questo, e studiare solo per l’amore che ci lega ad un settore della conoscenza non porta né guadagno economico, né rispettabilità sociale – diciamolo - essere chiamati “Avvocato” o “Ingegnere” dà sempre quel ‘non so ché’ in più.

Cosa si è ottenuto in questo modo?

La risposta è molto semplice: l’ignoranza. Comprimere l’infinità versatilità che può avere un ragazzo di vent’anni all’interno della politica dell’utile, coincide col distruggere tutte le sue speranze, massacrando i suoi talenti e le sue capacità. Questo discorso certo, apparirà ai molti come privo di senso, quale dovrebbe essere la soluzione a tutto ciò? Fare studiare ai propri figli ciò che vogliono rischiando che rimangano disoccupati? SI

Studiare Filosofia (o matematica, fisica, chimica e biologia) “apre il cervello”, libera dalle sovrastrutture, permette al ragazzo di assaporare il piacere della scoperta, e soprattutto, non è vero che rende disoccupati, o almeno è altrettanto “non vero” quanto per altre facoltà; per quanto siano utili Avvocati, Giudici, Medici ecc.. lo sono fino a quando il numero professionale della categoria che rappresentano non diventa esageratamente superiore rispetto a quella che è la possibilità e la necessità che uno stato ha di impiegarli nel loro settore; oggi si assiste ad un “sovraccarico” di alcune professioni, mentre siamo totalmente sprovvisti di ricercatori di Fisica e Chimica, la classe docente è di bassissima qualità, anziana, e non aggiornata alle moderne tecnologie. Se uno stato come l’Italia, storicamente patria di menti straordinarie non “raddrizza il tiro” ci troveremo sommersi dalla mediocrità, le statistiche dei lettori saranno sempre più basse, diminuiranno le tessere nelle biblioteche, le partecipazioni alle conferenze saranno irrisorie ed in modo direttamente proporzionale a questi cali assisteremo all’aumento dei tesserati da stadio, degli acquirenti dei digitali terrestri, dei videogiochi e di tutto ciò che mette in “pausa” il nostro cervello.

La Filosofia oggi, con il suo continuo interrogarsi sul senso delle cose, con il suo naturale sbocco nella Logica e nell’Epistemologia, consente ai giovani di assaporare la libertà intellettuale, la possibilità di costruire autonomamente la propria strada e di affrontare le sfide che la vita gli proporrà con estrema razionalità e serenità. Come diceva Epicuro “l’uomo non smetta mai di fare filosofia” e cosi sarà “come un ‘Dio’ tra gli uomini”.

Commenti all'articolo

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.47) 10 novembre 2009 12:41
    Francesco Rossolini

     Complimenti Leonardo, l’appiattimento culturale verso cui stiamo tendendo è preoccupante. 

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 4 dicembre 2009 15:02
    Renzo Riva

    Si comprenda perché ho dato voto negativo a questo articolo.
    Potremmo avere anche 10 milioni di laureati in filosofia e ciò sarebbe un indubitabile vantaggio per il Paese dal punto di vista culturale purché poi se serve al Paese un autista d’autobus o uno specializzato in qualsiasi mestiere siano disponibili queste professionalità.
    Altrimenti é solo pestare l’acqua nel mortaio.
    Ricordate il mito del laureato svedese o finlandese che guida l’autobus?
    Purtroppo in questo malconciato Paese esiste la fabbrica degli eternamente furbi con oltre 3 milioni di statali propri solo dei sistemi comunisti di cui abbiamo visto la fine ingloriosa.
    Devo altresì dire che dall’età di ventotto anni, oggi ne ho sessanta, io, diplomato in elettronica industriale, ho sentito l’esigenza di avere delle cognizioni filosofiche e da allora non ho mai smesso di leggere, libri e articoli al riguardo, compatibilmente col tempo disponibile.
    Oggi, per esempio, dico con Polibio, siamo in una democrazia degenerata che sfocerà in "oclocrazia" con tutto ciò che comporterà poi uscirne.
    Invito a leggere ed approfondire il termine "anaciclosi" dove Polibio descrive magistralmente la sua speculazione intellettuale.
    Voglio significare con ciò che il sapere non appartiene solo ai corsi scolastici o universitari ma anche alla volontà d’una preparazione permanente che non deve per forza sfociare in un "pezzo di carta" bensì nella pratica quotidiana della cultura man mano acquisita e sperimentata sul campo del sociale e del privato.

    Mandi,
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

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