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Il Sahara sbarca in Sicilia

di Claudio Colletti

E’ estate. E come ogni estate i mass media riportano ogni giorno notizie sul caldo che fa! Solite immagini, di repertorio e non, e interviste da Mondello e San Giovanni Li Cuti...avete notato? Per i TG nazionali sembra che in Sicilia ci siano due spiagge sole...
Ma questa attenzione sara’ per fare vendere piu’ condizionatori o c’e’ qualcosa di piu’?

Molti studi si occupano di "riscaldamento globale" e "desertificazione". In effetti recenti studi mostrano un preoccupante peggioramento della disponibilita’ di acqua nel Bel Paese e, come tutti sappiamo, proprio in Sicilia l’acqua non e’ mai stata abbondante, soprattutto in certe zone.

La disponibilità di riserve idriche è fondamentale per l’ecosistema e per le attività primarie dell’uomo e la mancanza d’acqua (la mancanza, non l’indisponibilita’) puo’ avere un impatto rilevante sia sull’ambiente che sull’economia.

Ma cosa si intende per desertificazione? La definizione più accettata è stata data dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCDD) dove viene definita come "degradazione del territorio in aree aride, semiaride e sub-umide secche dovuta a vari fattori, comprese la variazioni climatiche e le attività umane".E’ un processo graduale di perdita della produttività dei suoli e di riduzione della copertura vegetale dovuta a cause naturali (cambiamenti climatici, morfologia del territorio) ed antropiche (deforestazione, incendi boschivi, urbanizzazione, consumi idrici irrazionali)
Un’area desertificata perde irreversibilmente la capacità di sostenere la produzione agricola e forestale, i suoli diventano salini, aridi, sterili e improduttivi. E dunque possono solo venire abbandonati e restare luogo di nascondiglio per lucertole e ben poco altro.

Ma qual e’ la situazione che riguarda il territorio siciliano? Se guardiamo la cartina sotto riportata possiamo valutare la mappa di rischio elaborata dall’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliano.


La situazione e’ tutt’altro che rosea, anzi le zone rosse sono addirittura molto consistenti.

Anche se siccità e desertificazione in Italia sono fenomeni che non hanno la drammaticità del continente africano o di alcune zone di Asia e America Latina, non sono da trascurare. Il fenomeno sta assumendo sempre più dimensioni generali e segnali negativi provengono da alcune zone dell’ennese, del ragusano e del trapanese (dove non per niente da sempre si trovano le saline piu’ famose d’Italia)

 

"La Terra è minacciata dalla crisi dell’acqua" avverte la Banca Mondiale.
All’inizio del ’900, l’Umanità utilizzava circa 600 chilometri cubi di acqua. Oggi ne utilizza 6.000: dieci volte tanto. Negli ultimi dieci anni la popolazione umana è raddoppiata. Ma i consumi di acqua si sono quasi quadruplicati, tanto da sfiorare, ormai le capacità di riciclaggio della natura che, ogni anno, col suo ciclo idrogeologico, rende disponibile all’uomo da 9.000 a 14.000 chilometri cubi di acqua potabile.
L’uomo ne utilizza i 40 - 65%, ma si calcola che nel 2050, quando la popolazione mondiale supererà i nove miliardi di persone, la domanda di acqua potabile potrebbe eguagliare, se non superare, l’offerta della Natura.

E’ ormai indispensabile dare un nuovo valore all’acqua e governare i consumi tenendo conto della dinamica delle risorse, cioè della disponibilità dell’acqua, e non, come spesso accade, assecondando la dinamica della domanda. Bisogna rivedere la gerarchia dei bisogni, ridurre i consumi d’acqua, o, in parole povere, consumare meno e meglio.

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