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Il primo documentario open source per scoprire il Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi

La Fondazione Accorsi di Torino, in collaborazione con il magazine online Contesti.eu, ha realizzato un documentario per raccontare il Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi e farci scoprire i tesori in esso contenuti.

Il Museo di Arti Decorative della Fondazione Accorsi è stato inaugurato il 3 dicembre 1999 e contiene l’intera collezione dell’antiquario Pietro Accorsi, che nel corso della sua vita recuperò migliaia di opere d’arte sparse nel mondo. Il Museo Accorsi si presenta come una collezione da "vedere, ascoltare, sentire, toccare": non presenta barriere architettoniche e favorisce l’accessibilità sensoriale per non vedenti e non udenti.
 
Ora è stato realizzato un cortometraggio per raccontare questo museo, all’insegna dell’accessibilità culturale: il documentario, infatti, è stato realizzato con software open source (software libero e condivisibile) e rilasciato con licenza Creative Commons 2.5 IT Some Rights Reserved (che consente la riproduzione, la distribuzione e la trasmissione del corto con citazione dell’autore, purché a scopi non commerciali).
 
Il documentario (visibile a "puntate" in streaming su Contesti.eu) è il risultato di una coproduzione tra il Museo di Arti Decorative della Fondazione Pietro Accorsi e Contesti.eu open video, l’etichetta di produzioni audiovisive del magazine online, che fa della condivisione della cultura il suo punto forte. A entrambi si deve infatti la scelta di rendere questo lavoro aperto e condivisibile, sottolineando il valore universale della cultura e la necessità di condividere il sapere.
 
Il cortometraggio, della durata di 29 minuti, ci porta attraverso le ventisette sale del museo e le antichità che vi sono esposte, facendoci scoprire la loro storia attraverso la voce fuori campo di Maurice Agosti, gli interventi e le precise descrizioni di Giulio Ometto, Presidente della Fondazione Accorsi e Arabella Cifani, Direttrice del Museo di Arti Decorative, che si sono occupati della redazione dei testi. Un breve capitolo alla fine del DVD è riservato al backstage, girato durante le riprese.
 
Il regista, che ha diretto un giovane staff di appena sei persone, si è occupato personalmente anche del montaggio del filmato. Della colonna sonora si è occupato invece Alex Stirner, compositore torinese di musica elettronica, mentre la fotografia è di Maria Antonietta Ricagno. Il documentario è caratterizzato da un linguaggio filmico personale ed è ascrivibile a tutti gli effetti al documentario di creazione.

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