Il male oscuro di Obama
La vera partita della riforma sanitaria negli USA. non è uno scontro nazionale ma riguarda tutto il mondo. Cerchiamo di capire il perchè.
E soprattutto, è in corso un processo che potrebbe modificare radicalmente il ruolo e il senso del popolo della rete.
Si tratta della prova di forza che Obama ha ingaggiato sulla riforma sanitaria.
Nonostante l’aggravarsi dello scacchiere afgano-iracheno, in queste settimane, è il fronte interno che preoccupa il presidente Obama.
Obama ha lanciato una campagna di discussione di massa, che non si ricordava negli USA dai tempi delle leggi anti segregazioniste della fine degli anni 60.
Una campagna che vede scendere in campo la pancia dell’America: sia nel campo repubblicano che in quello democratico.
Una pancia che si conferma refrattaria a proposte solidariste, quale quella contenuta nel piano presidenziale per riformare l’assistenza nel paese.
Per la prima volta il presidente dei record di consenso è in difficolta.
Nel suo stesso partito si registra una resistenza consistente ai propositi riformatori.
Obama ha capito che si tratta di una prova del fuoco non aggirabile: la sua proposta elettorale è già troppo legata al progetto per immaginare un dietrofront alla Clinton.
Per questo si stanno proponendo le prime possibili mediazioni.
In questi giorni un settore del partito democratico, guidato dallo speaker del congresso Nancy Pelosi, ha proposto di sostituire l’assicurazione sanitaria minima pubblica, una specie di servizio sanitario nazionale, proposto dagli uomini del presidente, con una scelta di convenzioni con cooperative noprofit, di carattere privato.
Di questo si sta discutendo.
Il punto, che ora ci interessa privilegiare, è la base sociale che Obama sta tentando di costruire attorno alla sua proposta.
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