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Il direttore generale della F.A.O. Jacques Diouf fa lo sciopero della fame: nel mondo oltre un miliardo di persone muore di fame

Da domani, lunedì 16 novembre a mercoledi 18, si terrà a roma il vertice della F.A.O. sulla sicurezza alimentare. Per l’occasione il direttore generale dell’organizzazione, il senegalese Jacques Diouf ha annunciato uno sciopero della fame di 24 ore per solidarietà verso il miliardo e più di persone che nel mondo non ha da mangiare.

Metà del mondo ha fame e il dato più agghiacciante è quello che ogni 7 secondi un bambino muore di stenti. Rabbrividisco nel pensare a quanti ne perderemo nel tempo in cui io scrivo questo articolo e quanti ancora nei tre giorni di vertice F.A.O. sulla sicurezza alimentare, in cui si cercherà di convincere i governanti dei paesi ricchi a stanziare i 44 miliardi di dollari promessi a sostegno dei piccoli agricoltori dei paesi del terzo mondo. Restano una promessa fatta e non mantenuta anche i 20 miliardi di dollari che i partecipanti dell’ultimo G8 si erano impegnati a stanziare in tempi brevi per la sicurezza alimentare. Cifre tra l’altro irrisorie se paragonate a quanto si spende annualmente per la corsa agli armamenti o a quelle immesse nel sistema finanziario mondiale per contrastare la crisi in atto. Cifre però che consentirebbero a quei paesi poveri di ripartire mettendo in moto meccanismi di autosviluppo che appaiono, allo stato attuale l’unica politica seria per frenare un fenomeno in preoccupante aumento.
 
Di certo non basta la buona volontà di pochi, per cui sia le iniziative umanitarie in grande stile promosse da personaggi famosi e stelle del rock, sia la solidarietà dell’uomo comune che fa un’offerta alle tante organizzazioni impegnate in prima linea, restano dei palliativi rispetto alla gravità del problema. La forbice della povertà, che simboleggia il divario tra il nord e il sud del mondo andrebbe stretta alla base, altrimenti il trend continuerà ad essere quello di sempre e la distanza tra le punte è destinata ad aumentare ma questo non è possibile senza un intervento serio dei paesi ricchi teso a sostenere le zone svantaggiate, al fine di renderle col tempo autosufficienti.
 
Per contro c’è il rovescio della medaglia: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lancia l’allarme obesità nei paesi industrializzati, al punto da definirla epidemia globale. Si stima che in Europa un bambino su 5 sia sovrappeso o obeso e la tendenza è in netto aumento. E’ questa una delle tante contraddizioni della nostra era: malattie della povertà e malattie del benessere, metà del mondo muore di fame e l’altra ingrassa e quello del cibo diventa un problema per tutti, anche per chi ha avuto la fortuna di nascere nella parte giusta del pianeta.
 
Mi piace immaginare, per quanto l’idea possa sembrare sadica, un dialogo tra due bambini dalla pancia gonfia, uno per la denutrizione e l’altro per l’inattività e le troppe schifezze che quotidianamente le pubblicità gli propongono e che fanno parte integrante della sua alimentazione. Mi piace pensare che entrambi poi si rivolgano agli adulti, ai grandi a quelli che decidono le sorti dell’umanità per riferirgli le conclusioni a cui sono giunti. I bambini sono il nostro futuro, la nostra speranza ma rappresentano anche la parte più indifesa della società, in questo caso però potrebbero forse insegnarci qualcosa, potrebbero darci una spinta a cambiare le cose e magari farci provare un pò di vergogna.

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