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Il 12 dicembre 1969 l’Italia "perde la sua verginità"

Alle ore 16.37 del 12 dicembre del 1969 una bomba esplode all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano.

E’ una strage. Il bilancio dell’attentato sarà di 17 morti e 88 feriti.

Quel giorno saranno cinque le bombe che riporteranno il Paese in uno scenario di guerra.
 
Alle ore 16.55 una bomba esplode a Roma nel sottopassaggio che porta alla Banca Nazionale del Lavoro in via Veneto. Il bilancio sarà di tredici feriti.
 
Alle ore 17.20, sempre a Roma, una bomba esplode davanti all’Altare della Patria.
 
Alle ore 17.30, ancora nella Capitale, una bomba esplode accanto al museo del Risorgimento in piazza Venezia.
 
A Milano viene ritrovato un altro ordigno inesploso all’interno della Banca Commerciale Italiana in piazza della Scala.
 
Inizia quel giorno la "Strategia della Tensione" che ha visto protagonista i settori più estremi della destra neo-fascista italiana con l’appoggio dei servizi deviati.
 
Circa un anno dopo, l’8 dicembre del 1970, il tentativo di colpo di stato di Junio Valerio Borghese.
 
Dopo quarant’anni le vittime di quella strage e i loro familiari chiedono ancora giustizia. Una giustizia negata.
 
Il 23 febbraio 1972 inizia il processo per la strage di piazza Fontana. I procedimenti giudiziari termineranno il 3 maggio del 2005 in Corte di Cassazione con l’assoluzione di tutti gli imputati e l’obbligo da parte dei parenti delle vittime, costituitesi parte civile, al pagamento delle spese processuali.
 
Le parole che riteniamo doveroso riportare nel ricordo di quella strage, e delle successive stragi di Stato, sono quelle di Carlo Lucarelli, conduttore di "Blu Notte":
 
Nel suo libro "American Tabloid", che ha come sfondo l’omicidio del presidente John Fitzgerald Kennedy e da cui di solito si fa risalire una specie di perdita della verginità della società americana, lo scrittore James Ellroy dice che gli Stati Uniti non sono mai stati così vergini, così ingenui e così buoni. Non lo erano prima dell’assassinio di Kennedy e non lo furono dopo. Ma quello, l’omicidio del presidente, è un punto di svolta particolarmente importante.
 
Ecco, se qualcuno dovesse scrivere un "Italian Tabloid", prenderebbe come sfondo la strage di piazza Fontana del 1969, per la quale si è parlato spesso, e in un certo senso a ragione, di "perdita della verginità" della società italiana.
Ma chi dovesse scrivere un libro del genere dovrebbe forse parafrasare a suo modo anche le parole di Ellroy.
 
La società italiana non era così vergine, così ingenua e così buona come la ricordiamo quando scoppiò quella bomba nell’atrio della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, filiale di piazza Fontana.
Di intrighi, di segreti e di misteri l’Italia ne aveva già conosciuti, sia prima, durante il fascismo, che nei primi mesi della Repubblica. 
 
La lunga scia di sangue e di terrore che ha colpito in questi quarant’anni cittadini inermi è senza dubbio parte di una strategia politica eversiva. Eversiva rispetto ai valori repubblicani e democratici posti alla base della Carta Costituzionale, e che oggi vengono ripetutamente attaccati dall’emergere di frange estremiste che negano i principi democratici di controllo.
 
Quelle stesse frange estremiste che oggi controllano politicamente e finanziariamente il Paese, quelle organizzazioni criminali e massoniche che attaccano il principio fondamentale che sta alla base di ogni convivenza pacifica, il principio di uguaglianza.
 
Quando la lotta politica, pur necessaria per la vitalità stessa della democrazia, si trasforma in violenza della parola, e si concretizza in attacchi diretti agli organi costituzionali di garanzia, nei confronti del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale, allora parlare di eversione non è più un tabù o un’eresia.
 
Nessun organo giudiziario è riuscito a fare luce sulle stragi iniziate nel 1969 fino a quelle del 1993.
 
Quando la magistratura viene ostacolata e vilipesa dalla politica, quando viene opposto il segreto di stato sulle indagini che toccano gli stessi uomini delle istituzioni, quando la politica si rifugia dietro il paravento dell’autorizzazione a procedere, quando si cerca di modificare a propria immagine e per il proprio fine la Costituzione, quando si cerca l’impunità per sottrarsi alle proprie responsabilità, quando si confonde il ruolo pubblico con l’interesse privato, ogni qual volta ciò accade la Giustizia è negata.
 

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