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Giulio Cavalli si candida in Lombardia

Giulio Cavalli sarà condidato come Consigliere alle prossime elezioni regionali nella sua Lombardia.

Nell’intervista che ci aveva concesso l’ultimo giorno del 2009, aveva preferito non rispondere alla domanda che gli era stata rivolta su una sua possibile candidatura alle elezioni regionali nelle file dell’Italia dei Valori.
 
Devia? "Devio" aveva risposto, evitando categoricamente anche solo un accenno a questa probabilità di ingresso in politica. Invece lunedì 11 gennaio alle ora 11.00, presso la sede Idv in via Felice Casati, si svolgerà la presentazione della sua candidatura alle regionali che si terranno nella primavera 2010.
 
L’attore, scrittore e regista lombardo sarà proposto come indipendente nel partito di Antonio Di Pietro nella competizione elettorale che avrà luogo il 28 e 29 marzo, e che si svolgerà in 13 regioni italiane. I ballottaggi saranno l’11 e il 12 aprile.
 
Candidati come governatore alla guida della regione saranno il presidente uscente Roberto Formigoni per il centro-destra e l’ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati che sarà appoggiato da una coalizione di cui fanno parte Pd, Idv e Sinistra e libertà. Ancora non si conoscono i candidati di Pdci, Prc e dell’Udc.
 
Le altre regioni in cui si sceglierà il nuovo presidente di regione sono: Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Campania, Calabria, Basilicata e Puglia.
 
La candidatura di Cavalli rappresenta sicuramente un altro passo avanti del partito di Di Pietro, ultimamente spesso criticato per alcuni personaggi che a livello locale non rappresentano il massimo di caratura politica e scontentano parecchi militanti o simpatizzanti che hanno visto nel partito dell’Idv l’unica speranza di cambiamento nel panorama politico italiano.
 
Dopo l’exploit alle europee in cui Idv ha sfiorato l’8% dei voti proprio grazie alle candidature di persone pulite e impegnate, che si son dimostrate coraggiose nel loro lavoro e determinate nel portare avanti un progetto di rinnovamento nel paese e nel partito, nomi come quelli di Luigi De Magistris, di Sonia Alfano o di Carlo Vulpio, sembra che a queste elezioni Di Pietro voglia continuare su questa strada, presentando un ragazzo come Giulio Cavalli, il cui nome ha il sapore del nuovo e del pulito.
 
E proprio De Magistris e la Alfano mandano i loro messaggi di sostegno al candidato lombardo. Dopo averlo ringraziato per aver deciso di esporsi e di condividere questo percorso difficile, la parlamentare europea ha pensato anche di metterlo in guardia: "L’ho ringraziato perché ci sono già passata. So cosa diranno, so che diranno che utilizzerà la sua attività per cercare di rubare notorietà, so che cercheranno in tutti i modi di denigrarlo ed attaccarlo. Hanno già cominciato!". E ha aggiunto: "Chi attacca lo fa perché fondamentalmente ha paura, sa che noi parliamo una lingua molto diversa da quella che parlano certi Matusalemme o gente che sembra tirata fuori dalla naftalina". E ancora: "Giulio parla la lingua di strada, la lingua di tutte le persone comuni, conosce i problemi delle persone "normali" e soprattutto è un indipendente".
 
Poi il sostegno di Luigi De Magistris a "un attore, un cittadino, un lombardo, un italiano, un appassionato dell’Unità d’Italia e quindi vicino, anche, alle sofferenze del popolo meridionale e che sostiene temi a me molto cari. Innanzitutto quello del contrasto al crimine organizzato, quindi la difesa della legalità, ed è per questo suo contrasto nella sua attività professionale alle illegalità e al crimine organizzato che Giulio Cavalli da tempo vive sotto scorta ed è minacciato dalla ’ndrangheta, ed è per questo, ma non solo per questo, che egli avrà il mio massimo appoggio, per queste regionali".
 
Un giovane uomo che a 32 anni si sa già da che parte sta, una persona che ha a cuore la legalità e che quando racconta la sua Lombardia non conosce ipocrisie e non cerca di nascondere la sporcizia che inquina i palazzi del potere della sua regione.
 
"La bellezza di un impegno" lo slogan. Legalità, lavoro e Costituzione le parole d’ordine.

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