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Ghost Town

Avete presente l’uomo burbero e cinico, chiuso ermeticamente nella sua routine? Impermeabile ad ogni altrui sofferenza e dotato di ironica insensibilità? Maniacale nelle sue abitudini e profondamente (ma inconsapevolmente) solo? L’uomo che non aspetta altro che una ragione strappalacrime per capire finalmente che "una vita è degna di essere vissuta solo se dedicata agli altri" (Albert Einstein)?

Il percorso verso il disgelo di questo "cuore in inverno", semplificato per spettatori blockbuster, passa attraverso dei fantasmi, che solo lui riesce a vedere, sospesi nel limbo con storie ancora aperte. È così che prende a cuore la storia di un suo ex vicino deceduto (causa autobus) di recente e tenta così di accostare alla di lui moglie un degno compagno, che la renda felice.
 
Indovinate un po’ come finisce? Dite che si innamora lui stesso della suddetta donna? E come facevate a saperlo?
 
Tutte le storie di questo film convergono ognuna al suo lieto fine scontato, lasciandoci solo l’impressione di già visto e qualche risatina per il cinismo, solo di facciata, di questa pallida ombra del superbo Jack Nicholson di "Qualcosa è cambiato". Quello, sì, un bel film.
 
Regia di David Koepp. Con Ricky Gervais, Greg Kinnear, Téa Leoni, Aasif Mandvi, Billy Campbell. Commedia, durata 102 min. - USA 2008.

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