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Gaza Pace e Guerra Tutto Sotto Controllo

Ho tentato ieri di comunicare, ai telefoni indicatimi nelle segnalazioni e aggiornamenti dei gruppi di italiani e internazionali bloccati in Egitto, il mio dissenso e la preoccupazione. L’Unità di crisi della Farnesina mi ha risposto che intanto non dovevano partire, che già sapevano qual’era il Blocco, poi ha continuato la voce femminile a ripetermi con fermezza che tutto era sotto controllo, li seguivano… Gaza Freedom March: manifestazione al Cairo. A centinaia protestano contro blocco del Convoglio. Scrivo dunque per riassumere le notizie internazionali e sopratutto per far conoscere il Comunicato Stampa della Gaza Freedom March su Hedy Epstein tradotto in italiano.
 
Non solo non ho dubbi ma non li hanno neanche coloro che sono fermi con i generi di conforto ed aiuto, cito un brano del Secolo XIX: «Non solo non riusciamo a raggiungere Gaza perché il governo egiziano ha bloccato le nostre delegazioni e i nostri mezzi (comprese le protesi per l’anca portate da una missione della Regione Liguria). Abbiamo difficoltà anche a girare per il Cairo in gruppi di più di due o tre persone, ci fermano continuamente».
 
Parla Paolo Languasco, avvocato genovese che fa parte della delegazione di 8 liguri che volevano partecipare alla marcia per la pace su Gaza, ma sono stati bloccati al Cairo insieme ad altri cento manifestanti italiani e a circa cinquecento persone che fanno parte delle delegazioni provenienti da 52 paesi di tutto il mondo
 
«Ieri, per tutto il giorno, i manifestanti hanno fatto appello al Governo italiano, tramite la Farnesina, per chiedere di poter raggiungere Gaza, attraverso il valico di Rafah che si trova al confine tra Egitto e striscia di Gaza, o quanto meno il confine dove avevano prenotato gli alberghi. E in tutti i casi di potersi muovere liberamente almeno al Cairo, senza venire fermati continuamente come invece sta succedendo».
 
«Anche raggiungere l’ambasciata è stato un problema – riprende Languasco dal Cairo – i taxi su cui viaggiavamo venivano indottrinati per farci scendere e non accompagnarci a destinazione. Soltanto sparpagliandoci a piccoli gruppetti siamo riusciti a raggiungere l’ambasciata».
 
Tra questi c’è una piccola grande Signora, Hedy Epstein, una sopravvissuta all’Olocausto di 85 anni, che ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la chiusura della Striscia di Gaza.
 

 
Mentre scrivo, leggo che Vladimir Putin annuncia che la Russia deve sviluppare “armi offensive” per fare fronte allo scudo antimissile americano.
 
Che il presidente Obama, da una base militare nelle Hawaii dichiara che gli Stati Uniti “non daranno tregua” ai terroristi e che la Casa Bianca “si oppone alla costruzione” di 700 nuovi alloggi “a Gerusalemme Est” come annunciato dal governo israeliano.
 
Che El Pais titola con l’arresto in Iran della sorella del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, non implicata nella lotta per i diritti umani, né partecipe ad alcuna protesta ma “avvertita” di non contattare la sorella e invitata a lasciare l’appartamento dove viveva con suo marito e i due figli.
 
Che Fini dice ai soldati italiani in Libano che senza di loro la pace è irraggiungibile e che non c’é un solo italiano degno di questo nome che non sia grato all’impegno delle donne e degli uomini italiani in divisa.
 
Sono una di quelle indegne persone che in queste ultime giornate di “pace” è grata a chi la cerca, la invoca e chiede a gran voce Verità e Giustizia per tutte e tutti come la piccola Grande Signora Hedy Epstein e a tutti coloro che non si danno pace, fermi a un valico, a un Muro, dietro a una rete, come i No dal Molin, che fanno sapere come trascorreranno l’ultimo giorno del 2009 a Vicenza, base americana: ”il capodanno lo festeggeremo con una fiaccolataintorno all’area del cantiere; è un modo per denunciare quanto sta avvenendo al di là delle reti, ma soprattutto è un modo per presentare al mondo il nostro 2010: un altro anno di mobilitazione; perché, come si diceva il 17 febbraio 2007, noi «resisteremo un minuto in più di chi vuole la nuova base».
 
Non inutile dirvi che contano sulla nostra rassegnazione e il silenzio. Non siate complici, la Rete è ben altro che opprimere la Libertà. Contro la guerra: To Gaza, With Love.
 

 
Hedy Epstein, una pacifista di 85 anni sopravvissuta all’Olocausto, ha annunciato di aver iniziato lo sciopero della fame per protestare contro il rifiuto del Governo Egiziano di consentire ingresso a Gaza ai partecipanti della ‘Freedom March’. La Signora Epstein fa parte di una delegazione di internazionali provenienti da 43 paesi, che si sarebbero uniti a migliaia di Palestinesi in una marcia non violenta che dal Nord della striscia avrebbe raggiunto Eretz, il confine con Israele, chiedendo la fine dell’assedio.
 
L’Egitto sta impedendo ai manifestanti di lasciare il Cairo, costringendoli a trovare vie alternative per dar voce alla propria protesta. La signora Epstein rimarrà davanti all’edificio dell’ONU nel World Trade Center (Cornish al-Nil 1191, il Cairo) per tutta la giornata, insieme ad altri 10 attivisti che come lei hanno iniziato lo sciopero della fame.
 
“E’ importante che la popolazione sotto assedio di Gaza sappia che non è sola. Voglio poter dire alla gente che incontrerò nelle strade di Gaza che rappresento molti nella mia città e negli USA che sono indignati per le politiche adottate da Israele, USA e Europa nei confronti dei Palestinesi e che siamo sempre di più a pensarla cosi” dice la Epstein.
 
Nel 1939, a soli 14 anni, per fuggire alla persecuzione nazista la Epstein fu mandata in Inghilterra dai genitori attraverso il programma chiamato Kindertransport. Epstein non rivide più i suoi genitori che morirono ad Auschwitz nel 1942. Finita la guerra, lavorò come analista ai processi di Norinberga contro i dottori nazisti che avevano eseguito ricerche mediche sperimentali su i prigionieri dei campi di concentramento.
 
Dopo essersi trasferita negli USA, la Epstein si è dedicata alla causa della pace e della giustizia. Diversamente da molti sopravvissuti all’Olocausto, una delle cause che ha abbracciato è quella Palestinese. Ha viaggiato in Cisgiordania, ha raccolto aiuti umanitari e ora vorrebbe poter entrare a Gaza.
 
Per ulteriori informazioni:
Ann Wright, Egypt (19) 508-1493
Ziyaad Lunat, Egypt +20 191181340
Medea Benjamin, Egypt +20 18 956 1919
Ehab Lotayef, Egypt +20 17 638 2628

 

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foto baruda

 

Commenti all'articolo

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.248) 30 dicembre 2009 09:58
    Doriana Goracci

    Sono lieta che Agoravox abbia pubblicato presto quanto ho scritto. Sono pochissimi gli spazi in Rete forniti a questo evento di portata internazionale. Solitamente, non avendo blog per scelta, parto da Reset-Italia.net dove lo stesso articolo questa volta è stato corredato da una marea di commenti "informativi" che chi vuole può leggere http://www.reset-italia.net/2009/12...; . Aggiungo quì le ultime informazioni pervenutemi in ordine cronologico. I Media tacciono vergognosamente, e credo che i Media come si disse nel 2001, siamo anche noi. Grazie a chi vorrà "partecipare" quì su questa Piazza/Voce AgoraVox.
    ________________________________________________________________
    Gli attivisti della Freedom March hanno basato la loro cooperazione sul Movimento per la Resistenza Non Violenta che nasce all inizio nel piccolo villaggio di Bilin e si è diffuso in tutta la Cisgiordania.
    Questo Movimento raccoglie ebrei, cristiani, musulmani, ortodossi, attivisti di tutto il mondo ecc ecc e fa azioni di resistenza non violenta alla costruzione del ‘muro della vergogna’.
    A queste manifestazioni hanno partecipato tantissimi gruppi e associazioni israeliane per la difesa dei diritti umani e infatti non è sfuggito all occhio censore di Israele che ha prontamente arrestato, il 10 dicembre scorso, il leader di questo movimento

     L’AMBASCIATA AMERICANA AL CAIRO RIFIUTA DI RILASCIARE CITTADINI AMERICANI SOSTENITORI DELLA GAZA FREEDOM MARCH

    29 dicembre 2009, Il Cairo, Egitto: Oggi al Cairo alcuni sostenitori della Gaza Freedom March, tra cui un gruppo di circa 30 cittadini statunitensi, sono stati trattenuti in tre separate aree di isolamento all’interno dell’Ambasciata americana, nel complesso di Garden City.In un’intervista telefonica con Aishah Schwartz, direttore del Muslimah Writers Alliance, Marina Barakau – una delle organizzatrici della Gaza Freedom March – ha dichiarato che “i cittadini americani e 1.400 sostenitori della Gaza Freedom March arrivati da oltre 43 paesi del mondo, stanno chiedendo che l’assedio illegale di Gaza venga rimosso”.“Ci chiediamo anche come sia possibile che un presunto governo democratico possa partecipare di volentieri alla detenzione dei suoi cittadini presso le proprie ambasciate, e inoltre chiediamo che tutti i dovuti sforzi siano esercitati per assicurare il nostro immediato rilascio”, ha aggiunto Barakau. Barakau ha inoltre dichiarato di aver contattato il coordinatore del gruppo legale, Sally Newman.
    Nello stesso momento, tre membri del gruppo americano che è stato trattenuto hanno avuto un incontro con un funzionario negli uffici dell’Ambasciata.

    Per contatti:
    Marina Barakau
    Tel: +20 197412890“

    Stamattina alle sette partirà una delegazione umanitaria che potrà entrare a Gaza. Sarà composta da massimo due rappresentanti per ogni paese (circa 100 persone). La delegazione italiana sarà composta da Martina Pignatti e molto probabilmente da Germano Monti del forum Palestina. Le trattative sono state seguite da codepink e mediate a quanto pare dalla moglie di Mubarak e dalla mezza luna rossa.I 100 delegati potranno restare a Gaza fino al 2 gennaio.La decisione secondo quanto mi ha riferito… è stata molto sofferta
    e dibattuta. Chiaramente quanti resteranno in Egitto continueranno azioni di protesta nella città”
    Ufficialmente scrive in un comunicato Assopace che dice ciò che in sostanza ho scritto sopra:”…L’obiettivo con cui è nata l’iniziativa della Gaza Freedom March infatti era e resta quello di rompere il feroce assedio imposto alla popolazione palestinese di Gaza, così duramente martoriata dall’attacco israeliano “Piombo Fuso” dell’inverno 2008.Chiediamo con ancor più forza che il governo egiziano autorizzi l’ingresso delle delegazioni e di tutti/e i/le 1.400 manifestanti nella Striscia di Gaza, per non rendersi complice di un vergognoso assedio che continua da anni, e che provoca immani sofferenze alla popolazione palestinese.
    Associazione per la Pace”

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