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Federalismo e autostrade: quasi una parabola

Guardate questo scorcio, ripreso qualche giorno fa durante una splendida passeggiata (la scarsa definizione non rende merito alla bellezza reale del luogo). Si trova a pochi passi da dove abito. E’ il greto del fiume Adige nei pressi di Parona, una frazione della città di Verona. Lungo l’argine si snoda una stradina pedonale che per il momento collega Verona con il caratteristico paese di Pescantina, ma la cui costruzione sta procedendo oltre.

Siamo nel Parco dell’Adige. Tutto l’anno, ma specialmente da marzo a ottobre, centinaia di persone tutti i giorni percorrono questo sentiero per fare footing, per respirare l’aria buona lontano dalle automobili ed ammirare le varietà di uccelli acquatici che si lasciano avvicinare sempre più fiduciosi, o semplicemente per passare un momento di relax, di silenzio, per raccogliere le confidenze di un amico o amica. Ecco come si vorrebbe ridurla nel giro di pochi anni.

Quello che vedete è il viadotto che porterebbe la nuova autostrada urbana che si vorrebbe costruire.

Su questo tratto si prevede che transiteranno
• 4.400 veicoli/ora nelle ore di punta
• 40/60.000 veicoli/giorno
• 22 milioni di veicoli/anno.
 
 
La striscia d’asfalto passerà nel cuore dei due popolosi quartieri di Pindemonte e Ponte Crencano, accanto ad asili nido, scuole materne, elementari e medie, centri sportivi, nell’attuale parcheggio di una piscina comunale, a poche centinaia di metri in linea d’aria da un centro storico famoso nel mondo.
 
Nonostante l’ostruzionismo della maggioranza che regge il Comune di Verona (anzi, solo di una sua parte: PDL e Lega) il comitato di cittadini che si batte per bloccare lo scempio di questa nuova opera, distruttiva del territorio e dannosa per la qualità di vita della gente, ha ottenuto dal tribunale di Verona il riconoscimento del diritto a svolgere un referendum consultivo sulla nuova autostrada urbana.
 
«Devono essere i cittadini di Verona a decidere su un’opera dal costo elevato, che stravolgerà la città e che rappresenta un impegno finanziario consistente che andrà a scapito di altre scelte. I cittadini decidono, l’amministrazione si adegua». Queste parole, sacrosante, furono pronunciate dall’attuale sindaco nel maggio 2006, quando era all’opposizione ed auspicava un referendum che stoppasse un’altra opera in progetto: la tramvia. Ma come si vede, arrivando al governo della città ha ben presto cambiato idea. Tuttavia, rispetto alla tramvia, l’autostrada richiederà ben altro impegno economico: in una trasmissione della TV nazionale il sindaco Tosi l’ha quantificato in 400 milioni di euro!
 
Pochi giorni fa arriva la notizia che tutti temevano (da l’Arena):
 
Tangenziali, Comune beffato?
 
IL CASO. La procedura prevista dall’accordo tra Berlusconi e Galan per le grandi opere accantona gli enti locali. Sul traforo e sul nuovo sistema delle superstrade servirà l’ok del Cipe scavalcando i pareri delle amministrazioni. (...) Ma quello che ai non addetti ai lavori potrebbe sfuggire, catalogandolo come una semplice procedura tecnica è che il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, normalmente non ha nulla a che fare con le opere realizzate con fondi privati. E infatti sia le tangenziali venete,(...) sia il traforo delle Torricelle, stimato nell’intesa e da Technital intorno ai 330 milioni, sono opere che saranno sostenute con fondi privati in project financing.
 
Con buona pace del quotidiano l’Arena, grande sostenitore del sindaco sceriffo Tosi fin dalla campagna elettorale, anche uno sprovveduto può vedere che non è il Comune ad essere beffato, ma i cittadini. Anzi: si nota come i bisticci tra la Lega ed il governatore del Veneto Galan si ricompongano facilmente quando si tratta di grosse torte.
 
Mi chiedo, a questo punto, quale idea di autodeterminazione locale abbia la Lega: da una parte strombazza di federalismo o addirittura di secessione, con lo slogan "Paroni a casa nostra" o "Roma ladrona", poi però sottrae alla popolazione locale la possibilità di esprimersi sulle scelte che riguardano il territorio, demandandola al potere centrale.
 
Mi piacerebbe che Bossi, Maroni, Tosi, Zaia, Calderoli e Castelli esprimessero il loro giudizio sulle affermazioni pesanti del presidente dei sindaci del Veneto, Giorgio Dal Negro (PDL), eletto da pochi mesi primo cittadino di Negrar, nel Veronese: "Fuori dal mio ufficio ho fatto togliere la targa di sindaco e ho messo quella di procuratore fallimentare. Chi non rispetterà il patto nel 2010 sarà commissariato? Allora il governo prepari 518 commissari, quanti sono i Comuni del Veneto" (fonte l’Arena, 20/11/2009).
 

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