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Euro sì, euro no, euro forse

L’avvento dell’euro a detta di tutti i massimi esponenti dell’economia, ha portato dei benefici all’Italia.

“Si dice che in realtà i vantaggi della moneta unica sono realmente molteplici. Innanzitutto, la presenza di una moneta unica diminuisce i costi di transazione, ovvero gli impedimenti negli scambi tra le economie. Con un’unica moneta gli introiti derivanti dalla vendita dei beni all’estero sono immediatamente spendibili nel Paese di origine delle esportazioni e non occorre convertirli in valuta nazionale.

 

Tali costi, ovvero quelli dedicati al servizio di conversione delle due valute, sono del tutto evitati quando circola una moneta unica. Un’altra argomentazione a vantaggio dell’unione monetaria è che essa non può essere sottoposta ad attacchi speculativi, ovvero improvvisi aumenti nella domanda di valuta estera in cambio di valuta nazionale, in particolare non sorgono problemi di credibilità del regime di cambio i quali possono generare aspettative di deprezzamento e indurre ad attacchi speculativi. Un altro aspetto dell’unione monetaria è che la politica monetaria è scelta collegialmente e non unilateralmente, riducendo così la probabilità di politiche monetarie anticicliche per alcuni membri.”

(Laura Ricciardi.lr Finanza Live)

L’analisi degli economisti è tecnicamente ineccepibile, l’unico neo è che l’adozione dell’euro ha provocato degli effetti collaterali.

Un lavoratore dipendente, un pensionato, con l’avvento dell’euro, ha visto le sue entrate e i suoi risparmi semplicemente trasformati da lire in euro.

Se per ipotesi, i consumi di queste categorie non sono molto cambiati, ma prima riuscivano ad avere qualche mese in attivo, mettendo da parte qualche risparmio, mentre negli ultimi anni tutto ciò non è stato più stato possibile, una causa ci deve essere.

Si potrebbe ipotizzare che tutti quelli che non erano dipendenti o pensionati, ma lavoratori autonomi, hanno un poco per volta fatto coincidere il valore di mille lire con 1 euro. Molti di quelli che potevano aggiornare le tariffe o i prezzi l’avranno fatto, per cui si può presumere che le risorse finanziarie sparite dai risparmi e dalla disponibilità di chi ha avuto il reddito semplicemente convertito, sia andato ad accrescere le finanze e i patrimoni di chi ha fraudolentemente adeguato le proprie tariffe o i propri prezzi, con una scorretta operazione di cambio.

Ora tutti i problemi della crisi sono diventati acuti, però nessuno punta il dito contro chi si è arricchito in modo illecito, le risorse finanziarie anche se diminuite, si sono comunque concentrate nelle mani di pochi, e l’economia ristagna, in quanto le masse non hanno più nulla da spendere.

I controlli da parte dello Stato sarebbero semplici, la crescita di patrimoni che negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura, indica dove intervenire per prelevare risorse finanziarie e ridistribuirle tra la popolazione.

Purtroppo molti di quelli che dovrebbero essere colpiti, siedono in parlamento, per cui non si faranno mai del male da soli.

Quando la fame sarà diffusa chi potrà sentirsi al sicuro dalla furia dei disperati?

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