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 Home page > Attualità > Economia > E’ giusto che lo Stato salvi le imprese?

E’ giusto che lo Stato salvi le imprese?

In quali casi è giusto salvare un’impresa, sia pure una banca, con i soldi dei contribuenti? Come dovrebbero sentirsi i dipendenti delle società che lo stato lascia fallire?

Nella rubrica Ecoballe de "Il Fatto", Francesco Bonazzi ci segnala la curiosa corrispondenza tra gli 1,45 Miliardi di euro di Tremonti Bond, che il Banco Popolare ha deciso di emettere e il fatto che la stessa banca avrebbe bisogno di 1,2 Miliardi, per chiudere l’affare Italease. Questa “singolare coincidenza” dovrebbe indurci qualche riflessione.
 
Prima Precisazione.
I Tremonti Bond (cito dall’articolo di Bonazzi) «sono obbligazioni emesse dalle banche e sottoscritte dallo Stato: pagano un interesse annuo, ma non hanno scadenza e per questo aumentano il patrimonio - e non il debito – di chi le emette». Aggiungo che le banche che vogliono farvi ricorso hanno dei vincoli di impiego, ossia devono destinare i fondi ricevuti in prestito dallo Stato all’aumento dei finanziamenti nei confronti delle imprese.
 
Seconda Precisazione.
Il problema concernente Banca Italease, non è lo stato di difficoltà incontrato da un normale istituto di credito, che tutti potremmo comprendere. Si tratta di qualcosa che l’autore non esita a definire «solo una magagna dei suoi azionisti, che sono le principali banche popolari».
 
Considerazioni.
Esiste un vasto consenso sul fatto che le banche non possano fallire in modo analogo alle altre imprese, per via delle peculiarità connesse con l’attività d’intermediazione finanziaria, si pensi ad esempio alle conseguenze di una corsa agli sportelli, che in passato hanno travolto anche istituzioni sane.
 
Durante l’ultima crisi finanziaria abbiamo assistito al salvataggio di importanti istituzioni finanziarie, ritenute “troppo grandi per fallire”. Detti salvataggi sono avvenuti anche in Paesi, come gli Stati Uniti, dove di norma le banche di piccole dimensioni falliscono, perché non vi è il rischio di conseguenze per l’intero sistema finanziario.

Che succede in Italia? I depositi dei risparmiatori, nel nostro Paese, sono tutelati da un apposito fondo di diritto italiano fino a centotremila euro. Quindi, il fallimento di una banca avrebbe conseguenze limitate per i clienti. In ogni caso si cerca di ovviare al problema, quando possibile, ricorrendo al “soccorso” da parte di altri istituti dalle finanze più solide.
 
Volendo leggere il ricorso ai fondi del tesoro come un modo per finanziare il riacquisto di Italease, l’intervento dello Stato sarebbe stato “mascherato” come un’operazione con finalità diverse. Al di là di questo pur non trascurabile profilo di trasparenza, dovremmo chiederci: in quali casi è giusto salvare un’impresa, sia pure una banca, con i soldi dei contribuenti? Come dovrebbero sentirsi i dipendenti delle società che lo stato lascia fallire?
 
Esistono sicuramente delle situazioni in cui l’intervento dello Stato è necessario alla sopravvivenza del sistema (la recente crisi finanziaria ce ne ha dato prove tangibili). In tutti gli altri casi si tratta probabilmente di un arbitrio che una volta di più fa prevalere l’interesse di pochi su quello della collettività.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.236) 20 novembre 2009 19:57

    Qualcuno sa dire qual’è la politica industriale del paese? Quali sono i settori vitali per il rilancio dell’economia? Al momento abbiamo ascoltato il "rammarico" di Tremonti per le Banche che non hanno acquistato i suoi bond per aiutare famiglie insolventi e piccole imprese senza liquidi. Abbiamo ascoltato il "rammarico" di Tremonti per le Imprese in crisi (ordini e fatturato) che ristrutturano liberandosi di lavoratori a posto fisso. Nel paese del Barbiere ed il Lupo ai cittadini arriva un solo messaggio: arrangiatevi! se potete. (c’è di più => http://forum.wineuropa.it )

  • Di GCaput (---.---.---.25) 22 novembre 2009 23:29
    GCaput

    Caro massimo,
    credo che il ruolo dello stato sia fondamentale qualora il fallimento della società abbia un forte impatto sociale e nel caso si lasci fallire è necessario un equo e non discriminatorio sistema di ammortizzazione per i lavoratori. In ogni caso io non sono un liberista radicale che pensa il mercato possa riparare da solo, quindi auspicare un intervento dello stato è sensato ma ad una condizione ragionevole e scontata (ma non troppo sembra..): IL MANAGEMENT VA RIMOSSO.
    Saluti
    GCaput

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