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Dietro la morte di Brenda e il caso Marazzo ci sono gli interessi dei Casalesi su Fondi?

Scusate il sensazionalismo e le pruderie del titolo ma vorrei provare a smuovere un po’ le acque diquesta storia schifosa e trasversale che simboleggia l’Italia dei miasmi e del malaffare coperta dalla complicità di tutti o quasi. Da una parte il governo ed i suoi interessi, dall’altra una opposizione acquiescente e complice col suo peloso e doloso rispetto per la rovina politica ed umana di un uomo e di una famiglia "addolorati". Ma al dolore delle vittime chi ci pensa? Trans e pusher valgono meno di un cane se vengono ammazzati? Governo ed opposizione fanno a gara per tenere chiusa la pentola maleodorante della camorra trasversale.

Marrazzo se avesse ancora un’oncia del rispetto per se stesso e per suo padre dovrebbe parlare e molto, dire tutto quel che sa. Se ha paura è un problema suo, poteva pensarci prima di far politica, quando ancora faceva il donchisciotte su RAI TRE; era più facile parlare allora, vero? Quanto chiacchierava, quante e belle e facili denuncie faceva…

 

Intanto faccia i conti con la sua coscienza per quel che accade, se ne ha ancora una…

Ieri hanno trovato il corpo di Brenda uno dei due trans al centro dell’inchiesta sulla presunta estorsione a Marrazzo.

Cronaca dalle AGENZIE. Omicidio volontario. La procura di Roma sta indagando sulla morte misteriosa del transessuale Brenda, coinvolto nel caso Marrazzo. Si tratta della seconda morte misteriosa. Dopo lo spacciatore Gianfranco Cafasso, ucciso a settembre da un overdose in circostanze da chiarire, oggi è toccato appunto a Brenda, cara all’ex governatore del Lazio ma con la quale, secondo il racconto di Marrazzo, non ci sarebbero mai stati rapporti sessuali. Il suo corpo è stato trovato carbonizzato all’interno di un seminterrato trasformato in appartamento in via Due Ponti 180 a Roma. Accanto al cadavere, seminudo, c’erano due valigie chiuse, come se Brende fosse in procinto di partire. Ma potrebbe trattarsi di una messinscena. C’era anche una bottiglia di whisky. I vigili del fuoco sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando nelle cantine di una palazzina in via Due Ponti, intorno alle alle 4.16 di stanotte. Arrivati sul posto dopo aver buttato giù la porta hanno trovato il corpo del trans, forse morto per soffocamento da fumo. A quanto si apprende l’appartamento – dove non pare che Brenda ricevesse i clienti – sarebbe composto da un unico locale, con un soppalco. E proprio nel letto posto sul soppalco è stato trovato, supino, il corpo di Brenda.

Alcune tracce di liquido infiammabile sarebbero state trovate nell’appartamento, non lontano dal cadavere di Brenda. Inizialmente gli inquirenti si erano soffermati su un borsone, vicino alla porta, da cui sarebbero potute partire le fiamme.

Dieci giorni fa era stata rapinata e picchiata.

«Certo, avevo quel video, lo custodivo nel mio pc ma l’ho distrutto perchè avevo paura». Diceva Brenda agli inquirenti in un interrogatorio messo a verbale.

Dunque Brenda custodiva il secondo video nel suo pc, lo stesso computer che oggi è stato trovato bagnato come se fosse stato immerso in acqua per danneggiarlo.

Adesso tocca a Natalie?

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Come detto in premessa molti hanno interesse a chiudere questa storia come una classica storiaccia di trans e coca che ”pareggia" politicamente i festini di Berlusconi, mette il silenziatore al moralismo della sinistra e mantiene in auge la legendaria vanità machista della destra (“noi almeno andiamo a donne…”). Un buon pareggio e tutti a casa. Questa è l’impronta che i media vogliono lasciare su questa vicenda.

Ma l’impronta lasciata sull’ex Presidente della Regione Lazio è un po’ più complessa. Che andando coi trans e tirando coca sia stato fregato anche politicamente è ormai fuori di ogni dubbio e chi l’ha fottuto ha lasciato più di una traccia di sé. Un’impronta che racconta molto di più dei trans e della coca, racconta di un grumo di sangue che porta dalle parti di Caserta passando per Fondi. Racconta di un alleanza politica - casalesi ai più alti livelli.

Trans e coca sono bruscolini rispetto al marcio che c’è dietro. La puzza si sente subito anche per un altro motivo.

Ci sono molti elementi che diverse persone conoscono ma che nessuno si preoccupa di evidenziare, riassumere, raccontare e non certo perché ci sia una indagine in corso. Inoltre c’é un Prefetto che viene smentito ed umiliato da molti mesi e che pure ha messo tutto per scritto, con nomi e cognomi. Perché l’indagine mediatica non segue l’intendenza questa volta? Forse perchè la puzza di camorra e di coperture politiche arriva forte fino a Roma?

La rapidità con cui i media di regime si sono tuffati nel chiacchiericcio osceno su Marrazzo ed i suoi gusti trans è proporzionale alla noncuranza con cui hanno tralasciato di dire una sola parola sullo scontro tra Marrazzo e il Comune di Fondi colluso con la camorra.

Basterebbe riunire i fatti ed operare una operazione di semplice matematica, la somma (2 + 2 = 4), non per sputare sentenze superficiali ma solo per farsi venire voglia di capire ed indagare.

Una cosa che nell’Italia di Berlusconi sembra ormai una bestemmia ed anche fra i suoi presunti oppositori pare essere una antica e fastidiosa abitudine da abbandonare…

Cominciamo a riunire solo i fatti senza chiamarli neanche indizi.

Marrazzo era un habitué dei trans e della coca. Andava spesso in via Gradoli con ricche mazzette di denaro ed era in buoni rapporti con un pusher di nome Cafassi, un omone obeso, detto “”il pusher dei trans”.

Cafassi è stato trovato morto il 12 Settembre scorso. E’ lui che ha cercato di vendere il video di Marrazzo alle croniste di Libero per 500mila euro. Aveva detto loro di “essere nei guai“. Cafassi è originario del pontino, del basso Lazio.

Fondi è il comune mafioso del sud del Lazio. La zona è di competenza della Camorra, dei Casalesi. E Cafassi prendeva la droga da loro. Poi qualcosa è andato storto con costoro: potrebbe essere stato lui a mettere in mezzo Marrazzo?

In effetti i Casalesi avevano buoni motivi per mettere sotto il loro tallone colui che li stava scontentando e che aveva nominato un nuovo direttore del mercato ortofrutticolo, un tecnico, e sempre a Fondi aveva negato un’altra nomina in una società che gestisce gli immobili dello stesso mercato ortofrutticolo. Sapevano delle sue compromissioni con il Cafassi e il mondo parallelo di Via Gradoli. Premevano sul Cafassi per costringerlo a vender loro il video. Della sua fine si sa poco. Hanno detto arresto cardiocircolatorio.

Nel contempo rileggiamo la vicenda nazionale.

Il Governo aveva rinunciato a commissariare il comune di Fondi, ponendosi in una posizione garantista, esasperatamente garantista, nei fatti dalla parte della camorra.

Tutti sanno del via vai con la cittadina pontina di tre ministri importanti dell’attuale governo, tutti e tre - che coincidenza – difendevano i mafiosi del comune di Fondi opponendosi al commissariamento in sede di Consiglio dei Ministri.

Intanto si sa anche che B. ha in mano il video – tralascio per brevità raccontare come sia arrivato a lui, per il momento – e se lo tiene per due settimane; poi decide di entrare nella partita con un avviso amichevole molto poco istituzionale per un presidente del consiglio. Pensare che in realtà fosse una intimidazione “Sei nelle nostre mani, farai quello che vogliamo” dato il pulpito da cui proviene il messaggio non è arbitrario.

Ma che aveva fatto di specifico Marrazzo?

Marrazzo come già detto aveva posto ai vertici del mercato ortofrutticolo di Fondi un tecnico dalle note capacità, per bloccare le infiltrazioni della camorra. E aveva espresso parere negativo su una nomina in cui erano coinvolte due società, IMOF e MOF, che gestiscono il mercato immobiliare con personaggi legati alla ’ndrangheta e alla camorra.

Queste cose sono nero su bianco nelle accuse formulate dal prefetto Frattasi e dai magistrati competenti quando hanno chiesto il commissariamento del Comune di Fondi.

Anche Storace arriva a dire che “sarebbe interessante capire quali atti (relativi al governo della Regione) siano stati compiuti tra la fine di giugno e ottobre per capire chi facesse pressione su chi”.

Chi è ricattato dalla criminalità non si limita a pagare in denari, paga anche in altri modi. Loro lo sanno e chiedono.

Marrazzo nel frattempo aveva detto: “Le istituzioni devono immediatamente dare un segnale inequivocabile sul Comune di Fondi. Anche questa bomba testimonia l’esistenza di un clima di violenza e illegalità che mette sotto assedio la città e i cittadini. In questa situazione lo scioglimento è un atto indifferibile. Il Comune di Fondi va sciolto senza più dubbi perché non possiamo consentire che la cittadinanza resti prigioniera di questa emergenza legalità e sicurezza”.

Ma Berlusconi non dà il via alla procedura, traccheggia e sente altre campane.Tra l’altro si può ben dire che se il governo avesse fatto il proprio dovere, avrebbe indirettamente coperto Marrazzo nella sua iniziale resistenza alle pressioni delle cosche.

Forse qualcuno c’era , Maroni ad esempio, cje avrebbe voluito farlo ma ha trovato una controresistenza fortissima, formidabile.

La richiesta di scioglimento del Comune di Fondi per pesanti condizionamenti mafiosi sull’attività amministrativa risale al febbraio 2009.

Sebbene richiesta per 2 volte anche dal Ministro dell’Interno Maroni, il Governo l’ha respinta con giustificazioni paradossali, rifiutando il commissariamento. Alla fine Sindaco e maggioranza hanno scelto di dimettersi da soli.

All’interno del Governo c’erano forti resistenze al commissariamento. Il Comune di Fondi è governato dal 2006 da una maggioranza in cui prevale FI per il 46%.

Le pressioni più forti vengono da ambienti del governo legati per motivi elettorali e familiari alla zona, gente del calibro di Brunetta, Matteoli e Meloni, con quest’ultima che si esprime esplicitamente a favore del comune di Fondi.

Ma perchè costoro si danno tanto da fare per la giunta di Fondi?

Cos’altro c’é che pochi dicono ma molti sanno, notizie che però non bucano i video di nessun telegiornale?

FINE PRIMA PARTE. CONTINUA DOMANI

 

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