• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Crisi & Politica. I comunicati Istat di ottobre

Crisi & Politica. I comunicati Istat di ottobre

I comunicati Istat del mese di ottobre riguardanti il valore del commercio fisso al dettaglio e il fattutato e gli ordinativi dell’industria, riferiti al mese di agosto, presentano ancora pesanti segni negativi. 

L’INDUSTRIA AD AGOSTO

Il fatturato totale dell’industria nel mese di agosto, riferito allo stesso mese del 2008, continua a peggiorare (-18,5) secondo le pubblicazioni dell’Istituto di Statistica, rese note il 20 di ottobre.

Ancora più preoccupante il crollo degli ordinativi, con un drastico -27,5% in un anno, evidenziando la difficoltà di tutto il sistema industriale italiano, in affanno non solo nel mercato interno (-6,1% rispetto a luglio), ma anche nelle esportazioni (-12,8%).

Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha commentato nei giorni scorsi questi dati come "poco significativi tenendo conto il mese di riferimento", ma si è subito rallegrata dell’ennesimo colpo di scena di Silvio Berlusconi che ha annunciato, come rimedio contro la crisi e per far ripartire le aziende in difficoltà, il taglio dell’Irap (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) fino alla sua completa eliminazione. 

Proposta, quella del premier, che ha suscitato non poche perplessità del ministro dell’economia Giulio Tremonti, il quale era all’oscuro della sorpresa riservatagli dallo stesso Cavaliere.

Intanto Giuseppe Morandini, presidente delle Piccole Imprese di Confindustria, lancia l’allarme - "Un terzo delle piccole e medie imprese italiane è in mezzo al guado della crisi, mentre un altro terzo non sa come uscirne e rischiano seriamente di chiudere" - Avrà letto anche lui il comunicato Istat del 22 ottobre riferito al valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio?

LE VENDITE AD AGOSTO

Ebbene le vendite al dettaglio nel mese di agosto, e riferite allo stesso mese del 2008, hanno registrato un calo del 2,9% (era del 2,6 nel mese di luglio).


Settore "alimentare"
Il settore alimentare è il più colpito (-2,8% in un anno) e il crollo questa volta riguarda non solo le piccole imprese, ma anche la Grande Distribuzione (-2,2%) - segno inequivocabile che le famiglie italiane hanno difficoltà anche a fare la spesa, e agosto in questo caso non è "poco significativo", visto che ad agosto le fabbriche chiudono e le persone vorrebbero spendere di più durante le ferie.

Settore "non alimentare"
L’andamento negativo non cambia nemmeno per il settore non alimentare che accusa un meno 2,8% annuo, in perfetta linea con i dati del mese di luglio (-2,8%) - ma ad accusare il colpo è ancora una volta la Grande Distribuzione (-2,5%) - i dati registrati a luglio parlavano di un contenuto meno 0,6%. 

Nemmeno la vendita dei decoder necessari per passare al digitale terrestre è bastato al governo per spingere le famiglie ad aumentare i loro livelli di consumo.

BOLLETTINO ECONOMICO n. 58

Nel bollettino economico della Banca d’Italia di ottobre erano già contenute importanti considerazioni - "Si è consolidato soprattutto nelle componenti prospettiche - scrive lo staff di Mario Draghi - il miglioramento degli indicatori di fiducia delle famiglie e, in misura meno decisa, delle imprese. Continuano tuttavia a peggiorare gli indicatori relativi alle indicazioni di acquisto di beni durevoli e alle condizioni del mercato del lavoro. La propensione a investire delle imprese rimane molto bassa. Pesa verosimilmente sulle decisioni di spesa delle famiglie il calo dell’occupazione, in atto dalla metà del 2008. Nel secondo trimestre la perdita è risultata di oltre mezzo milione di occupati rispetto a un anno prima, escludendo i lavoratori immigrati" .

Se escludiamo il settore alimentare, dove le famiglie stanno tentando di risparmiare ricorrendo alle vecchie "ricette della nonna" e stanno reimparando a fare la spesa in maniera intelligente senza sprechi, il settore non alimentare, quello dei beni durevoli, è in profonda crisi.

Una crisi che potrebbe portare a migliaia di nuovi disoccupati, o cassintegrati, nel giro di pochi mesi.

Non si può affermare che la crisi "ce la siamo buttati alle spalle" se il numero di occupati continua a contrarsi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares