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Continua lo scontro di cifre tra i Magistrati e Alfano. Aveva ragione Paolo Borsellino

Chi rompe paga, e si siede al governo
(Leo Longanesi)


Continuo a parlare arabo, nel silenzio dei social network e di molti siti.
Stranamente ne ha parlato anche l’Ansa, ieri, come scossa da un tremito di libertà di stampa. Deve essersi ammalata di febbre suina, non trovo altre spiegazioni.
Riprendendo da dove avevamo lasciato, è aperta guerra di numeri tra Anm (associazione nazionale magistrati) e Angelino Alfano, senza esclusione di colpi: grazie alla norma sul processo breve, secondo i primi, andrebbero a veline tra il 10 e il 40% circa dei processi penali pendenti, mentre secondo il ministro l’1%.
Se non ci credete leggetelo coi vostri occhi, c’è questa disparità di cifre.
 
Il Csm, ovvero il Consiglio Superiore della Magistratura, sottolinea il dato fornito da Anm: verranno prescritti il 40% dei reati pendenti.
 
Gianfranco Fini prende posizione, o meglio dice un qualcosa di interpretabile come critica stridente, ma non va nello specifico:"Credo si possa discutere sul fatto che i processi devono essere definiti in tempi ragionevoli, ma deve essere chiaro che questa non è la riforma della giustizia".
 
Tuttavia, ad essere sinceri, non c’è da preoccuparsi se il 40% dei processi penali in corso va a escort. C’è di peggio. Il problema del futuro sta nel fatto che (come comunica l’Anm): "E’ ormai evidente il rischio, anzi, la certezza, di una vera e propria paralisi della giurisdizione, che si traduce nella abdicazione dello Stato al controllo del territorio, e alla tutela della sicurezza dei cittadini, in zone segnate dalla pesante presenza della criminalità organizzata e mafiosa, e della delinquenza diffusa. A fronte della situazione creatasi negli uffici giudiziari più esposti, le proclamazioni di intento di abbreviare i tempi del processo e di rafforzare la lotta al crimine appaiono prive di ogni credibilità.
 
Alcuni uffici giudiziari del Sud sono ormai completamente carenti di magistrati. In altri uffici, sia al Sud che al Nord, le scoperture di organico sono superiori al 60%.
In un avamposto della lotta alla mafia come Palermo mancano ben 16 pubblici ministeri. A fare le spese di questa situazione saranno, come sempre, i cittadini onesti."
 
Non c’è molto da commentare.
Posso, però, chiudere con le lacrime agli occhi ripensando ad un grande uomo, che ha lasciato le sue impronte di gigante su questa terra, che mai gli ha portato troppo rispetto.
 
"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo."
Paolo Borsellino

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