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Confusioni ecologiche e certezze etiche

Capita anche di ravvisare su autorevoli quotidiani segnali di confusioni ecologiche. Ad esempio qualcuno ha definito energie rinnovabili l’eolico, il geotermico ed il solare, dimostrando così cognizioni di fisica approssimate.
 
In effetti :
- il geotermico non fa parte delle energie rinnovabili;
- eolico e solare sono praticamente la stessa cosa perché è il sole a generare i venti e, da questi, anche le onde del mare.
Urge un poco di chiarezza.
 
Innanzitutto l’universo in cui viviamo non è affatto quello ciclico composto da cieli immutabili e da una terra in divenire, secondo le convinzioni di Aristotele e dei greci: ogni passo in avanti dell’astrofisica è stata una picconata a questo schema, sino al big bang, che ha finito per sconnetterne gli ultimi mattoni rimasti in piedi. Il mondo in cui viviamo è quello della cultura ebraica, con un inizio ed una fine nel tempo che scorre lineare e non circolare.
 
Dal punto di vista ecologico non è cosa da poco: sappiamo che il nostro pianeta Terra si è formato, si evolve e finirà per perire assorbito dalla sua stessa stella Sole. Ovviamente questo vale su intervalli temporali ben maggiori della vita dell’uomo (parliamo di anni in miliardi).
 
Ebbene, l’energia endotermica della Terra è riconducibile a questi fenomeni transeunti di evoluzione del pianeta, consistendo in energia che ritorna alla sua superficie provenendo dal suo interno quale si è formato nella notte dei tempi. Essa, peraltro, è oggi di quantità alquanto modesta (non fu così in lontane ere geologiche, quando essa riuscì anche a causare l’estinzione del 95% delle specie viventi).
 
Non è questo il solo tipo di energia endogena che abbiamo: ad esso dobbiamo aggiungere quella endogena in senso lato delle maree, che il nostro satellite Luna genera per attrazione gravitazionale pagandolo in termini energetici con un allontanamento dalla Terra di circa tre centimetri all’anno. Ed alla fine la Luna si distaccherà del tutto dalla Terra, sia pure dopo miliardi di anni.
 
Anche i fenomeni che portano all’energia atomica fanno parte di questa famiglia.
Le energie rinnovabili sono, invece, quelle che ci derivano dall’intercettazione e dalla successiva restituzione al cosmo dell’energia che proviene dalla nostra stella Sole.
 
Il primo esempio di utilizzo dell’energia solare, sia in ordine di tempo sia in ordine di importanza, è quello che mettono in atto le piante attraverso la fotosintesi clorofilliana: esse non fanno altro che assorbire ed utilizzare l’energia che giunge sulla Terra per irraggiamento. Gli animali, invece, si nutrono di piante, venendo così ad intercettare anche loro l’energia solare, diciamo così, in seconda battuta. Un secondo esempio è quello sopracitato dei venti e delle onde del mare; un terzo quello idrogeologico e del ciclo dell’acqua.
 
Ed i combustibili fossili? Sono energia solare intercettata dalle piante nel corso di lunghe ere geologiche ed immagazzinata nelle viscere della Terra. In effetti, nell’alternarsi delle stagioni per l’ellitticità dell’orbita terrestre intorno al Sole, il bilancio energetico fra quantità di energia solare assorbita dal pianeta Terra ed energia rilasciata al cosmo è in pareggio, ma non lo è sempre stato perfettamente; altrimenti non avremmo potuto avere i combustibili fossili ed il loro accumulo. Questo ci dà anche conto della limitatezza delle risorse energetiche fossili, destinate ad un rapido esaurimento.
 
In definitiva le fonti energetiche non rinnovabili di significativa importanza sono quella atomica e quella derivante da combustibili fossili ed esse hanno un impatto sull’ecosistema in cui viviamo, sia in termini di alterazione della composizione dell’atmosfera terrestre sia in termini di alterazione del bilancio energetico della Terra. La conseguenza in termini di temperatura del pianeta è il suo aumento, fenomeno cui ancora i governi non sono riusciti a porre un limite.
 
Le uniche forme di energia che tutto questo evitano sono quelle rinnovabili, e precisamente biomasse, eolico, idrogeologico e fotovoltaico. Costeranno pure di più, al punto di far fallire il summit di Copenaghen, ma dal punto di vista scientifico le cose stanno così senza possibilità di confusione.
 
Non manifesta, invece, confusioni di sorta il pensiero di Benedetto XVI, che ha colto l’occasione della Giornata Mondiale per la Pace per una lectio magistralis sulla necessità di comportamenti dell’uomo fondati sul rispetto dell’ecosistema in cui vive.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.50) 4 gennaio 2010 12:08

    Colgo l’occasione per lanciare una riflessione in merito alle energie rinnovabili. Sarebbe opportuno effettuare studi seri e approfonditi su cosa comporterebbe per l’ambiente un uso di massa delle energie così dette rinnovabili.

    Per esempio, la realizzazione della diga delle Tre gole in Cina, mirabile esempio di sfruttamento di massa di energia idrogeologica, è stato detto che potrebbe sconvolgere l’ecosistema locale, l’enorme massa di acqua localizzata potrebbe creare problemici geologici a lungo termine. Cosa accadrebbe se ne fossero realizzate migliaia?

    Anche un uso massivo di pannelli fotovoltaici avrebbe ripercussioni sull’ambiente. Se installassimo i migliaia di kmq di pannelli necessari al nostro fabbisogno, come reagirebbe l’ecosistema terrestre privato per una superficie non trascurabile della preziosa energia solare?

    Come dice l’autore, il sistema energetico mondiale si basa sostanzialmente sui combustibili fossili e pertanto non alteriamo se non in minima parte il bilancio energetico del pianeta, dato che consumiamo energia accumulata nel passato del pianeta. Ma il passaggio a fonti rinnovabili significherebbe prelevare tutta l’energia dal bilancio corrente del pianeta.

    Penso varrebbe la pena pensarci da subito.

    Paolo

  • Di (---.---.---.223) 4 gennaio 2010 13:52

    Va considerato il concetto d’entropia pur nel rispetto del 1° principio della termodinamica della conservazione dell’energia.
    Mandi,
    Renzo Riva

    http://www.ilgiornale.it/interni/io... fisico controcorrente vi spiego il bluff del riscaldamento globale

    Io fisico controcorrente vi spiego il bluff del riscaldamento globale

    di Franco Battaglia

    Franco Battaglia è uno dei quattro italiani tra i 650 scienziati firmatari dell’appello contro la bugia del cambiamento climatico indotto dall’uomo

    Scrivere proprio oggi sulla colossale balla del riscaldamento globale è, come s’usa dire, come sparare sulla croce rossa; e, a dire il vero, non ne avrei tanta voglia. Anche perché, diciamolo con l’onestà scientifica di sempre, i freddi globali - e sottolineo globali - di questi giorni non sconfessano la balla più di quanto l’afa di luglio non confessi che esso balla non è. E anche perché il pianeta sta effettivamente attraversando una fase di riscaldamento globale: ciò che balla è - colossale, gigantesca balla - è che l’uomo abbia un qualche ruolo sul riscaldamento e, men che meno, sul clima. E anche perché, infine, è da 10 anni che ne scriviamo.

    Faccio parte di un organismo internazionale, l’N-Ipcc (la N sta per «non-governativo») che ha valutato la stessa letteratura scientifica a disposizione del più famoso Ipcc, ma è giunto a conclusioni opposte, e ha pubblicato il rapporto «La Natura, non l’Uomo, governa il clima» (tradotto in 5 lingue, la versione italiana è pubblicata dall’editore 21mo Secolo). Il rapporto è stato inviato - assieme alla firma di oltre 650 scienziati da tutto il mondo - al Senato americano, per far ascoltare ai membri di quell’alto consesso, la voce del dissenso (o, visti i numeri, direi più correttamente, del consenso sul dissenso). Ciò che è importante, sul tema, è capire, una volta per tutte, perché col riscaldamento globale l’uomo non c’entra. Vi sono una mezza dozzina di indizi, a nessuno dei quali nessuno ha fornito spiegazione e che tutti insieme fanno una schiacciante prova.

    1) Il pianeta è già stato più caldo di adesso: senza invocare tempi geologicamente lontani, lo è stato per molti secoli nel cosiddetto «periodo caldo olocenico» di 6000 anni fa, e per un paio di secoli nel «periodo caldo medievale» di 1000 anni fa.

    2) L’attuale riscaldamento è cominciato nel 1700, quando erano l’industrializzazione assente e mezzo miliardo la popolazione mondiale, e ha continuato fino al 1940 quando erano l’industrializzazione quasi assente e la popolazione 1/3 della odierna.

    3) La temperatura del pianeta è diminuita dal 1940 al 1975, tanto che a metà degli anni Settanta del secolo scorso era popolare un’isteria per il freddo paragonabile a quella odierna per il caldo; peccato, però, che furono, quelli, anni di boom industriale, demografico e di emissioni di gas-serra.

    4) È dal 1998 che la temperatura del pianeta ha smesso di crescere e il 2008 sarà probabilmente dichiarato il più freddo degli ultimi 10 anni; ma dal 1998 le emissioni di gas-serra sono ininterrottamente aumentate.

    5) Tutti i modelli matematici che attribuiscono ai gas-serra antropici il ruolo di governatori del clima prevedono che nella troposfera a 10 km al di sopra dell’equatore si dovrebbe osservare un riscaldamento triplo rispetto a quello che si osserva alla superficie terrestre; orbene, le misure (ripeto: misure, non chiacchiere) satellitari non rivelano, lassù, alcun aumentato riscaldamento, men che meno triplo, ma, piuttosto, un rinfrescamento.

    Come si vede, quindi, l’attuale riscaldamento è occorso nei tempi e nei luoghi sbagliati rispetto alla congettura che lo vorrebbe d’origine antropica. L’ultimo indizio, poi, non è un indizio: nato come «prova regina» della teoria antropogenica del global warming esso si è evoluto in prova regina della sua inconsistenza. La parola chiave è «sensitività climatica», cioè l’aumento della temperatura conseguente a un raddoppio della concentrazione atmosferica di gas-serra; orbene, la sensitività climatica è di mezzo grado, il che significa che alla fine del 2100 potremmo aspettarci un contributo antropico alla temperatura della Terra di, forse, 0,2 gradi; contributo ben nascosto dalle molto più ampie variazioni naturali.

    Mi piacerebbe che nessuno parlasse più di riscaldamento globale, anche perché comincio ad annoiarmi; ma più che un auspicio è, la mia, una pia illusione: quella del riscaldamento globale antropogenico è una fiorente industria, ben oliata dal denaro delle nostre tasse - una quantità fantasmagorica di denaro pubblico - diretto verso progetti tanto grandiosi quanto inutili, tipo: il fantasioso sequestro della CO2, la burla della realizzazione di parchi eolici, la truffa della realizzazione degli impianti fotovoltaici. Il tutto con la benedizione del Parlamento europeo; il quale, promuovendo la politica energetica suicida del cosiddetto 20-20-20, fondata sul falso scientifico di pretendere di governare il clima, sembra ansioso di dare il via ai lavori di scavo per la nostra fossa. Che qualcuno lo fermi.

  • Di (---.---.---.1) 4 gennaio 2010 19:26

     Replicando al signor Paolo, desideravo solamente disilluderlo sull’ecocompatibilità dei combustibili fossili in quanto energia solare immagazzinata nel nostro pianeta. La sua considerazione sarebbe fondata se si consumassero petrolio, metano  e carbone con la stessa velocità con cui essi sono stati immagazzinati ; ed invece l’uomo finirà per consumarli in circa un secolo, a fronte delle lunghe ere geologiche, durante le quali essi si sono formati.

     

     Non presentano, invece, controindicazione alcuna le forme di energia rinnovabili dal punto di vista ambientale : l’utilizzo umano dell’energia di origine solare comporta sempre la sua intera restituzione al cosmo sotto forma di calore, cosa che avverrebbe comunque.

     L’unica controindicazione è di tipo economico, utilitaristico da parte dell’attuale generazione in danno di quelle future. E mi piace, a questo proposito, citare Arthur Koestler : «Qualsiasi movimento deciso a far leva su un’etica utilitaristica finisce per mettere in piedi il regno della ghigliottina e le camere di tortura. Che poi la strada verso le magnifiche sorti e progressive o il paradiso venga lastricata con citazioni di Rousseau, Marx o Maometto, fa ben poca differenza. In ogni caso nascerà una dittatura feroce e la democrazia verrà calpestata».

     Mi stupisce l’assordante silenzio delle sinistre su questi temi e la mancanza della minima forma di critica nei riguardi dell’Esecutivo. Insomma, esiste un’opposizione di sinistra in questo Paese ?

    Bernardo Aiello

  • Di (---.---.---.50) 4 gennaio 2010 21:34

    In aggiunta al mio intervento, ci tenevo a precisare che non nego in alcun modo la caratteristica "non rinnovabile" dei combustibili fossili e la "rinnovabilità" di eolico/fotovoltaico/idrogeologico. E’ indubbio che i non rinnovabili si consumano ben più rapidamente di quanto si riformino.

    Volevo solamente sottolineare che una adozione massiccia e su larga scala delle energie rinnovabili apre tutta una nuova classe di impatti ambientali, diversi da inquinamento e durata delle scorte. Si apre il concetto di impatto diretto sul ciclo energetico del pianeta, dato che l’energia sarebbe prelevata direttamente dal ciclo vitale dell’ecosistema. Auspico che ci siano studi in proposito, tutto qua.

    Paolo

  • Di (---.---.---.74) 5 gennaio 2010 00:16

    Le regioni Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e Campania non vogliono l’elettronucleare.

    Facile soluzione:

    Non fornire più l’energia elettrica se non quella localmente prodotta alle regioni che non accettano la possibile installazione degli indispensabili siti nucleari.

    Le regioni a questo punto non potranno rivolgersi per le loro forniture elettriche a Paesi comunitari e extracomunitari che hanno l’elettronucleare perseguendo eventuali forme di triangolazioni delle forniture.

    Qualora poi le prodigiose fonti cosiddette rinnovabili che, a questo punto dovranno autofinanziarsi e non più essere incentivate a discapito delle finanze pubbliche, non ce la facessero a sostenere le necessità delle imprese basterà che queste delocalizzino dove l’energia sarà disponibile.

    Provvedano poi le regioni alle necessità della eventuale manodopera che sarà eventualmente espulsa da tali ristrutturazioni.

    Giustizia vuole che ognuno paghi il fio dei suoi errori fossero anche intere comunità.

    Non risponde al vero che i popoli non sono responsabili di cosa fa la sua classe dirigente specialmente in seguito di espressioni di voto democratico.

    Questa è una storiella che va bene per le bacate menti sinistre.

    Renzo Riva

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