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Colombia, via libera all’impunità con la nomina del nuovo Fiscal General

C’è molta tensione in questi giorni in Colombia per la nomina del nuovo Fiscal General, il Procuratore Generale della Repubblica, nomina considerata importante quasi quanto quella dello stesso Presidente, soprattutto in vista del fatto che nei prossimi quattro anni (la durata dell’incarico) la magistratura dovrà affrontare nel paese processi importanti, partendo da quelli legati allo scandalo della “parapolitica” per finire a quelli della così detta “Yidispolitica”, la compravendita di voti di parlamentari del Congresso che ha permesso la seconda rielezione di Uribe.
 
In effetti la terna di nomi, che viene proposta direttamente dallo stesso Presidente della Repubblica alla Corte Suprema di Giustizia, sembra essere un vero e proprio lasciapassare confezionato su misura per tutti quei politici coinvolti in inchieste sulle loro presunte o accertate connivenze con il paramilitarismo, ma anche per le varie indagini e relativi processi che si stanno portando avanti nell’ambito dello scandalo dei “falsi positivi”: un vero e proprio crimine di Stato, circa duemila giovani giustiziati da membri dell’Esercito colombiano, vestiti con uniformi delle FARC e fatti passare come guerriglieri uccisi in combattimento per incassare premi in denaro, promozioni o note di merito.
Uno de nomi proposti dal presidente Álvaro Uribe e quello considerato papabile è infatti Camilo Ospina già ambasciatore della Colombia presso l’organizzazione degli Stati Americani ed ex ministro della Difesa.
 
Proprio mentre ricopriva la carica di ministro della Difesa infatti, Ospina emanò la Direttiva n. 029 con la quale si prevedevano ricompense in denaro ai membri delle Forze Armate per l’eliminazione di esponenti della guerriglia, scatenando così le loro fantasie più truculente sulle metodologie adatte allo scopo. Vennero addirittura create vere e proprie agenzie di offerte di lavoro, i giovani che vi si rivolgevano venivano convinti a recarsi a migliaia di chilometri di distanza con la promessa di un impiego. A destinazione eranno uccisi e travestiti da guerriglieri e quindi i loro cadaveri presentati come “prove” del lavoro svolto per la riscossione dei premi.
 
Gli altri due nomi proposti dal governo per la nomina a Procuratore Generale della Repubblica sono Juan Ángel Palacio, un ex magistrato del Consigliodi Stato e Virginia Uribe, ex consigliera del Ministero dei Trasporti Pubblici, ambedue molto vicini alla Presidenza. Recentemente sono state diffuse registrazioni audio che testimonierebbero il coinvolgimento di Juan Ángel Palacio e la sua ingerenza in alcuni casi di corruzione.
 
L’avvocato ed editorialista Ramiro Berajano ha dichiarato nel corso di un’intervista a BBC Mundo che con la terna di nomi proposta dal governo “ la nazione sa che la lotta contro l’impunità verrà posticipata di altri quattro anni e che la terna elaborata dal presidente Uribe non offre garanzie rispetto al fatto che chi verrà nominato abbia l’indipendenza necessaria per risolvere i casi che coinvolgono gli alti funzionari pubblici e i familiari del Presidente”.
 
Si riferisce ovviamente a Mario Uribe Escobar, cugino di Álvaro Uribe e suo alleato politico finito nelle mire della magistratura per lo scandalo della parapolitica in seguito alle accuse dei paramilitari Salvatore Mancuso e Jairo Castillo Peralta alias Pitirri. Mario Uribe Escobar ha rinunciato al suo incarico al Congresso per poter essere giudicato proprio dalla Fiscalía invece che dalla Corte Suprema di Giustizia con la quale il presidente Uribe non ha avuto rapporti molto sereni ultimamente.
 
Basta poco in Colombia per salvare dalle grane i familiari del Presidente della Repubblica, ma non solo. Il gioco delle tre carte salva nello stesso tempo i politici complici dei paramilitari delle motoseghe e delle fosse comuni, i militari assassini di giovani innocenti per una licenza premio, i mandanti degli omicidi di decine e decine di difensori dei diritti umani, di sindacalisti, di attivisti scomodi.
 
Il gioco delle tre carte paga sempre in Colombia e quella dell’ impunità risulta essere sempre la vincente.
 

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