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Censurare la rete, ora

"Una vera e propria istigazione a delinquere" attraverso Internet, "con effetti che tutti, purtroppo, abbiamo visto. La maggioranza sta studiando provvedimenti per oscurare quei gruppi e quei siti che sulla rete utilizzano linguaggi violenti" (Ministro dell’Interno, Roberto Maroni).
 
"Il web è un luogo che deve rimanere libero, ma che non può essere il luogo dove si scatenano gli istinti peggiori delle persone, che portano danno agli altri. Pensiamo ai siti pedo-pornografici: come quelli devono poter venire chiusi " (Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni). (Fonte: ANSA)

Alla fine il gesto isolato di un folle, gesto non imputabile alla "nefasta" influenza della rete, è usato come scusante per la censura. Massimo Tartaglia, "attentatore" di Silvio Berlusconi e in cura da anni per problemi mentali, non ha nulla a che vedere con la rete, eppure la nostra classe politica ha preso la "palla al balzo" e, ora, spera di mettere il bavaglio a quella rete che fa tanto paura. Non perché potrebbe produrre emuli di Tartaglia, ma perché sulla rete si fanno cose ben peggiori.

E sì, cari lettori, sulla rete circolano quelle verità "scomode" che raramente leggerete sui quotidiani e, forse, non sentirete mai su nessuna TV. Verità da seppellire, verità che non fanno "bene" al popolino. Ed ecco accostamenti tra internet e pedofilia, come se tutta la rete fosse un covo di pedofili e violenti. Accostamento studiato con maestria, in modo da avere l’approvazione dei milioni di perbenisti italiani che ignorano tutto quello che è la rete ma che, da bravi cittadini, seguono quello che gli passano i media convenzionali.
 
Parole volutamente generiche, come "oscurare quei gruppi e quei siti che sulla rete utilizzano linguaggi violenti", in modo da poter creare in tutta libertà il decreto che metterà il bavaglio, oltre ai famosi violenti, anche a chiunque osi criticare l’operato del governo o di qualche altro influente personaggio? Non ci sarebbe da stupirsi.


Ciliegina sulla torta? Ovviamente il Ministro della Difesa La Russa con l’idea di "inasprire le misure anti-contestazione alle manifestazioni, ed estenderle anche ai periodi che non riguardano la campagna elettorale". Non si sa mai che il popolo della rete voglia esternare le proprie idee in piazza. E il "buon" La Russa che cosa intende per "inasprire" le misure anti-contestazione? Magari dare maggiori libertà sull’uso del manganello alle nostre Forze dell’Ordine? Come se già non se ne facesse già un "generoso" uso sui manifestanti.

Maroni sottolinea che si tratta di "misure urgenti", e dunque è ipotizzabile che il governo intenda agire per decreto. Non si sa mai. Magari potrebbero risultare, poi, leggi "leggermente" incostituzionali, quindi meglio agire in fretta finché l’onda di solidarietà al Premier regge.

Ecco che, provvidenzialmente, l’aggressione a Berlusconi diventa il pretesto per un giro di vite alla libertà di espressione. Poco conta se i mezzi per perseguire chi lancia ingiurie o minaccia, sia in Internet che nella vita reale, ci sono già o potrebbero essere migliorati senza ledere la libertà di espressione. L’importante è mettere un bavaglio alla rete. Tanto la maggior parte degli italiani non sa che farsene della rete. Tra Grandi Fratelli, calcio ed altro, chi ha tempo di preoccuparsi di quello che succede nella nostra piccola Italia? Chi ha tempo di badare a "cosettine" tipo la crisi economica, la disoccupazione o altro?

Tutto va a gonfie vele fino a che abbiamo la TV ed i soldi per pagare i vari abbonamenti al calcio o altro. Ma quando si entra nella schiera dei disoccupati o dei vari truffati in vari modi dal nostro sistema? Allora giù a piangere, bestemmiare e a dire: "Come potevamo sapere?". Magari con la rete, chissà.

Attendiamo, con ansia e ben poche illusioni, notizie dal governo.

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