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Casa: la classe politica corrotta italiana offre baracche a coloro che chiedono dignità

Signori politici, la casa per l’uomo rappresenta: la famiglia, il suo rifugio e la sua sicurezza. In parole povere la dignità che ogni essere umano merita di avere.

La Costituzione Italiana dovrebbe essere un documento prezioso poiché contiene i principi sui quali si fonda la nostra Repubblica democratica; un documento del quale è importante che i politici, prima di pensare a modificarla, dovrebbero conoscerne appieno l’origine e la storia, e nel momento in cui arrivano agli scranni del potere, dovrebbero metterla in atto compiutamente basandosi semplicemente sui primi dodici articoli, ossia i Principi fondamentali della Costituzione.
 
Per riportare l’attenzione della classe politica nulla facente e corrotta del Paese in via di sviluppo su un argomento spinoso come la casa, cito il terzo articolo della Costituzione, visto che questa casta di privilegiati vorrebbe modificare la Costituzione che forse nemmeno conoscono. Speriamo che questo non accada altrimenti la fine del mondo, annunciata per il 2012 nel Paese in via di sviluppo, potrebbe arrivare in anticipo.
 
La classe politica del paese in via di sviluppo, alle baracche è abituata e purtroppo gli italiani devono patire certe scelte.
 
Infatti, dal 1945, subito dopo la seconda guerra mondiale, al 2009 questo Paese non può fare a meno delle baracche.
 
Nelle grandi città nascevano le baraccopoli, che ci ha illustrato minuziosamente il compianto Pasolini, che nella capitale sono rimaste in piedi fino agli inizi degli anni ’80, quando gli emarginati delle baracche passarono nei quartieri dormitorio, appositamente costruiti da una classe politica inetta, affaristica e corrotta, trascurando di proposito l’Art. 3 della Costituzione che recita testualmente: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".
 
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
 
La dimostrazione che la classe politica non ha messo in atto l’Art. 3 della Costituzione è il simbolo dell’inefficienza politica e del degrado politico e ambientale: lo troviamo nella capitale, quartiere Corviale (più comunemente si riferisce a un massiccio blocco di edifici).
 
La gente del posto ha soprannominato questo enorme complesso “Il Serpentone” o “Grande Serpente”. Costruito nei primi anni ’70, doveva essere una comunità residenziale che avrebbe dovuto fornire ogni servizio possibile ai propri inquilini. Ma fin dal suo avvio questa visione utopistica è stato afflitto da problemi, e non è mai stata completata.
 
A questo quartiere se ne aggiungono altri: Tor Bella Monaca, residence Roma nel quartiere Bravetta, ecc. Questi sono solo tre dei tanti quartieri dormitorio della Città Eterna, che potrebbero suscitare l’ira dei grandi imperatori della Roma Antica che vorrebbero tornare in vita per salvare Roma e l’Italia intera, mandando ai lavori forzati coloro che hanno ridotto la Città Eterna e l’Italia in un Paese in via di sviluppo.
 
I politici, sempre con la spada di Damocle dell’emergenza casa, oggi ci raccontano che nelle baracche vivono nomadi stranieri e diseredati, ma secondo il mio modesto parere queste bugie politiche non sono più ammissibili, la realtà è che in Italia manca la certezza del lavoro e una politica seria della casa per tutti. Si preferisce privilegiare la speculazione edilizia e favorire sempre i soliti amici e trascurare le esigenze della collettività. La crisi economica non influisce in quanto il Paese in via di sviluppo è perennemente in crisi economica (vedasi debito pubblico).
 
Ci avevano raccontato che con l’entrata in vigore della moneta unica, l’Euro, i problemi del Paese in via di sviluppo sarebbero stati superati, utopia politica e basta. La realtà è completamente diversa. Ci sono persone che non possono permettersi il lusso di pagare una rata di mutuo per acquistare un piccolo appartamento in quanto hanno un lavoro saltuario o precario anche se l’Art. 1 della costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
 
E sempre per restare sui Principi fondamentali della Costituzione, sempre per rinfrescare la memoria alla classe politica smemorata, cito l’Art. 4 della Costituzione: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".
 
E visto che anche questo articolo è stato disatteso dalla casta politica, italiani e stranieri vivono nelle stesse condizioni di degrado, in auto abbandonate con bambini piccoli o nelle baracche costruite con materiali recuperati nella pattumiera italiana.
 
Ma il problema non riguarda soltanto la Città Eterna, e se parlo della capitale è perché conosco una parte dei tantissimi problemi che affliggono gli essere umani ma, purtroppo, il problema è riferito a tutto il Paese.
 
A Messina gli amministratori locali hanno permesso di costruire in zone pericolose e tutti sappiamo i danni che hanno provocato due ore di pioggia. Solo per chi volutamente ignora, a Messina ci sono 3.336 baracche (censite da Legambiente) dove ci vivono più di 3.100 famiglie.
 
Costruite cent’anni fa, dopo il sisma del 1908 che rase al suolo la città dello Stretto, queste favelas si trovano nei quartieri di Giostra, Camaro e Fondo Fucile. Ma non rappresentano l’emergenza di un’ondata migratoria di rom o extracomunitari; sono solo spettrali residenze italiane.
 
Palermo, invece, ci sono circa 400 famiglie iscritte alle liste d’emergenza abitativa del comune, e 23 famiglie vivono nella baraccopoli, dove le condizioni igienico sanitarie dei container che ospitano circa 90 persone, sono cattivissime, dove le fogne sono a cielo aperto e gli abitanti sono costretti a convivere con i topi che gironzolano tranquillamente per le strade sterrate.
 
Per par condicio, inserisco anche Milano, per evitare di sentire una parte politica dire “queste cose accadono solo a Roma Ladrona o dai Terroni del sud!”, ma anche il nord nonostante la Lega, vive l’emergenza casa come il quartiere Gallaratese.
 
Non mi dilungo altrimenti l’articolo diventerebbe pesante e molto lungo, ma consentitemi di ricordare alla classe politica inefficiente, corrotta e affaristica, di studiare la attentamente la Costituzione e metterla in atto per ridare la dignità che agli esseri umani Uomini, Donne e Bambini meritano.

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