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 Home page > Attualità > Cronaca > Body Scanner: entro tre mesi in tre scali italiani

Body Scanner: entro tre mesi in tre scali italiani

Entro tre mesi sarà avviata in Italia la sperimentazione dei body scanner negli aeroporti internazionali di Fiumicino, Malpensa e Venezia. Ad annunciarlo sono i ministri dell’Interno Roberto Maroni e dei Trasporti Altero Matteoli, al termine di un vertice dell’Enac.

La paura di attentati terroristici ha avuto una nuova impennata a seguito del fallito attentato del 25 dicembre 2009 sul volo Amsterdam-Detroit, e in tutto il mondo è scattata una mobilitazione alla ricerca di sistemi più efficaci per garantire la sicurezza sugli aerei. Gli apparecchi tecnologici che a quanto pare dovrebbero riuscire a fare questo sono i body scanner, strumenti che hanno scatenato però molte cotroversie, per questioni legate alla privacy e alla salute dei passeggeri.
 
Tra i Paesi che hanno intenzione di dotarsene il più presto possibile c’è anche l’Italia, ed è di oggi 7 gennaio 2010 l’annuncio che in tre scali italiani saranno attivati entro tre mesi da ora. Infatti il ministro dell’Interno Roberto Maroni e il ministro dei Trasporti Altero Matteoli hanno rilasciato delle dichiarazioni al termine di un vertice dell’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) in merito alla questione, facendo sapere che i tre scali a dotarsi per primi di body scanner saranno quelli di Fiumicino, Malpensa e Venezia.
 
Il Presidente dell’Enac, Vito Riggio, ha fatto sapere che il 21 gennaio prossimo verrà deciso quale modello di "full body scanner" sarà acquistato e installato nei tre aeroporti. Il Presidente ha anche reso noto che l’Enac ha a sua disposizione un fondo di due milioni di euro, e il costo degli scanner è tra i 100.000 e i 200.000 euro.
 
Maroni sottolinea il primato che deve essere dato alla sicurezza: "La linea condivisa da tutto il governo è che prima di qualunque altra cosa deve venire la sicurezza per chi vola. Il diritto alla vita è prioritario rispetto a qualsiasi altra questione", e spiega così la scelta dei tre scali: "Ci sono tratte che destano maggiore preoccupazione. Se poi valuteremo che vi siano altri problemi su linee diverse, approfondiremo le questioni".
 
Il ministro Matteoli, in merito alle preoccupazioni sulla salute dei passeggeri, ha detto: "Abbiamo interpellato dei medici... e siamo stati tranquillizzati", e ha aggiunto che auspica "che ci sia una decisione europea unanime. Ma a prescindere da questa, l’Italia ha deciso di acquistare questi apparecchi. La privacy è importante, ma prima di tutto viene la sicurezza". Il 21 gennaio a Toledo si terrà una riunione dei ministri dell’Interno, e Maroni ha dichiarato che proporrà la questione e spera che gli altri Paesi europei condividano la posizione italiana.
 
Ma l’utilizzo dei body scanner desta ancora molte perplessità: non è chiaro infatti se questa possa essere davvero l’arma giusta contro il terrorismo, o solo un’ennesima misura di sicurezza che gli attentatori riusciranno presto ad aggirare... E se la sicurezza è certamente importante, è necessario assicurarsi che non si adottino misure che mettano in pericolo la nostra salute e che sacrifichino completamente la nostra privacy, magari per delle apparecchiature inefficaci o totalmente inutili.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.98) 7 gennaio 2010 18:42

    Non facciamoci troppe illusioni. Oltre agli aerei ci sono i treni e le navi. Per un aspirante kamicaze non c’è differenza. Non è nascondendosi DIETRO la cortina di laminarie che si ferma chi è pronto a tutto. Facciamolo ma ricordiamo che, se la sicurezza è un bene di tutti, la massima "discrezione" è l’interesse di tutti. Altrimenti come nel paese del BARBIERE e il Lupo in nome della sicurezza vedremo fare cose davvero strane. (c’è di più => http://forum.wineuropa.it

  • Di poetto (---.---.---.28) 8 gennaio 2010 12:30

     Per la sicurezza siamo disposti a sopportare delle plateali invasioni della nostra privacy.

    Tutto in nome della nostra sicurezza.

    Il problema è che gli obbiettivi che possono prendere di mira eventuali attentatori sono molteplici.

    Se un aereo in volo diventerà un obbiettivo difficile, sarà logico attendersi che le attenzioni saranno riversate su altri possibili, e altrettanto efficaci, obbiettivi.

    Pensiamo, ad esempio, cosa potrebbe succedere se quattro kamikaze si facessero esplodere all’interno di uno stadio durante un’affollata partita di calcio.

    Pensiamo alla folla di gente che prende d’assalto i centri commerciali in alcuni periodi dell’anno.

    Esistono, purtroppo, un’ampia possibilità di bersagli che non sono facilmente difendibili.

    Penso, ahimè, che il passo da attendersi, dai terroristi, sia quello di bersagli come treni, stazioni, centri commerciali, stadi di calcio etc.

    Pensate ai kamikaze di Baghdad, molti di loro si sono fatti esplodere in mercati affollati.

    Ben vengano le misure di sicurezza per il volo senza, però, dimenticare che l’aereo non è l’unico possibile bersaglio.

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