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Berlusconi al convegno dei giovani di Confindustria insegna come si sta al mondo

Ovvero come affrontare la vita per diventare ricchi, felici e potenti.

Si fa un gran parlare delle seppur gravi dichiarazioni di Berlusconi al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria. Nessuno ha però parlato della lezione di vita del nostro ai giovani rampolli. Una lezione di pochi minuti nella quale dà la sua visione di ogni rapporto interpersonale per come lui lo intende, un do ut des portato all’estremo, con occhio sempre vigile agli obiettivi da raggiungere. Una sintesi delle strategie comunicative da adottare per ottenere il massimo risultato, in spregio a morale, etica, onestà intellettuale, coerenza, lealtà.

Una digressione nella quale anche la parola sincerità, più volte ripetuta, si svuota di ogni significato, se si considera la coesistenza, sempre e comunque, di un secondo fine per il cui raggiungimento la sincerità diventa artificio e strategia, con ciò rivelandosi insincera.


Sii prodigo nel fare complimenti ad una donna, non perchè ti venga naturale ma perchè la devi conquistare. Sii accondiscentente in politica, cerca l’amicizia finanche di personaggi screditati, per usare un eufemismo, dai politici di mezzo mondo, perchè ne avrai benefici d’impresa; cerca di trovare un complimento anche per uno spastico, sembra impossibile ma ti assicuro che anche per uno spastico puoi trovare un complimento, se vuoi che resti cliente di Publitalia. 

Montanelli lo definì il più grande piazzista del mondo, un bugiardo tale che arriva a credere alle sue stesse bugie.



Veronica Lario lo ha definito un uomo malato. Forse intendeva qualcosa di più che un sexual addicted, come dicono gli specialisti, qualcosa di più profondo. Forse intendeva un uomo che ha vissuto e vive ogni aspetto della sua vita come una recita, in cui egli solo è a conoscenza della sceneggiatura e dei veri motivi delle sue azioni e delle sue parole, fino a perderne il controllo, non distinguere più la finzione dal vero, il sincero dall’interessato, il sublime dal meschino, il credibile dal patetico.

Ma credo - e spero - questa sia una analisi troppo profonda e troppo generosamente discolpante per questo signore: che a me pare, come è sempre parso, semplicemente un inguaribile quanto impareggiabile opportunista.

Che per un beffardo scherzo della Storia è a capo del mio paese.

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