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Amnesty: l’esecuzione in Cina del cittadino britannico è "ingiusta e inumana"

Amnesty International ha condannato l’esecuzione del cittadino britannico Akmal Shaikh, avvenuta ieri notte in Cina. L’organizzazione per i diritti umani ha chiesto alle autorità cinesi di introdurre trasparenza e rispetto dei diritti umani nel sistema giudiziario del paese.

"L’esecuzione di Akmal Shaikh mette in evidenza l’ingiustizia e l’iniquità della pena capitale, specialmente nel modo in cui viene applicata in Cina", ha dichiarato Sam Zarifi, direttore del Programma Asia di Amnesty International.

"Sebbene molte informazioni relative alla pena di morte siano considerate un segreto di stato, il trattamento riservato ad Akmal Shaikh sembra essere stato lo stesso subito da altri condannati: un processo breve e frettoloso, senza che tutte le prove siano state esaminate e presentate, terminato con una condanna a morte per un reato di natura non violenta".

"In base al diritto internazionale e alla stessa legge cinese, le condizioni di salute mentale di un imputato possono e devono essere prese in considerazione, cosa che non pare sia avvenuta nel caso di Akmal Shaikh", ha proseguito Zarifi.

"La Gran Bretagna, l’Unione europea e il resto del mondo devono continuare a fare pressioni sulla Cina per ottenere trasparenza e affinché sia garantito un giusto processo a tutti gli imputati, specialmente a quelli che devono rispondere di reati punibili con la pena di morte".

Amnesty International proseguirà la propria campagna per porre fine della pena di morte in Cina.

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