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3000 aquiloni, 430 morti in tre giorni, 1855 feriti...

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Questi aquiloni mi hanno commosso, quando li ho visti la prima volta solcare le onde del cielo. Ho pensato che è possibile essere bambini anche in Palestina, ho pensato che è possibile anche in Palestina raccogliere i pensieri e farli volare in cielo, con le proprie speranze.
Questi bambini con i loro tremila acquiloni sono entrati nel guinnes dei primati, ed in questo c’è una certa dose di ironia della sorte, uno scenario da bon ton di programma occidentale.

Da settimana scorsa i cuccioli d’uomo di Gaza city sono primatisti mondiali nel Guinness Dei Primati, e quindi assurti agli onori dell’attenzione mediatica, non perché durante 3 giorni di bombardamenti 430 di loro sono stati uccisi e 1.855 sono rimasti feriti. Non per la più alta densità di bambini intrappolati in una minuscola Striscia di terra. Non per gli elevatissimi tassi di malnutrizione (a Gaza, un bambino su 10 è affetto da deperimento di anemia, uno su 2 è affetto da anemia,1 su 3 da ritardi della crescita e il 75% dei bambini sotto i 5 anni soffre di carenze di vitamina A) Primatisti a Gaza non perchè la maggioranza dei bambini muore nel primo mese di vita poiché nati prematuramente o con peso insufficiente alla nascita, a causa della mancanza di medicinali, attrezzature e assistenza appropriata (TUTTI DATI UNICEF), come risultato della criminale poltiche di assedio e occupazione israeliane. Ma primatisti per essere riusciti a far volare contemporaneamente tremila aquiloni oltre il filo spinato e le torri dei cecchini al confine che li osservavano. (da guerrilla radio)

Chi scrive il pezzo in corsivo è Vik, e molti di voi lo conosceranno. Per chi non lo conoscesse, basti sapere che è un uomo che vive la Palestina sulla pelle ogni giorno, come volontario, come aiuto umanitario, con tutto ciò che comporta. Non posso pensare di fermare la guerra da un pc. Tuttavia posso ribadire lo stesso concetto di un bel po’ di post a oggi: ogni volta che compriamo, decidiamo se sfruttare o meno. Quello stesso bambino di Gaza potrebbe crescere in maniera differente se il consumo fosse decisamente spostato verso i beni equi e solidali.

E’ il concetto che sta alla base del mercato equo e solidale, e gioco forza, di Altr@giornata.

Per cui vi presento alcuni produttori della Palestina:

Tutti i produttori della Palestina

PARC - Palestinian Agriculture Relief Committees

HOLY LAND HANDICRAFT

ASSOCIATION OF WOMEN’S ACTION FOR TRAINING AND REHABILITATION (AOWA)

(Attualmente gran parte dei territori sono compresi nello stato di Israele, mentre alcune aree (Striscia di Gaza e West Bank) sono poste sotto il controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese. Oggi la situazione economica della Palestina si può definire come economia di dipendenza. Infatti sopravvive grazie ad aiuti dall’estero. In complesso il 64% della popolazione vive sotto la soglia minima di povertà, il 44% riceve donazioni sotto forma di cibo mentre il 30% sotto forma di denaro. Povertà e tasso di disoccupazione sono in continuo aumento, secondo un report delle NU sono aumentate del 67% e del 40% rispettivamente nel 2006. Studi della FAO indicano come il 50 % dei palestinesi non riesce a supplire ai bisogni quotidiani di cibo se non riceve aiuti.) (da altromercato) Vi riporto in particolare informazioni riguardo alla prima, PARC: PARC è stata fondata nel 1983 da un gruppo di agronomi, come risposta al deterioramento dell’attività agricola nella valle del Giordano e nella West Bank, occupate dall’esercito israeliano. Gli agronomi si rivolgevano agli agricoltori poveri e marginalizzati dell’area, offrendo loro la propria consulenza professionale. Lo sforzo del primo gruppo di volontari si sviluppò rapidamente, diventando un’organizzazione stabile, che crebbe a sua volta negli anni aumentando e differenziando le attività. Dopo i primi contatti con il commercio equo e solidale ed alcune esportazioni di prova, la vendita nel Fair Trade da parte di PARC è cresciuta costantemente negli anni, trainata principalmente dalle esportazioni di cous-cous.

Tra i prodotti delle cooperative sostenute da PARC, acquistati da Ctm altromercato, vi sono il cous-cous, le mandorle, l’olio d’oliva e i datteri al naturale. Tutti i prodotti di PARC sono tipici della cultura palestinese, della quale fanno parte da lungo tempo. Sono anche prodotti profondamente legati alla terra dove vengono coltivati: ad esempio la produzione di cous-cous è diffusa nella Striscia di Gaza e l’area di Gerico è votata alla coltivazione delle palme da dattero.

PARC ha inoltre attivato una campagna Emergenza Gaza, che possiamo sostenere (vedi qui)

Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. Gandhi

 

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