• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Nereo

Nereo

Musicista dal 1968 sia come interprete che come autore partecipa come cantautore al Festival di Venezia nel 1972 e nel 1973 come autore al XXIII Festival di Sanremo. Studioso di antroposofia steineriana svolge ricerche e studi nei campi: linguistica, ebraico, astrologia, economia, monetarismo. Pubblica per SeaR Edizioni "Numerologia biblica" (1995) ed il "Sacro simbolo dell’arcobaleno" (1998). Tra le sue altre pubblicazioni sono da ricordare: "L’assegnazione dei suoni ai corpi celesti" (ed. Ricerca ’90, 2000), "Un futuro di consapevolezza dall’antica visione del cielo" (ed. Ricerca ’90, 2001), "Numerologia della pace" (ed. Ricerca ’90, 2001), "Astrologia, numerologia e triarticolazione" (ed. Ricerca ’90, 2003), "Il cielo di tutti" (ed. Ricerca ’90, 2004), "Capisaldi di economia celeste e di liturgia cosmica per il terzo millenio" ( ed. Ricerca ’90, 004), "I sensi umani non sono solo 5" ( ed. Ricerca ’90, 2006).

Statistiche

  • Primo articolo giovedì 10 Ottobre 2009
  • Moderatore da giovedì 12 Dicembre 2009
Articoli Da Articoli pubblicati Commenti pubblicati Commenti ricevuti
La registrazione 20 3 23
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0
Moderazione Da Articoli moderati Positivamente Negativamente
La registrazione 0 0 0
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0












Ultimi commenti

  • Di Nereo (---.---.---.202) 21 dicembre 2009 10:52
    Nereo

    Condivido senz’altro. Oggi pubblicherò nel mio sito ufficiale la pagina "Marx-superstition", ispiratami in parte dal commento d pv21 sulla pescitudine. Alla fine della pagina racconto un fatto molto comico e curioso che mi è successo nel 2004. Ci terrei ad avere il suo parere. Buon Natale.

  • Di Nereo (---.---.---.84) 20 dicembre 2009 11:05
    Nereo

    Condivido. Credere che l’uomo conduca la sua vita secondo il pensiero, e non viceversa, è pretendere che "il mondo cammini sulla testa, anziché sui piedi". Così Marx esprime la sua idea sulla "mistificazione" della realtà. Per Marx la situazione condiziona interamente il modo di pensare dell’uomo. I rapporti economici e sociali si traducono per lui in dottrine, “mascherandosi”, appunto, di propositi e pretesti ideali.
    La critica di Marx dell’ideologia procede da questa impostazione di base. Per lui non è vero che l’uomo nel realizzare la sua libertà è ostacolato da rappresentazioni sbagliate. Crede che lo sia da condizioni di vita opprimenti, e che qualora queste mutassero, muterebbe anche il modo di pensare. Perciò, contro tutti i filosofi del suo tempo (tanto contro gli “speculativi”, quanto contro i “critici”), Marx proclama che l’importante non è interpretare il mondo, bensì cambiarlo. Ed chi si muove esclusivamente nella sfera delle idee è per lui un “ideologo” (termine a cui Marx da’ un significato spregiativo) a cui la società, fondata sulla divisione del lavoro, ha assegnato il compito di “pensare”. Ma il solo pensiero che veramente conti per Marx non è un pensiero puramente conoscitivo e contemplativo, bensì quello che accompagna la prassi, cioè l’azione che modifica le condizioni di vita degli uomini.
    Hegel, secondo il quale la filosofia non può “ringiovanire il mondo” ma “soltanto conoscerlo”, è per Marx il supremo rappresentante di un sapere inutilmente contemplativo e/o mistico. E per liberarsi dalle condizioni di vita opprimenti l’uomo secondo Marx non abbisogna di misticismo ma di scienza.
    Purtroppo anche oggi questo modo di pensare fa ancora presa sulla gente disabituata dal tempo di Marx a ragionare. Ecco perché lo pseudopensatore odierno, cioè il portatore di pensiero debole, diffidando del potere del pensare umano di pervenire alla verità, nega nichilisticamente perfino l’esistenza della verità dei fatti, e crede che Marx abbia davvero studiato i fenomeni storici con categorie concrete ed appropriate. Invece la “filosofia” di Marx è deficiente di pensiero in quanto non accorgendosi per esempio della differenza fra materia e idea della materia, parla di materia non vedendo che ciò è impossibile, in quanto si può parlare solo di una idea di una cosa se no si è obbligati a credere che tale idea non esista ma che esista invece quella cosa, cadendo così in ciò che si vorrebbe combattere, il dogmatismo fideistico. Per forza allora che non si riesce mai a debellarlo! Perché lo si vuole debellare senza pensare, ma solo credendo. Chi dunque procede in tal modo, cioè credendo, è un credente nella materia, vale a dire un mistico della materia quindi per nulla filosofico, né scientifico. Continuerò questo interessante argomento, perché oggi siamo arrivati al punto in cui nessuno ha il coraggio di parlarne, pensandoci con la propria testa.

  • Di Nereo (---.---.---.217) 19 dicembre 2009 17:10
    Nereo

    Ops
    (xxx.xxx.xxx.217) 19 dicembre 16:57
    e
    (xxx.xxx.xxx.217) 19 dicembre 17:07
    sono stati scritti da Nereo Villa


Pubblicità



Pubblicità



Palmares

Pubblicità