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L'olandese volante

L’olandese volante

L'olandese volante è condannato a solcare i mari per l'eternità senza una meta. Sono pochi i marinai che, incrociata la loro rotta con la sua, sono poi riusciti a ritornare a casa. Nell'immenso oceano delle possibili opinioni, l'olandese volante tenta di trovare la sua via per sfuggire finalmente alla maledizione che da troppo tempo lo condanna all'incertezza delle onde e dei pensieri.

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  • Primo articolo sabato 09 Settembre 2011
  • Moderatore da mercoledì 09 Settembre 2011
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Ultimi commenti

  • Di L’olandese volante (---.---.---.205) 23 giugno 2012 20:53
    L'olandese volante

    Bravo anonimo, ti consiglio, se posso permettermi, di andarci a vivere nella Repubblica Popolare Cinese. Io rimango qui, nell’Occidente capitalistico. Lo preferisco.

    A presto
  • Di L’olandese volante (---.---.---.205) 23 giugno 2012 17:33
    L'olandese volante

    Caro Sellari, sono passati mesi da quando in rete è nato Tam-tam sulla presunta abolizione dei pubblicisti. Dopo che si è diffuso il panico in un’intera categoria, oggi si sta arrivando alla conclusione che non c’era nulla di cui preoccuparsi. E che, come dicevo io (non lo dico per farmene vanto), bastava semplicemente leggere le leggi per come erano scritte.

    Ti allego una parte dell’intervento di Iacopino, presidente Odg, di oggi sul sito dell’ordine.

    PUBBLICISTI. Non solo quanti sono già iscritti, ma anche quanti hanno avviato il percorso previsto dalla legge e quanti decideranno di avviarlo nel futuro dovranno seguire la disciplina vigente che non viene modificata dal DPR né lo era stata dal decreto Tremonti, poi trasformato, o dal salva Italia. 

    Non c’è da aggiungere altro. Se non il fatto che molti, pur diffondendo informazioni alterate o interpretazioni personali del tutto avulse dalla realtà, e contribuendo così alla disinformazione, non hanno chiesto scusa. A presto.
  • Di L’olandese volante (---.---.---.219) 7 gennaio 2012 15:48
    L'olandese volante

    Smettiamola con le pagliacciate. Il cappello della legge è questo: 


    Fermo restando l’esame di Stato di cui all’art. 33 comma 5 della

    Costituzione per l’accesso alle professioni regolamentate, gli

    ordinamenti professionali devono garantire che  l’esercizio

    dell’attivita’ risponda senza eccezioni ai principi di libera

    concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il

    territorio nazionale, alla differenziazione e pluralita’ di offerta

    che garantisca l’effettiva possibilita’ di scelta degli utenti

    nell’ambito della piu’ ampia informazione relativamente ai servizi

    offerti. Gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati

    entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto

    per recepire i seguenti principi:


    Ecco, questo è il cappello. Non c’è bisogno che mi citi quello che dicono gli altri e le loro astruse interpretazioni e via dicendo. Io l’italiano lo so leggere e comprendere (come anche tu, ma a volte lo dimentichi, ne sono certo), nozioni di legge ne ho anch’io, non c’è bisogno che me lo spieghi (nè che TE lo spieghi) Abruzzo il significato del "cappello". E non vedo nessun elemento che giustifichi questa marea di scempiaggini che stanno circolando in rete. Presumo che abbia destato scalpore il "Fermo restando" dell’esame di Stato (almeno me lo auguro, essendo gli altri principi sanciti da svariate leggi dello Stato, come pluralismo, libertà ecc): e ci mancherebbe! E’ scritto nella Costituzione che per accedere alle professioni bisogna farlo! E da più di 60 anni da che è in vigore la Carta Costituzionale, nessun pubblicista ha mai perso il titolo, essendo una categoria prevista da una legge di stato 69/63. Quindi, l’esame di Stato si deve fare per diventare Professionisti, per i pubblicisti no. Lo dice la legge 148/2011 e lo diceva già la Costituzione. Il problema dov’è? Perchè ad un tratto i pubblicisti stanno facendo ’sta caciara? E perchè solo su internet? I pubblicisti delle redazioni "tradizionali" perchè non danno vita a iniziative come i post-it (vd repubblica) o il bavaglio (vedi il Fatto)? Non se ne sono accorti che stanno per perdere tutti il lavoro? Dai, non offendiamo le loro intelligenze. E le nostre.

  • Di L’olandese volante (---.---.---.219) 6 gennaio 2012 14:50
    L'olandese volante

    Cercherò di essere più chiaro, non c’è nessuna contraddizione: la legge (148/2011) è chiarissima. Dice semplicemente questo: entro agosto 2012 si dovrà regolamentare gli ordini professionali in base ai principi da A a G della legge (sempre 148). Per questo Iacopino non sa come andrà a finire: non c’è per ora una legge, c’è solo una legge che, in maniera molto chiara, dice che bisognerà fare un’altra o altre leggi sugli ordinamenti professionali, che si attengano ai principi di cui sopra (sempre da A a G 148/2011. Eccoli:


    a) l’accesso alla professione e’ libero e il  suo esercizio e’

    fondato e ordinato sull’autonomia e  sull’indipendenza di giudizio,

    intellettuale e tecnica, del professionista. La limitazione, in forza

    di una disposizione di legge, del numero di persone che sono titolate

    ad esercitare una certa professione in  tutto il territorio dello

    Stato o in una certa area  geografica, e’ consentita unicamente

    laddove essa risponda a ragioni di interesse pubblico e non introduca

    una discriminazione diretta o indiretta basata sulla nazionalita’ o,

    in caso di esercizio dell’attivita’ in forma societaria, della sede

    legale della societa’ professionale;

    b) previsione dell’obbligo per il  professionista di seguire

    percorsi di formazione continua permanente predisposti sulla base di

    appositi regolamenti emanati dai consigli nazionali,  fermo restando

    quanto previsto dalla normativa vigente in  materia di educazione

    continua in medicina (ECM). La violazione dell’obbligo di formazione

    continua determina un illecito disciplinare e come tale e’ sanzionato

    sulla base di quanto stabilito  dall’ordinamento professionale che

    dovra’ integrare tale previsione;

    c) la disciplina del tirocinio per  l’accesso alla professione

    deve conformarsi a criteri che garantiscano  l’effettivo svolgimento

    dell’attivita’ formativa e il suo adeguamento  costante all’esigenza

    di assicurare il miglior esercizio della professione. Al tirocinante

    dovra’ essere corrisposto un equo compenso di  natura indennitaria,

    commisurato al suo concreto apporto. Al fine di accelerare l’accesso

    al mondo del lavoro, la durata del  tirocinio non potra’ essere

    complessivamente superiore a tre anni e  potra’ essere svolto, in

    presenza di una apposita convenzione quadro stipulata fra i Consigli

    Nazionali e il Ministero dell’Istruzione, Universita’ e Ricerca, in

    concomitanza al corso di studio per il conseguimento della laurea di

    primo livello o della laurea  magistrale o specialistica. Le

    disposizioni della presente lettera non si applicano alle professioni

    sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente;

    d) il compenso spettante al  professionista e’ pattuito per

    iscritto all’atto del conferimento  dell’incarico professionale

    prendendo come riferimento le tariffe professionali.  E’ ammessa la

    pattuizione dei compensi anche in  deroga alle tariffe. Il

    professionista e’ tenuto, nel rispetto del principio di trasparenza,

    a rendere noto al cliente  il livello della complessita’

    dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri

    ipotizzabili dal momento del  conferimento alla conclusione

    dell’incarico. In caso di mancata  determinazione consensuale del

    compenso, quando il committente e’ un ente  pubblico, in caso di

    liquidazione giudiziale dei compensi, ovvero  nei casi in cui la

    prestazione professionale e’ resa  nell’interesse dei terzi si

    applicano le tariffe professionali stabilite con decreto dal Ministro

    della Giustizia;

    e) a tutela del cliente, il professionista e’ tenuto a  stipulare

    idonea assicurazione per i rischi  derivanti dall’esercizio

    dell’attivita’ professionale. Il professionista deve rendere noti al

    cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico, gli estremi della

    polizza stipulata per la responsabilita’ professionale e il relativo

    massimale. Le condizioni generali delle polizze assicurative di cui

    al presente comma possono essere negoziate,  in convenzione con i

    propri iscritti, dai Consigli Nazionali e dagli  enti previdenziali

    dei professionisti;

    f) gli ordinamenti professionali dovranno prevedere l’istituzione

    di organi a livello territoriale, diversi da quelli  aventi funzioni

    amministrative, ai quali sono specificamente affidate l’istruzione e

    la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale di

    disciplina. La carica di consigliere dell’Ordine  territoriale o di

    consigliere nazionale e’ incompatibile con  quella di membro dei

    consigli di disciplina nazionali e  territoriali. Le disposizioni

    della presente lettera non si applicano alle  professioni sanitarie

    per le quali resta confermata la normativa vigente;

    g) la pubblicita’ informativa, con ogni mezzo, avente ad oggetto

    l’attivita’ professionale, le  specializzazioni ed i titoli

    professionali posseduti, la struttura dello  studio ed i compensi

    delle prestazioni, e’ libera. Le  informazioni devono essere

    trasparenti, veritiere, corrette e  non devono essere equivoche,

    ingannevoli, denigratorie.

     

    Una volta che li hai letti, chiediti cosa centra la prima domanda che poni:"Come sarà possibile privare di un titolo chi lo ha già conseguito?" Ma perchè? Dove sta scritto che si priverà qualcuno del titolo? In quale legge? In quale manovra? Da dove lo hai dedotto?Capisci adesso, spero, il perchè è un allarmismo campato per aria. Io non sto dicendo che già so come andrà a finire, non essendoci ad oggi nemmeno un inizio, e non essendo stata depositata in Parlamento nessuna legge sullo status dei pubblicisti o argomenti simili (e in effetti la manovra riguarda tutti le professioni, in senso lato, non esclusivamente quella dei giornalisti). Quindi, di cosa state parlando? Aspettate almeno una proposta di legge, e poi allarmatevi quanto volete, ma almeno su una base reale. 
    Ps. La mia critica, non sentenza, non è rivolta a te, che non so nemmeno se sei pubblicista o meno, ma più in generale a tutti quei pubblicisti che si lamentano costantemente del loro status, autoqualificandosi bravi professionisti e quindi, in virtù della loro professionalità, meritevoli del trattamento che gli spetta. Non c’è dubbio che in molti casi abbiano ragione a lamentarsi, ma in quanti altri si è di fronte a mediocri articolisti che diffondono notizie false o infondate (come questa) pretendendo tuttavia di essere trattati in maniera adeguata solo perchè hanno un tesserino in tasca? Non sto qua a fare proporzioni, ma è sicuro che di quest’ultima specie ce ne sono parecchi.

     

  • Di L’olandese volante (---.---.---.0) 6 gennaio 2012 11:45
    L'olandese volante

    Lasciamo perdere le sentenze, quelle le emana il giudice. La gente comune critica soltanto. Le dieci domande che riporti, e a cui ti sei ASSOCIATO (" L’intervento del presidente dell’Ordine dei giornalistiEnzo Iacopino, NON ha affatto diradato le incertezze che gravano sul futuro dei giornalisti pubblicisti  e di tutti coloro che stanno affrontando la “gavetta” per poter essere ammessi a questo albo “di serie B” che comprende ormai 80.000 iscritti. Stando alle discquisizioni giuridiche non fa dell’inutile “allarmismo” chi paventa lo scenario dei pubblicisti “fuori legge” a partire dal prossimo 13 agosto"- qua non c’è nessun ndr) sono campate per aria poichè, non essendoci nessuna legge che dia modo di paventare ciò che emerge dalle domande, e fanno solo dell’inutile allarmismo. La legge (http://www.leggioggi.it/allegati/manovra-bis-il-testo-del-decreto-legge-13-agosto-2011-n-138/) ti consiglio di rivederla. L’esame di stato resta fermo, come lo è da sempre (art. 33 Cost.), ma si afferma la necessità di legiferare per recepire i principi da A a G legge 148/2011, al netto di quanto dicono Iacopino, Abruzzo o altri. Insomma, non ci sono queste fantomatiche "fonti da incrociare", c’è una legge che per chi la vuole leggere per come è scritta, pare abbastanza chiara. Inoltre riguarda tutti gli ordini professionali, non entrando nello specifico dell’odg. Quindi tutte queste elucubrazioni sul futuro dei pubblicisti non si sa da dove derivino. E’ ovvio che poi Iacopino dica che non sa come andrà a finire, non essendoci una legge ancora definita. E allora, di che cosa stiamo parlando? Ps. Il lato drammatico è che a diffondere queste notizie siano proprio i pubblicisti, cioè giornalisti. Povera categoria!

TEMATICHE DELL'AUTORE

Economia Politica Cronaca

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