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Zohra Shah, 8 anni, non è morta per Covid-19

Avete mai letto o inventato una fiaba ad un bambino? Rimangono a bocca aperta come per incantesimo ad ascoltare di quei mostri, di quel mondo cattivo e poi dell'arrivo di qualcosa di straordinariamente bello e buono.

Zohra Shah 8 anni fino a pochi giorni addietro, è una bambina pakistana, che sembra impersonare la protagonista di una delle fiabe più terribili al mondo, che finisce male, molto male al punto che non solo i piccini ma anche i grandi rimangono attoniti: è successo anche a me appena letta la sua storia.

Gli altri interpreti sono i suoi “datori di lavoro”, una coppia benestante che, quattro mesi fa, aveva preso la piccola Zhora, nella città di Kot Addu, nella parte meridionale della provincia del Punjab in Pakistan, per badare alla loro figlia di un anno. Si avete letto bene, un anno... Sono loro che l'hanno portata all'ospedale di Rawalpindi, quando ormai non c'era più niente da fare. I medici hanno fatto di tutto per salvarla, ma la piccola è morta il giorno stesso che è stata portata in ospedale. A ucciderla sono stati loro, i suoi “datori di lavoro”, furiosi, perché lei aveva liberato due loro pappagallini e a niente sono servite le sue scuse, il suo pianto... l 'hanno finita con percosse in tutto il suo piccolo corpo, lesioni al viso, alle mani, sotto la gabbia toracica e alle gambe e non si esclude che abbia subito anche un'aggressione sessuale.

La coppia di mostri si era offerta di offrire a Zohra un'istruzione e la famiglia di Zohra, poverissima, aveva creduto che quei due ricchi signori l'avrebbero fatta studiare. Zohra forse non ha mai avuto in mano neanche una matita con un quaderno: ha solo aperto la gabbia per dare libertà ai due uccellini.

Sognava di scappare dalle violenze, come loro, i pappagallini?

Arrestati entrambi gli accusati, i mostri hanno ammesso di aver torturato la bambina perché si era fatta scappare i loro pappagalli. Dal racconto degli imputati emerge che hanno continuato a colpirla a morte nonostante le urla e i pianti, nonostante implorasse pietà. Su Twitter si è diffuso l'hashtag #JusticeForZohraShah, e ora in tanti chiedono giustizia per la bambina, diffondendo disegni per renderle omaggio.

Io non so disegnare ma ho pensato a Frida Kahlo in una tela del 1941, dove con uno sguardo fermo e deciso, posa contornata da pappagallini: forse la sta aspettando? Che sia volata vicino a Frida, a chiedere protezione e amore a quella donna che tanto desiderò essere madre. Chissà cosa avrebbe detto e fatto una donna come lei, chissà cosa non riusciamo noi a non fare, per fare cessare questa violenza indicibile contro donne e bambini, usati, violentati, ammazzati.

Eppure qualcuno dovrà pagare perché il sonno di queste creature diventa mortale, tremendo, e non inizia ogni sera con il bacio della buonanotte di mamma e papà, dopo che hanno letto una favola e spenta la luce. Passo e chiudo.

Doriana Goracci

 

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