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Zag(c)

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“E quando la rivoluzione avrà condotto a termine il suo lavoro preparatorio, il mondo balzerà dal suo seggio e griderà:
ben scavato, vecchia talpa ”

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  • Primo articolo lunedì 03 Marzo 2009
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Ultimi commenti

  • Di Zag(c) (---.---.---.178) 31 gennaio 2014 16:18
    Zag(c)

    Ripensando alla tua domanda , nel contesto del mio post sono in grado di risponderti in maniera più puntuale. Se per istituzionali si intende "dello Stato" credo di averti già risposto . In generale comunque gli “investitori istituzionali con un orizzonte di lungo periodo” termine a cui fa riferimento il decreto legge, può significare tutto o niente. Ma generalizzando si possono individuare nei ben noti colossi finanziari mondiali privati “too big to fail” tipo Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, Barclays, Deutsche Bank etc etc). Cioè sono quegli specialisti istituti finanziari abilitati ed autorizzati (come avviene oggi con il consorzio degli “specialisti” in acquisto di titoli di stato), che appunto sono abilitati all’acquisto di Titoli di Stato e che sono abbastanza grande da avere o dare nei loro giochi di borsa un affidamento di lungo periodo. 

    Quanto tutto questo poi sia reale o solo fittizio è tutto da dimostrare. Intanto essi rappresentano un consorzio o meglio una consorteria a cui difficilmente si può accedere ( come l’albo dei notai in Italia), in cui tutti sono concorrenti , ma al contempo alleati verso l’esterno a difendere i loro privilegi. 
    Spero di aver soddisfatto la tua richiesta. Questa volta! 

  • Di Zag(c) (---.---.---.178) 31 gennaio 2014 15:53
    Zag(c)

    Non capisco la domanda. 

    Investitori istituzionali se parli sul mercato dei Titoli di Stato oggi in ogni singolo paese aderente all’Europa non vi possono essere,in quanto le regole impedisce tale intervento. 
    Se invece ti riferisci ad investimenti in altri settori dell’economia, anche questo è vietato in quanto violerebbe le regole del mercato e si configurerebbe un aiuto di Stato. 
    Lo Stato nazionale( e quindi le "istituzioni"), per le politiche e le regole liberiste non può intervenire in economia . Infatti le politiche europeiste tendono attraverso il fiscal compact e il pareggio di bilancio a far uscire lo Stato ( le istituzioni) da qualsiasi settore dell’economia e perfino da quello che era una volta definito lo Stato Sociale. Non solo! Ma qualsiasi tipo di investimento in conto capitale è vietato in quanto per gli anni di ammortamento uscirebbe dalle regole del pareggio di bilancio. Che so investire per mettere a norma le scuole o un letto di un fiume che straripa non si può. A meno che non ci sia un privato a farlo il quale deve avre un ritorno in termini di profitto! Cosa può render profitto rifare una argine di un fiume? 
    In questo quadro gli "investitori istituzionali" sul piano teorico sono solo i paesi non aderenti all’Europa
     
  • Di Zag(c) (---.---.---.223) 15 gennaio 2014 10:15
    Zag(c)
    1)Beh! oltre ad aver accertato che abbiamo due visioni diverse, siamo ritornati al punto di partenza. Cioè al punto del mio articolo. O uno Stato investe per costruire ed esportare sopratutto armi, o , mia tesi, lo fa per accrescere servizi e beni ( ospedali, asilo nidi, mezzi per il trasporto pubblico, bus, treni, scuola università ecc ecc ) In periodi di crisi entrambi non si possono fare. Occorre scegliere. Tu affermi che sia meglio spendere per gli armamenti, io per beni e servizi. Qual’è essenzialmente la differenza ( a parte la componente ideologica che non metto in conto?) Che per la prima scelta l’eventuale ricaduta è indiretta per i cittadini. Nell’eventualità di un attacco, o per il prestigio della NAZIONE o per far paura ai NEMICI ecc ecc . Per la seconda scelta gli effetti sono immediati. La produzione di beni e servizi hanno un effetto benefico immediatamente e concretamente. Aumenta immediatamente la domanda aggregata e quindi l’offerta ( posto a condizione che i posti di lavoro per entrambi sono i medesimi. Che do per postulato per beneficio di ragionamento) 

    2) Le armi possono essere usate anche per scopi difensivi, ma sono costruiti o per offendere o per difendersi. Lo scuso ( per rifarmi al tuo esempio) è costruito per la difesa. In occorrenza ci si può anche difendersi ai mali estremi. Un missile anti missile è costruito per difendersi . Un F35 è costruito per offendere. Incrociatore della classe Garibaldi per offendere. ( Visto anche la conformazione del nostro territorio) E per questo che è stato inventato l’ossimoro fare la guerra per la pace che è come l’altro ossimoro di democristiana memoria le "convergenze parallele". Non dicono niente, ma serve come il flash. Abbaglia e si rimane incantati!
    E con questo io la chiudo qua.
    Sinceramente saluti !

  • Di Zag(c) (---.---.---.48) 14 gennaio 2014 11:35
    Zag(c)
    Ma deciditi, perché vedo una contraddizione. E’ un interesse della NAZIONE ( con le maiuscole,, quindi urlando come dici tu) o sono interessi economici,, di gruppi economici? E non mi dire che le due cose coincidono. Perché se cosi fosse si ritornerebbe alla questione da me posta nell’articolo. 
    Inoltre lo Stato Italiano non si arma , ma lo Stato aiuta le aziende private a vendere armi a terzi che non è la stessa cosa, mi pare o no?
    Inoltre parlare di difesa del suolo patrio per un paese i cui generali non hanno mai vinto una guerra se non passando al momento opportuno dalla parte avversa e veramente vendere fumo colorato! L’unica vera guerra di difesa e di liberazione è stata la guerra partigiana, ma questa è un altra storia.
    E inoltre bada che le armi che si vendono ad altri poi si ritorcono contro : vedi gli Usa e l’Afghanistan La CIA prima ha addestrato e armato e quindi venduto armi ai talebani e poi se li sono trovati contro e uccisi con le stesse armi che le aziende avevano venduto! 

    Io non dico che un paese non deve avere un sistema difensivo bellico, ma che deve essere difensivo. Mi sai dire delle armi che esportiamo e che produciamo quali sono difensive e valide entro il nostro confino territoriale. Gli F35, gli incrociatori della classe Garibaldi? E non mi parlare che la migliore difesa è l’attacco che è una barzelletta da armi di distruzione di massa in mano a Hussein. Una bufala colossale 

    E piu fai esempi e piu ti dai con la zappa sui piedi. La guerra delle Falkland sono l’esempio lampante di una guerra imperialista,, di conquista di territori altrui e non certo di difesa dei propri confini. La dimostrazione di muscoli verso una nazione l’Argentina che certamente tutto voleva meno che l’attacco all’Inghilterra. Voleva solo attraverso la riconquista di un territorio nazionale distrarre l’opinione pubblica su altri problemi e non su quelli della dittatura nazionale. Quale difesa del benessere degli inglesi o degli argentini ha prodotto quella guerra? Insomma , ripeto. Abbiamo due punti di vista e una lettura dei fatti completamente diversi. Naturalmente per cultura e per esperienze .
    Stammi bene!
  • Di Zag(c) (---.---.---.48) 13 gennaio 2014 11:12
    Zag(c)

    Bene Vedo che adesso ti sei ricreduto. Prima parlavi di difesa della patria e altre corbellerie del genere. Ora sei arrivato a dire che i motivi sono esclusivamente motivi economici , di interessi privati,, i motivi per cui si fanno le guerre. Sei quindi d’accordo con me e con l’icipit del mio articolo Un passo avanti!. Ma è evidente, ora, come la pensi e quale sia la tua ideologia. Ora quello da te disegnato è un tipo di sviluppo e di progresso economico sociale. Quello che è in auge anche in questo momento storico. Come "sottoprodotto" , produce morte e distruzione. Si è vero sono gli "altri" a morire e quindi non ci interessa. Ma la questione principe che ponevo nell’artico è : "e’ possibile un altro modi di produrre ricchezza e progresso senza che si abbiano "sottoprodotti di morte e di distruzione anche se per altri?" La tua risposta, mi pare di capire è no! 

    Io invece al contrario dico non solo che è possibile , ma che diventa,, oggi necessario e indispensabile. Perché a furia di esportare la guerra altrove alla fine saranno gli altri ad esportarla da noi. E’ già successo Perché siamo noi a contribuire a fomentare odio e distruzione 

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