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XVII Giornata della memoria e dell’impegno antimafia. La figura e l’esempio di Placido Rizzotto

Oggi il popolo antimafia si ritrova a Genova per celebrare la XVII “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Come ogni anno, in vista del 21 marzo, giovani, adulti, studenti, lavoratori, volontari, esponenti del mondo della società civile, della politica e delle istituzioni… si ritrovano per ribadire e rinnovare le ragioni dell’impegno contro le mafie e la cultura mafiosa, in memoria di chi per combattere le ingiustizie e per difendere i diritti ha pagato con la propria vita.

Quest’anno la giornata assume un valore particolare perché proprio ieri il Consiglio dei ministri ha deliberato i funerali di Stato per Placido Rizzotto, il sindacalista siciliano della Cgil ed esponente locale del Partito socialista assassinato da Cosa nostra nel 1948. Il giovane Rizzotto aveva osato mettere in discussione il controllo delle terre e lo sfruttamento dei braccianti da parte di Cosa nostra.

Quando fu ucciso, la sera del 10 marzo del 1948, aveva solo 34 anni. I mafiosi ne occultarono il cadavere in una foiba delle campagne di Corleone per cancellarne anche la memoria, ma non ci riuscirono perché la sua testimonianza è diventata un patrimonio valoriale per tante persone, grazie a chi in questi anni ha raccontato la sua storia.

Il capitano dei carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa, che allora conduceva le indagini non riuscì a trovare il corpo, nonostante avesse scoperto alcune tracce del sindacalista. Nel settembre del 2009 vengono rinvenuti dei resti in una delle foibe di Rocca Busambra. L’esame del dna e la comparazione con quello di un suo familiare confermano che i resti appartengono a Placido Rizzotto.

La notizia spinge spontaneamente ad un appello per i funerali di Stato, che il governo decide di accogliere riconoscendo il valore di un eroe civile che ha incarnato i principi della giustizia e della libertà. Finalmente dopo 64 anni Placido Rizzotto avrà una tomba dove riposare ed il popolo antimafia un posto in più dove poter piantare un seme di legalità da far sbocciare nel primo giorno di primavera e da coltivare quotidianamente con la memoria e l’impegno.

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