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XIII Fiera Nazionale del Fungo Porcino di Albareto (PR)

Primo vero e grande appuntamento con le manifestazioni autunnali della nostra valtaro, la Fiera del Fungo Porcino che si svolge ad Albareto (PR), è diventata un evento a carattere nazionale.

Ancora in fase embrionale, questa edizione 2008, della tre giorni dedicati al miceto (o ai funghi in generale) deve ancora guadagnare una copertura mediatica sufficiente ad essere conosciuta al di fuori dei soliti confini.

E’ stato, infatti, uno strano mix di circostanze ad aver penalizzato (in parte) questa manifestazione.

Il vento ha battuto per tutti i giorni ed il primo fresco ha convinto forse molti a rimanere a casa.

Le pioggie mattutine hanno fatto il resto.

Il risultato, a mio avviso, lo potrete leggere di seguito.

Analizzando, con chiarezza ed estrema oggettività, la manifestazione senza lasciarsi prendere la mano dal più classico incensamento che lasciamo ai “giornalisti”, devo per forza di cose partire dalla prima serata di (non) Fiera.

 

Il giovedì, denominato nel volantino “Serata culturale”.

Peccato che, ad assistere alla lectio, solo pochi eletti sono stati invitati nella splendida cornice di Borgo Casale.

Politici, amici di, giornalisti e, ancora, amici di.

Nella struttura ricettiva in frazione di Albareto (PR), attorno ad una tavola imbandita, gli esperti enologhi di Alba (CN), città con la quale la Fiera si è gemellata, hanno potuto degustare vini piemontesi e, via via, salumi e companatico.

Un “magna magna” che, sinceramente, non mi sono sentito di fotografare e al quale, forse in malafede mi ero auto-invitato, fidandomi della sua proclamazione sul volantino senza riferimenti al fatto di inviti.

Mi prenoto per una mangiata e bevuta gratuita per il prossimo anno.

Nell’analisi ritengo doveroso separare e, anzi, proprio eliminare, le serate danzanti dal conteggio dei partecipanti alla Fiera essendo, nella maggior parte dei casi, pubblico locale al quale poco interessa lo stand o i funghi.

Per questo, come accennato, la Fiera ha subito certamente una flessione in termini di presenze.

Sabato pomeriggio ai minimi storici mentre la domenica, complici le bancarelle collocate (fortunatamente) vicino agli stand, hanno risollevato la situazione.

Sabato si trovava parcheggio, non c’era fila all’unico bar allestito internamente alla Fiera e davanti all’attrazione Raspelli che parlava poco aiutato da un’acustica terribile al PalaFungo, solo una settantina di persone.

Fuori dagli stand regnava la calma, alcuni arrivavano, alcuni se ne andavano.

Nei tendoni che ospitavano i gruppi folcloristici (in concomitanza con Raspelli e i cuochi) altre cinquanta persone.

La domenica la situazione è cambiata anche se non dal punto di vista climatico.

Disponibilità di parcheggio e stand con molti visitatori a struscio.

Alcuni acquisti e tanta gente dalle bancarelle di Forte dei Marmi.

Sarà la crisi generale ma sembra che i forestieri, per più di un giorno, non si muovano e, gli affari, non è che abbiano girato per il verso giusto.

Alla sera, la cucina, si è dovuta comunque distinguere ed impegnare a servire i tanti tavoli con, immancabile, il re porcino.

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