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Write for Rights: una firma per la libertà d’espressione anche in rete

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“Immagina che un tuo amico venga imprigionato, che subisca violenza per aver fatto qualcosa di assolutamente comune, solo per aver preteso i suoi diritti. Cosa faresti per salvarlo?”

È questo il messaggio di "Write for Rights" che Amnesty porta nelle piazze e sul sito fino al 22 dicembre per sensibilizzare gli italiani sulla tematica dei diritti umani e firmare gli appelli legati ai casi dell’edizione 2013 della maratona mondiale.

Nei giorni precedenti e successivi alla “Giornata internazionale dei Diritti umani”, Amnesty invita tutto il mondo a unirsi alla battaglia per restituire libertà e giustizia a cinque attivisti: Miriam López, Jabeur Mejri, Eskinder Nega, Yorm Bopha, Ihar Tsikhanyuk. Cinque persone perseguitate e condannate, blogger, attivisti, giornalisti che hanno subito ingiustamente violenza e che sono impegnati nella lotta per la libertà d’espressione e i diritti delle persone lgbti.

A testimonianza del successo e del valore dell’iniziativa vi sono i numeri relativi alle precedenti edizioni: nel 2012, ad esempio, grazie al milione e mezzo di lettere raccolte e inviate da ogni parte del mondo a sostegno di prigionieri di coscienza e di attivisti per i diritti umani, il Governo della Repubblica popolare cinese ha concesso alla famiglia di Ghao Zhisheng di fargli visita in carcere; Zhisheng, avvocato per i diritti umani, era stato condannato a tre anni di reclusione per “incitamento alla sovversione”. Nel 2011, invece, “Write for Rights” aveva ottenuto la scarcerazione di Jabbar Savalan, attivista politico dell’Azerbaigian.

In Italia sono tante le piazze che ospitano la raccolta firme di Amnesty nell’ambito della maratona per i diritti umani “Write for Rights”. Nel 2012 le firme raccolte nel nostro Paese sono state 82mila in due settimane (un milione e mezzo nel mondo) e, ad oggi, buona parte degli appelli ha avuto esito positivo o è ancora in via di risoluzione.

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