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Wikileaks: Mairead Maguire chiede di visitare Assange in prigione

Mairead Maguire ha chiesto al Ministero degli Interni del Regno Unito il permesso di visitare il suo amico Julian Assange che quest’anno ha nominato per il Premio Nobel per la Pace.
“Voglio visitare Julian per vedere che stia ricevendo cure mediche e per fargli sapere che ci sono molte persone in tutto il mondo che lo ammirano e gli sono grati per il suo coraggio nel cercare di fermare le guerre e porre fine alle sofferenze degli altri”.

(Foto di kractivist.org)

Questa la sua integrale dichiarazione diffusa dal sito www.peacepeople.com

Giovedì 11 aprile passerà alla storia come un giorno buio per i diritti dell’umanità, quando Julian Assange, un uomo coraggioso e buono, è stato arrestato dalla polizia metropolitana britannica, quando senza preavviso è stato brutalmente portato via dall’ambasciata ecuadoriana in uno stile adatto a un criminale di guerra, spinto a forza in un furgone della polizia. E’ triste vedere che il governo britannico, per volere del governo degli Stati Uniti, arresta Julian Assange, simbolo della libertà di parola come editore di Wikileaks, e i leader mondiali e i principali mezzi di comunicazione rimangono in silenzio sul fatto che egli è un uomo innocente fino a prova contraria e nel frattempo il gruppo di lavoro dell’ONU sulla detenzione arbitraria lo definisce innocente. La decisione del presidente ecuadoriano Lenin Moreno che, sotto la pressione finanziaria degli Stati Uniti, ha ritirato l’asilo al fondatore di Wikileaks, è un ulteriore esempio del monopolio valutario globale degli Stati Uniti, che esercita pressione su altri paesi affinché eseguano gli ordini o affrontino le conseguenze finanziarie e forse violente della disobbedienza alla presunta Superpotenza mondiale che purtroppo ha perso la sua moralità. Julian Assange aveva ottenuto asilo nell’Ambasciata ecuadoriana sette anni fa proprio perché prevedeva che gli Stati Uniti avrebbero chiesto la sua estradizione per affrontare un processo negli Stati Uniti per gli omicidi di massa, non commessi da lui, ma dalle forze statunitensi e della NATO, e che erano stati nascosti al pubblico.

Sfortunatamente, sono convinta che Julian Assange non avrà un processo equo. Come abbiamo visto già molte volte negli ultimi sette anni, i paesi europei e molti altri non hanno la volontà o il peso politico per difendere ciò che sanno essere giusto, e alla fine cederebbero alla volontà degli Stati Uniti. Abbiamo visto Bradley Manning tornare in prigione e in isolamento, quindi non dobbiamo essere ingenui nel nostro modo di pensare: sicuramente, questo è il futuro di Julian Assange.

Ho visitato Julian in due occasioni nell’Ambasciata ecuadoriana e sono rimasta molto colpita da quest’uomo coraggioso e molto intelligente. La prima visita è stata al mio ritorno da Kabul, dove degli adolescenti afghani hanno insistito per scrivere una lettera, e mi hanno chiesto di portarla a Julian Assange, in cui lo ringraziavano per aver pubblicato su Wikileaks la verità sulla guerra in Afghanistan e per il suo aiuto nel fermare nella loro patria i bombardamenti con gli aerei e I droni. Tutti avevano da raccontare una storia di fratelli o di amici uccisi dai droni mentre raccoglievano legna in inverno sulle montagne.

Ho nominato Julian Assange l’8 gennaio 2019 per il Premio Nobel per la pace. Ho rilasciato un comunicato stampa sperando di attirare l’attenzione sulla sua nomina, che sembrava essere stata ampiamente ignorata dai media occidentali. Dalle azioni coraggiose di Julian e di altri come lui, abbiamo potuto vedere bene le atrocità della guerra. Il rilascio dei file ha portato a casa nostra le atrocità commesse dai nostri governi attraverso i media. E’ mia ferma convinzione che questa sia la vera essenza di un attivista ed è un vero peccato che io viva in un’epoca in cui persone come Julian Assange, Edward Snowden, Chelsea Manning e chiunque voglia farci aprire gli occhi riguardo alle atrocità della guerra, rischi di essere perseguitato come un animale dai governi, di essere punito e messo a tacere. Pertanto, credo che il governo britannico dovrebbe opporsi all’estradizione di Assange in quanto stabilisce un pericoloso precedente per i giornalisti, gli informatori e le altre fonti di verità su cui gli Stati Uniti potrebbero voler fare pressione in futuro. Quest’uomo sta pagando un alto prezzo per porre fine alla guerra, e lottare per la pace e la nonviolenza e ce lo dovremmo ricordare tutti.

Traduzione dall’inglese di Silvia Nocera

Questo articolo è stato pubblicato qui

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