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Virginia Raggi e il Campidoglio a 5 Stelle - Poi dice che sono io!

Doverosamente premesso che Roma è una città ingestibile per l'infinita serie di motivi che tutti conosciamo e di conseguenza per esprimere un parere come si deve sull'operato della neo sindaca di Roma mi pare giusto ed onesto darle tempo quanto meno fino alla fine di quest'anno, se devo esser sincero non mi sorprende più di tanto quel che sta succedendo in Campidoglio.
 
Scrissi in tempi non sospetti che, riguardo alle azioni del M5S, dalla mancata alleanza con il fu Bersani (nonostante la posizione di vantaggio del trionfale venticinque per cento al debutto alle nazionali), all'incontro con l'ambasciatore statunitense David Thorne (che definì la creatura di Grillo un modello per riforme e cambiamento, il che è tutto dire), dall'apertura ai fascisti di Casapound, alle vergognose alleanze nel parlamento europeo con gentaglia tipo Farage, dalla lunga serie di dietrofront rispetto a tante battaglie che avrebbero migliorato la qualità della vita dei cittadini e tolto il sonno ai potentati del Regime fino alla pratica delle espulsioni e delle purghe, le cose, a mio parere, erano due: o Grillo era andato nel panico perché non si aspettava un tale successo e non era stato in grado di amministrarlo nel migliore dei modi, o il Movimento era nato per contenere e veicolare nel nulla il crescente scontento, una semplice valvola di sfogo per la rabbia montante di quella parte di popolo massacrato dalle politiche criminali del Regime, il che, alla luce del suddetto incontro con l'ambasciatore americano e dei risultati pratici conseguiti in Parlamento mi pare la più probabile delle ipotesi, a volerla dire tutta.
 
Se poi guardiamo all'operato dei sindaci pentastellati finora eletti, non mi pare ci sia da stare allegri, quanto a risultati e cambiamenti reali, (ad esclusione di qualche piccolo contentino), a proposito di popolo, qui e là sparpagliati a casaccio, sindaci che tra l'altro, finora, mi pare si siano comportati più come obbedienti funzionari di partito alla vecchia maniera, escluso, guarda caso, il sindaco di Parma, Pizzarotti, che è stato prontamente silurato.
 
Il tutto condito dalle medesime motivazioni e giustificazioni di un qualsiasi PD.
 
E siamo a Virginia Raggi.

Praticante nello studio di Previti, proveniente dallo studio Sammarco, che, è bene ricordarlo, annovera tra le sue fila, come consulente esterno, l'avvocato Alessandro Sammarco, difensore di Berlusconi e dello stesso Previti. Dà la responsabilità dell'assessorato che si occupa di rifiuti, il che significa miliardi che turbinano come una tempesta di neve, a Paola Muraro, che, al di là della mera questione del conflitto d'interesse, per niente secondaria, intendiamoci, è espressione incontrovertibile di quello stesso sistema di potere che si sta spolpando il Paese, con buona pace dei bei proclami riguardo alla trasparenza, al cambiamento, al nuovo che avanza.

Sinceramente mi auguro di sbagliare, mi auguro di dover scrivere, tra qualche tempo, un post in cui mi scuso con tutti, con il capo cosparso di cenere, per non aver capito una mazza ed essermi comportato come un vecchiaccio disilluso e un po' rincoglionito e complottista, ma ho tanto l'impressione che quella che è stata fatta passare come nello specifico un'occasione unica ed irripetibile per rimettere in sesto questa città martoriata e nel generale ridare fiato e speranza ad un Paese altrettanto a pezzi, non sia altro che la guerra scatenata da nuovi spietati gruppi di potere che con i coltelli tra i denti, animati da una feroce fame da giovani fiere, si apprestano a sterminare i vecchi clan che han fatto il loro tempo.

Con buona pace dei popolani buoi, che continueranno a scannarsi per strappare qualche brandello di carne dalle carcasse che si troveranno sparse nel campo di battaglia, mentre i nuovi feudatari festeggeranno a caviale e champagne brindando, loro sì, al nuovo, grande, entusiasmante cambiamento.

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