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Via della Seta: la logistica, il ruolo dell’Italia e dell’Europa

Per controllare i processi di globalizzazione,la Cina si prepara a realizzare un piano per la costruzione di infrastrutture che dovrebbero favorire i collegamenti e la cooperazione tra i paesi eurasiatici.

 Un piano sottoscritto da una trentina di capi di Stato e di governo, formalizzato in 16 punti, che prevede investimenti miliardari per realizzare o migliorare nei prossimi cinque anni le infrastrutture via terra, via mare e ferroviarie, in Europa, Asia e anche in Africa. 

Gli investimenti realizzati hanno già superato i 50 miliardi di dollari e il Credit Suisse stima che il piano di Pechino nei prossimi cinque anni genererà investimenti per 502 miliardi, toccherà 65 paesi e fa parte del progetto One Belt One Road e ha il volto della globalizzazione inclusiva e pragmatica cinese.

In questo quadro strategico, la Repubblica popolare cinese sta focalizzando investimenti ed impegno politico, sulla logistica che è l’ossatura della globalizzazione, perché chi controlla la movimentazione delle merci, fatalmente, controlla un pezzo della globalizzazione.

Navi, magazzini per la logistica, porti: Pechino sta conquistando l’Europa dei trasporti, perché i porti del sud europa sono considerati come terminali finali delle rotte della Via della Seta marittima.

Intanto la Grecia ha dato alla Cina il porto del Pireo, l'Ungheria ha firmato un accordo per la costruzione di una linea super veloce che collega l’Europa orientale all’Asia, l'Italia si appresta a firmare un memorandum d'intesa, in cui potrebbero figurare "specifici accordi minori commerciali e di cooperazione", nuovi investimenti cinesi nel porto di Trieste.

Ma l'Europa è assente, una nuova occasione persa per costruire gli stati uniti d’Europa. Il nostro Paese è una pedina importante. Non a caso la Cina è interessata alle opportunità offerte da porti come quelli di Gioia Tauro, Ravenna, Venezia, Trieste.

Ma affrontiamo questo passo, fondamentale per il nostro futuro, in ordine sparso, con il M.A.E, il M.I.S.E, il Ministero dell’economia che marciano ciascuno per conto proprio, con un governo che non ha un piano strategico, un’alleanza, ma solo con uno straccio di contratto di programma e la sete di potere dei contraenti .

Il 21 marzo, quando il presidente cinese Xi Jinping sarà a Roma per la firma del memorandum d'intesa, è tremendamente vicino. Ma tutta la nostra attenzione è rivolta al buco della Tav.

 

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