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Via dagli USA: le compagnie cinesi in fuga da Wall Street

Fino a solo un paio di anni fa le compagnie cinesi facevano la fila pur di entrare in Wall Street. A soli due anni di distanza, però, le cose sono decisamente cambiate. 

Questa settimana Focus Media Holding Ltd, specializzata in posizionamenti di pannelli pubblicitari in ascensori e in altri luoghi, ha deciso di riappropiarsi delle quote societarie vendute negli States annunciando di voler tornare a casa. Un affare da 3,5 miliardi di dollari che coinvolge solo l'ultima delle grandi case cinesi in fuga da Wall Street. Anche le compagnie più piccole vogliono tornare in patria.

La banca di stato cinese aiuterà con un miliardo di dollari le compagnie desiderose di rientrare. La fuga, perché ormai di fuga si tratta, è dettata da una serie di motivi piuttosto semplici, ovvero la sostanziale incapacità delle compagnie cinesi di rispettare le regole del gioco e la paura dei controlli dei libri contabili. Alcune compagnie, come Focus Media, hanno affermato che nel mercato americano le loro aziende sono state sottostimate. La realtà però è che le compagnie cinesi sono state accusate di continue irregolarità contabili o di avere forzatamente evitato controlli, preoccupazioni costate alla fine miliardi di dollari.

Secondo Marc Faber, manager del fondo Marc Faber LTD, le compagnie cinesi preferiscono tornare a causa dei loro libri contabili. Muddy Waters Research lo scorso anno aveva accusato Focus Media di avere elaborato stime piuttosto ottimistiche ed esagerate della base installata di pannelli pubblicitari, accuse rigettate dall'azienda cinese. La disputa tra le autorità di controllo americane e le compagnie cinesi riflette uno scontro ad un livello più alto: Washington esige di controllare le documentazioni delle compagnie sotto investigazione mentre Pechino preferirebbe una maggiore autonomia.

Al contempo, Pechino conscia di avere rastrellato ingenti somme di denaro da investitori americani, il cui accesso alle borse cinesi era precluso, può finalmente tornare a casa per rafforzare le borse domestiche. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.235) 3 settembre 2012 17:00
    Sandro kensan

    Non so quali siano i motivi per cui in massa le aziende cinesi stiano abbandonando la nave ma temo che sia per via del fatto che temono che affondi oppure perché la nave cinese è molto meglio e più sicura di quella americana.

    Trovo un po’ fanciullesche le motivazioni addotte da questo articolo, probabilmente diffuse dal Sistema americano che mira a ridurre i danni e consono alla "massa" che è stata educata a bersi giustificazioni improbabili ma del medesimo filone fantasy.

    Ritengo che un gran numero di serie aziende cinesi abbiano avuto solidi e meditati motivi per entrare a Wall Street e che quindi le motivazioni di un tempo siano improvvisamente venute meno per molte aziende da cui l’abbandono in massa.

    Mi viene in mente il processo che ha visto contrapposta l’azienda koreana Samsung e quella americana Apple con il verdetto sfavorevole a quella che giocava fuori casa. Motivazioni simili mi aspetto che siano alla base dei ragionamenti delle aziende cinesi.

    Comunque il mio +1 per avermi informato dell’abbandono delle aziende di Pechino.

  • Di (---.---.---.65) 3 settembre 2012 17:15

    Le aziende cinese in genere non sono in grado di rispettare le regole del mercato, non solo occidentale, ma anche cinese dal momento che proprio il governo cinese ha evidenziato il problema della corruzione del sistema economico e politico nazionale, che proprio secondo l’ultimo Congresso del Popolo e’ la priorita’ numero 1 ed e’ una delle cause del rallentamento dell’economia cinese. Se il mercato americano fosse al collasso, avremmo assistito all’evaporazione di compagnie anche di altre nazioni, cosa che regolarmente non e’ avvenuta. 

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