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Verità per Giulio Regeni: non si può più stare con un piede in due scarpe

Il silenzio è stato rotto. Con emozione, comprensibile ed umana preoccupazione, perchè coloro che si stanno affrontando non sono un niente, ma sono soggettività con potere, che godono di impunità, che si permettono di ricattare e fare ritorsioni a Paesi che dicono di fare della democrazia un valore fondante, ma che poi tollerano che in Egitto si possa scomparire, si possa torturare, si possa essere uccisi, come accaduto a Giulio dal momento in cui ci si relaziona con questo Paese come se niente fosse successo. Giulio, cittadino italiano ed europeo.

Anche se lui si sentiva e viveva come cittadino del mondo. Quell'Europa che oltre a produrre istanze, e formalità è latitante ed è bene che un colpo lo batta, ora, che il momento è delicato e fondamentale. Perchè è stato compiuto un passo importante. Come emerso con forza nella conferenza stampa del 5 dicembre. Paola e Claudio hanno sottolineato che "E' stato compiuto un passo importante, uno dei più importanti. 34 mesi che Giulio è stato preso, 34 mesi che Giulio è stato ucciso." Quello che è successo nel frattempo è noto a tutti. L'avvocato Ballerini che con grande lucidità e meticolosità e passione segue questa dolorosissima vicenda ha evidenziato che Giulio è stato tradito dal venditore ambulante che lo consegna di fatto al sistema egiziano, facendo, quel venditore, una denuncia ad un colonnello il quale parlerà con il suo capo e la denuncia verrà portata direttamente alla sicurezza nazionale, National Security, dove saranno coinvolti alcuni colonnelli di primissimo livello.

Era almeno dai primi di dicembre che Giulio era seguito dai servizi egiziani ed Al Sisi è difficile che non potesse sapere,aveva tutto il tempo, l'attenzione era alta.

E comunque sia che sapesse sia che non sapesse, è stato sottolineato, un problema lo aveva e lo avrà. Dopo un anno di silenzio il passo è stato fatto. Sottolinea la famiglia di Giulio. 

Paola e Claudio ci tengono però ad evidenziare che il popolo egiziano è con loro, perchè si portano avanti i diritti di tutti i Giulio e le Giulia d'Egitto. "Finalmente c'è un grande passo, perchè nessuno ha ceduto. Che lo sappiano in Egitto."Affermerà con fermezza Paola,la mamma di Giulio. Ed i "brandelli di verità" che saranno fondamentali per arrivare a definire il puzzle dell'Egitto criminale che ha ucciso Giulio, porta a circa" 20 nomi, quasi tutti della sicurezza nazionale, generali, colonnelli, assistenti."

L'Italia non è sola in tutto ciò, almeno l'Italia che non si piega ai compromessi ed alle convenienze. Sono diversi i paesi europei che si stanno mobilitando per fare le sacrosante pressioni all'Egitto. A partire dal nostro ambasciatore, che, ci si domanda, se continuerà così la situazione, per quale ragione deve continuare a rimanere in Egitto? Non si può più stare con un piede in due scarpe, si deve scegliere ora con chi stare. O con l'Egitto che nega la verità, o chi chi la verità la vuole e la pretende.

Da notare, come emerso durante la conferenza stampa, che paradossalmente, sono state proprie le menzogne, le calunnie, i depistaggi messi in moto dall'apparato di sicurezza e potere criminale egiziano, che hanno permesso di arrivare ad una prima elencazione di soggetti che delle responsabilità avranno. 

Certo, si sta al momento parlando di indagati non di imputati, ma ciò ha un peso in ogni caso notevole, rispetto a quel nulla che vi è stato fino ad oggi, visto l'insieme nel suo complesso. Probabilmente dopo il summit di Palermo si è capito che era arrivato il momento di dare un segnale decisivo per interrompere quella normalizzazione dei rapporti deleteria per la ricerca della verità per Giulio Regeni.
 
Marco Barone

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