• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Salute > Vegetariani e vegani in Italia: un’istantanea

Vegetariani e vegani in Italia: un’istantanea

Nel 2019 oltre l’87% della popolazione italiana si dichiara onnivora, poco più del 5% si definisce vegetariano e l’1,9% vegano.

di Francesca Zanni

Dopo aver analizzato l’impatto ambientale delle diverse diete (ne abbiamo parlato qui), vediamo nel dettaglio i numeri relativi alla diffusione delle diete vegetariane e vegane sul territorio italiano e il parere degli esperti relativamente alla salute.

Quanti sono e chi sono i vegetariani e vegani

Ha appena vinto per la sesta volta il campionato mondiale di Formula 1: stiamo parlando di Lewis Hamilton, personaggio molto attivo anche sui social dove ultimamente si è mostrato particolarmente attento alle questioni ambientali e ha spesso rimarcato la sua convinzione animalista. Non a caso Hamilton ha anche adottato la dieta vegana, ma tra i personaggi famosi è in buona compagnia: i cantanti Miley Cyrus, Ariana Grande, Moby, gli attori Joaquin Phoenix, Natalie Portman, Jessica Chastain e tanti altri hanno deciso di eliminare carne e prodotti animali dalla loro dieta, accostando spesso alla propria carriera anche attivismo più o meno marcato. Ma tra le persone “comuni”, quanti sono vegetariani e vegani?

Per quanto riguarda i dati relativi all’Italia possiamo renderci conto del fenomeno in termini numerici grazie al report EURISPES 2019, pubblicato a seguito di un’indagine su campione:

Infographic Modern

Infogram

Si noti come i fenomeni di vegetarianesimo e veganesimo (secondo l’indagine Eurispes condotta su un campione) siano decisamente minoritari: nel 2019 oltre l’87% della popolazione italiana si dichiara onnivora, mentre solo poco più del 5% si definisce vegetariano e l’1,9% vegano. Tra i vegani notiamo anche che sono le donne la maggioranza: sono infatti oltre il doppio degli uomini (1,1% contro 2,8% del totale della popolazione intervistata).

In merito alle fasce d’età si rileva che tra i 18 e i 24 anni si ha la maggioranza dei vegani (3% del totale) e invece la fascia d’età dove troviamo più vegetariani è quella dei 35-44 anni, con il 7,1%.

Per quanto riguarda invece la distribuzione geografica dei vegani e vegetariani in Italia la maggioranza dei vegetariani si trova nelle isole con ben il 10,4% della popolazione che si definisce tale, seguita dal nord-est con il 6,6%. I vegani invece sono più numerosi nel Nord-Ovest del paese, dove si attestano al 3,1% della popolazione.

Infine, le motivazioni per cui le persone hanno scelto questo tipo di dieta è legata a motivi di salute nell’oltre 30% dei casi, per filosofia di vita nel 24,1% e per il rispetto degli animali nel 19,3%. Solo il 3,6% dichiara di aver cambiato dieta per tutelare l’ambiente.

Le diete veg

Le diete che escludono la carne e i prodotti animali sono molte e diverse tra loro. Esistono infatti la dieta vegetariana (latto-ovo-vegetarianesimo) che esclude solo carne e pesce; quella vegana, che esclude anche latticini, uova e miele; quella crudista, che prevede soprattutto vegetali crudi; quella fruttariana che si basa su frutta e semi; e quella macrobiotica che esclude alcuni tipi di verdure e a volte integra il pesce. Dalla piramide alimentare di Assovegan, (Associazione Vegana Italiani Onlus) è possibile rendersi conto di quali sono gli alimenti consumati dai vegani:

Salute e dieta vegana

Nel 2015 l’OMS ha affermato che il consumo di carne rossa è legato a un aumento nella probabilità di sviluppare il cancro suscitando ira e talvolta ironia dei più convinti onnivori; a oggi, sul suo sito, è possibile verificare che continua a consigliare una dieta basata su alimenti vegetali piuttosto che animali.

Anche la FAO si è espressa in merito: “Cattive abitudini alimentari, ricche di carne e di cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi e basso contenuto di cereali integrali, frutta e verdura, sono state collegate a malattie non trasmissibili, causa di morte prematura, non solo nei paesi ad alto reddito, ma anche in molti paesi in via di sviluppo. Queste diete sono non solo malsane ma insostenibili per l’ambiente”.

Insomma, sembrerebbe che il consiglio di queste importanti istituzioni sia proprio quello di diventare vegetariani o vegani, per la propria salute e per salvaguardare l’ambiente. In realtà però, come afferma Airc: “La cucina vegan non è bilanciata. I vantaggi sono scarsi e legati al diminuito rischio di cancro, obesità e malattie cardiovascolari, tutti risultati che si possono ottenere anche con una dieta bilanciata. Viceversa si possono verificare gravi deficienze di vitamina B12 e di ferro. La carenza di vitamina B12 può dar luogo a malattie del sistema nervoso e predispone all’Alzheimer, mentre la carenza di ferro provoca anemia. Gli integratori, a cui è necessario ricorrere in questi casi, non sono efficaci come le sostanze naturali assunte attraverso i cibi.” Inoltre, i vegetali necessari per sopperire alle mancanze della dieta vegana potrebbero essere non accessibili per tutti in termini di costi e di raggiungibilità.

Per quanto riguarda l’alimentazione vegetariana e vegana nei bambini l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù afferma che: “Le diete latto-ovo-vegetariane e la dieta vegana possono essere inadeguate per un corretto sviluppo neuro-psico-cognitivo del bambino in quanto le carenze di vitamina B12, DHA (acido docosaesaenoico, un acido grasso omega 3) e ferro possono provocare danni irreversibili al sistema nervoso”. Come per la dieta onnivora, insomma, sembra che la chiave sia l’attenzione al bilanciamento dei nutrienti (abbiamo parlato di dieta vegetariana per i bambini qui).

Non solo cibo

La già citata Natalie Portman ha fatto notizia alcuni mesi fa per aver richiesto solo abiti vegan per girare il film Vox Lux. Per seguire al 100% uno stile di vita vegan infatti, non ci si può limitare solo all’eliminazione di prodotti animali nel cibo, ma è necessario adeguarsi anche nell’abbigliamento. Prodotti come lana, pelle, piuma d’oca, seta sono utilizzati dall’essere umano da secoli per vestirsi, ma essendo derivati animali, molti vegani hanno deciso di non indossarli a favore di capi realizzati completamente senza l’apporto di parti animali. Anche per quanto riguarda la cosmesi e la cura della persona e della casa sono recentemente apparsi sul mercato prodotti marchiati “vegan ok”, che significa che né i prodotti stessi né gli ingredienti contenuti in essi sono stati testati su animali e sono quindi “cruelty free”.

 

Immagine: Pixabay

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità