• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Usi e costumi: il "mi consenta" e altre abitudini

Usi e costumi: il "mi consenta" e altre abitudini

I più giovani non lo sanno ma credeteci: c'è stato un tempo in cui le persone riuscivano a parlare. Non solo in casa o nei bar, ma anche in televisione, a scuola, durante un comizio o una riunione condominiale. Non era ancora stata introdotta, come una furia epocale, la frase "mi consenta". Con questa semplice premessa Silvio Berlusconi ha introdotto l'interruzione del pensiero avverso. I più semplici e sprovveduti pensano solo allo scopo di poter parlare di più. Nulla di più sbagliato. 

L'interruzione di un discorso impedisce all'ascoltatore di seguirne la traccia logica, riducendo notevolmente l'impatto dei contenuti trasmessi e la loro memorizzazione. Antica arte della retorica usata magistralmente da, forse, il più grande imbonitore italiano al momento in circolazione (Wanna Marchi ad anni luce di distanza). Dall'interruzione all'epiteto il passo è breve. E' bastato un critico d'arte a cui avevano tolto il guinzaglio per introdurre nelle case italiane termini da osteria. Occhio, rivolto a persone, non a concetti. Non "ciò che afferma è una merda", ma "lei è una merda". Sottile differenza? Ovvio che no. Attaccare l'affermazione è il principio attribuito (sembra erroneamente) a Voltaire: non sono d'accordo con te (su questa affermazione) ma difenderò il tuo diritto di parola (sei una persona, e con le persone si dialoga). L'attacco alla persone preclude ogni affermazione futura dell'attaccato, fosse anche la più grande verità detta in terra. Da un mentecatto potrà mai venire qualcosa di buono?

Silvio Berlusconi ha sulla coscienza anche la reintroduzione dell'anticomunismo, spargendo a piene mani il seme dell'anti. Ma mentre lui si appoggiava ad una avversione antica, iniziata in Italia ben prima della seconda guerra mondiale e proseguita con gli stessi temi nel dopoguerra, gli avversari invece hanno pensato bene di introdurre l'antiberlusconismo. Ora, credo sia chiaro a tutti l'esito delle due posizioni, ricordando che la prima era storica e consolidata, la seconda fresca di conio. Il cavaliere ci ha costruito un impero politico, gli avversari hanno passato un ventennio con la coda in mezzo alle gambe. Il leader della sinistra che ha raccolto più consensi alle politiche, Walter Veltroni, in tutta la sua campagna elettorale non ha mai pronunciato il nome ed il cognome del suo rivale, tantomeno l'anti.

La cartina al tornasole si ebbe verso la fine del 2012. Ricorderete forse il fermento in Forza Italia per le Primarie interne, alle quali SB sembrava inizialmente favorevole. Si tenne nel frattempo la prima tornata delle primarie di Italia bene comune, che videro Bersani in testa seguito da Renzi. SB si prese un po' di tempo per proclamare le primarie di Forza Italia. Per la precisione, il lunedì dopo la seconda tornata del csx. Vinto Bersani, saltano le primarie di Forza Italia e SB torna leader. Non è scritto su nessun vangelo, ma non siamo certi che, se avesse vinto Renzi, Berlusconi si sarebbe candidato. Un comunista lo batte con gli occhi bendati ed una mano legata dietro la schiena, un non comunista no.

L'interrompere, l'anti, gli epiteti, come ogni erba cattiva, continuano a proliferare, visto che anche noi, comuni mortali le usiamo ormai con troppa estrema facilità, per essere il più possibile simili ai presunti grandi, che grandi non sono.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità